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Lambretta 200 X special, l'arma definitiva contro il Vespone

Presentata negli stabilimenti di Lambrate nel marzo del 1966, la Lambretta 200 X Special fu la risposta della Innocenti alla Vespa 180 Super Sport. Una “lambrettona” da 11 CV di potenza con tanto di freno anteriore a disco. Fu prodotta per soli 3 anni in poco più di 20mila esemplari

Il “Lambrettone”

Fin dai primi anni del dopoguerra, Vespa e Lambretta si erano sfidate non solo sui listini vendita, ma anche sui circuiti e nei raid. In un’Italia ancora in ricostruzione, si correva dappertutto: nei Gran Fondo, nelle gare di Regolarità, tra i birilli delle cittadine domenicali, e perfino sui rettilinei dei record di velocità. La Vespa, forte di un’esperienza tecnica che andava dalla Sei Giorni del ’51 fino alla nascita della Gran Sport, sembrava avere una marcia in più. E proprio il successo commerciale della Vespa GS 150, (a cui sarebbe seguita qualche anno dopo l'ancor più prestante Rally 200) che derivava soluzioni dalle versioni da competizione, costrinse l’Innocenti a reagire...

Così, nell’aprile del 1957, arrivava la Lambretta 175 TV. Un progetto inedito, senza parentele dirette con le attività sportive della Casa, ma con un obiettivo ben chiaro: conquistare una nuova clientela giovane, non più disposta ad accontentarsi delle prestazioni “utilitarie” degli scooter fino ad allora prodotti.

Una linea nuova, un motore nuovo

Fu proprio la 175 TV (foto qui sotto) a segnare un punto di svolta: il debutto del motore orizzontale e della trasmissione primaria a catena duplex, soluzioni che avrebbero accompagnato la produzione Lambretta fino al 1971. Con la terza serie del 1962, il progetto raggiungeva la maturità tecnica e commerciale, grazie anche all’introduzione — per la prima volta al mondo su uno scooter — del freno a disco anteriore. Il design si faceva più moderno, squadrato, filante. La Vespa GS 160 sembrava improvvisamente più vecchia, e la Lambretta 175 TV Serie III  diventava la nuova icona.

Una 200 solo per l’estero

Ma c’era un mercato, più di tutti, dove la sete di prestazioni continuava a crescere: quello inglese. E fu per soddisfare le richieste britanniche che, nell’aprile 1963, l’Innocenti sviluppava una versione da 200 cm3 della TV. In Italia non sarebbe mai arrivata ufficialmente, ma i lambrettisti nostrani iniziarono a sognare leggendo la prova pubblicata da Roberto Patrignani sul notiziario del Lambretta Club. “Questo nuovo modello richiesto dagli utenti britannici - assicurava Patrignani - ha doti di velocità e sicurezza che nessun altro scooter può vantare. Ripresa notevolissima, frenata dolce, eccezionale comfort, consumo modesto fanno della Lambretta 200 lo scooter più moderno del mondo”. Parole che lasciavano pochi dubbi sull’orientamento del progetto: velocità, ripresa, freni, comfort e consumi contenuti, tutto sembrava finalmente pronto per uno scooter sportivo davvero completo.

Lambretta 200 X Special: la risposta alla Vespa 180 SS

In un inseguimento continuo, nel 1965 Piaggio ruppe gli indugi con la Vespa 180 Super Sport, 9,6 CV e 105 km/h dichiarati. L’Innocenti non poteva restare a guardare. E così, nel marzo del 1966, nasceva ufficialmente la Lambretta 200 X Special, presentata ufficialmente presso il Centro Studi degli stabilimenti di Lambrate.  Il progetto manteneva le linee generali della TV, ma aggiungeva dettagli distintivi come i fregi in alluminio lucidato, la sella rosso cardinale e, per i mercati esteri, combinazioni bicolori davvero suggestive.

La vera rivoluzione era però sotto la scocca: un monocilindrico 2 tempi da quasi 200 cm3 alimentato a miscela al 4%, capace di sviluppare 11 CV e toccare i 107 km/h reali. Era, a tutti gli effetti, lo scooter di serie più potente e veloce mai costruito fino a quel momento.

Prestazioni mai viste

Nella prova pubblicata da Motociclismo nel maggio 1966, l’impatto era chiaro: “… aprendo la manetta bisogna tenersi ben saldi, sembra che il busto venga tirato all’indietro da una forza misteriosa!

La stabilità, da sempre un punto forte delle Lambretta, veniva confermata. Le sospensioni lavoravano bene, il comfort per pilota e passeggero era elevato. Il freno a disco anteriore, meccanico ma efficace, permetteva una modulabilità notevole, riducendo il rischio di bloccaggi. Anche i consumi si mantenevano su valori interessanti: 30 km/l nella guida turistica, mai sotto i 20 km/l in città o su percorsi più brillanti. La linea era elegante e sobria. Bianca, pulita, aggressiva ma composta, la 200 X Special si rivolgeva sia ai giovani sportivi sia a chi cercava uno scooter importante.

Motore

Come detto, cuore della Lambretta 200 X Special era il monocilindrico 2 tempi raffreddato ad aria forzata di 198,42 cm3  ed 11 CV di potenza a 5.500 giri/min. Il carburatore era un Dell’Orto SH 1/20, la trasmissione primaria a catena duplex in bagno d’olio ed il cambio a 4 marce, ovviamente con comando a manopola. Le prestazioni erano da record:  velocità massima di 107 km/h per un consumo medio di 3,05 l/100 km. 

Ciclistica

Il telaio monotrave aperto era abbinato sulla 200 X Special ad una sospensione anteriore a biellette oscillanti con ammortizzatori ed al sistema posteriore a motore oscillante con monoammortizzatore. La rivoluzione stava anche nei freni, con l’anteriore a disco da169 mm di diametro e il posteriore a tamburo da 150x25 mm. Infine le ruote da, 10”, con pneumatici 3.50-10. Il tutto per un peso a vuoto di 123 kg. 

Ma c’erano anche ombre…

Il prezzo non era banale: 188.000 lire, circa 3.000 in più della Vespa 180 SS. Alcune operazioni di manutenzione si rivelavano macchinose — basti pensare al controllo delle puntine — e la leva di avviamento toccava terra con troppa facilità. In più, l’accensione era ostica e la luce a terra ridotta a causa della marmitta tendeva a toccare nelle curve a destra, rompendosi facilmente alla flangia. Ma il difetto principale erano le vibrazioni. Tutte le Lambretta ne soffrivano, ma con un motore da quasi 200 cm3, il problema si amplificava. Le sollecitazioni meccaniche si trasformavano in rotture, giochi anomali, rumorosità. Forse anche per questo, in casa Innocenti si pensò a un’evoluzione bicilindrica, mai entrata in produzione. 

Il tramonto di un sogno veloce

Dopo tre anni di vita, e 20.783 esemplari prodotti, per lo più destinati all’estero, la 200 X Special usciva di scena. Al suo posto sarebbe arrivata la serie DL, l’ultima Lambretta mai costruita.

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singletv
Dom, 27/07/2025 - 13:00
Nuove Linee e Nuovi Motori (hanno fatto anche 300 e 350 cc.) Non servono a Niente se Non si Decidono a Cambiare quelle Schifose Ruotine da 12" pollici von delle Ruote e Gomme Almeno da 14 Pollici !!!!!!!!!!!!