Honda NSR 250 2T MC16, la GP con fari e frecce che fece sognare i giapponesi
Mai arrivata in Italia, l’Honda NSR250R MC16 è stata la prima 250 due tempi stradale a portare su strada la tecnologia delle GP250. Con motore a V di 90° e telaio in alluminio a doppio trave, era una vera moto da corsa da usare ogni giorno…
Honda NSR250R MC16
La scritta “Honda Racing” incisa sui carter non era un vezzo estetico. Negli anni d’oro del boom delle racer replica, lo sviluppo delle moto stradali in Giappone era legato a doppio filo alle competizioni su pista. A trainare il mercato erano le 250 due tempi, protagoniste delle production race derivate da modelli di serie. In quel contesto, soprattutto nelle gare endurance a classi miste, le quattro tempi continuavano a godere di un vantaggio netto grazie alla potenza assoluta. A ribaltare improvvisamente gli equilibri fu, nel novembre 1985, la Yamaha TZR250. Honda, che proprio in quegli anni aveva avviato la vendita delle sue moto da competizione, scelse di rispondere con una strada nuova: sviluppare in parallelo la versione da gara e quella stradale. Il risultato arrivò nell’ottobre 1986 con la NSR250R, sigla MC16, proposta come replica omologata per l’uso su strada.
Una replica che sembrava uscita dal box
La NSR250R MC16 si presentava con un colpo d’occhio inequivocabile: era praticamente identica alla RS250R e alla NSR250 ufficiali da gara. Il telaio in alluminio a doppio trave, battezzato ULF (Ultra Light Frame), ospitava un motore completamente nuovo: un bicilindrico 2 tempi a V di 90° a due tempi, raffreddato a liquido, con aspirazione a lamelle nel carter. Sia chiaro: Honda non si limitò a evolvere soluzioni già esistenti. Accanto al sistema ATAC, fece infatti il suo debutto la RC Valve, vale a dire un dispositivo di controllo dello scarico più evoluto, abbinato a carburatori a valvola piatta pensati per migliorare la risposta. Il risultato non era una moto che “esplodeva” di colpo agli alti regimi, ma una 250 capace di costruire coppia in modo più regolare già dai medi, offrendo una sensazione di guida decisamente nuova per l’epoca. Anche la ciclistica era all’altezza dell’ambizione: forcella tradizionale da 39 mm, sospensione posteriore Pro-Link e impianto frenante a tre dischi. Una combinazione che garantiva una guida composta, precisa senza essere nervosa.
La prima NSR, una delle Honda più iconiche di sempre
Tra le tante racer replica di quegli anni, la NSR250R è rimasta una delle più rappresentative. Le sue prestazioni erano superiori alla media allora come oggi, ed è per questo che, a distanza di quasi quarant’anni, continua ad avere una schiera di appassionati fedelissimi. Qui parliamo della prima serie, la MC16 del 1986, il modello che ha dato origine al mito.
Il motore
Il motore, sigla MC16E, era un V2 due tempi raffreddato a liquido a 90°, completamente diverso da quello della precedente NS250R/F e concettualmente vicino alla RS250R che sarebbe arrivata nel 1987. Honda lavorò per mantenere una risposta brillante ai medi regimi, una potenza elevata e quel tipo di vibrazioni “emotive” tipiche delle due tempi, migliorando allo stesso tempo l’erogazione, i consumi di carburante e olio e la facilità di manutenzione. Con alesaggio e corsa di 54 x 54,5 mm, il bicilindrico da 249,6 cm³ dichiarava 45 CV a 9.500 giri e una coppia massima di 3,6 kgm a 8.500 giri. Non mancavano soluzioni raffinate per l’epoca: cilindri senza camicia con trattamento superficiale, pompa dell’olio a controllo elettronico e la già citata RC Valve, capace di variare la fasatura dello scarico in base al regime di rotazione.
La ciclista
Il telaio in alluminio a doppio trave derivava direttamente dall’esperienza maturata nelle competizioni. Si trattava di una variante del classico schema a diamante, priva di tubo inferiore, soluzione che permetteva di abbassare il posizionamento del motore e delle camere di espansione. I due longheroni collegavano in modo quasi rettilineo il cannotto di sterzo al perno del forcellone, rendendo più chiaro l’asse di movimento della moto. Le sezioni in alluminio a “occhio” garantivano invece un’elevata rigidità sia longitudinale sia torsionale, senza penalizzare il peso. Anche il forcellone seguiva la stessa filosofia, combinando estrusi in alluminio e parti fuse. A completare il tutto, il prezioso monoammortizzata Pro-Link al posteriore. Il tutto per un peso a secco di soli 125 kg.
Arrivata il 1° ottobre 1986 come modello 1987, l’MC16E rimase in produzione solo per un anno. La serie NSR250R rimase invece nei listini Honda fino al 1999 evolvendosi in numerose e differente generazioni, tutte con lo stesso spirito di “replica da corsa omologata per la strada”, ma con aggiornamenti tecnici importanti. A decretarne la fine furono due elementi convergenti: da una parte il progressivo irrigidimento delle normative sulle emissioni per i motori a due tempi e, dall’altro, il calo di interesse per le piccole 250 due tempi a favore delle quattro tempi. Un vero peccato…
E a proposito di bellissime mai approdate da noi: Mai arrivata in Italia, ma che spettacolo era: Suzuki GS1200SS