Corsaro, la leggenda Moto Morini che ha segnato un’epoca
Leggera, scattante e capace di reinventarsi ogni volta, la Moto Morini Corsaro è una di quelle moto che, pur senza clamori eccessivi, hanno segnato un’epoca. Ecco la sua storia
Le origini: Alfonso Morini e l’eredità della M.M.
Per raccontare la Corsaro bisogna tornare molto indietro, alla storia del suo fondatore.
Classe 1898, Alfonso Morini respira meccanica già da ragazzino: dopo qualche anno come garzone, a sedici anni è già titolare di una piccola officina di riparazioni a Bologna. Poi, nel 1924 realizza una “motobici” insieme all’amico Mario Mazzetti: il successo è tale che i due, affiancati da nuovi soci, fondano la M.M., destinata a diventare una delle realtà più brillanti degli anni Venti, celebre tanto per la qualità delle sue moto quanto per i risultati sportivi, compreso il Gran Premio d’Italia del 1927 vinto dallo stesso Morini.
Com’è ovvio però, nel periodo bellico l’attività si riduce al minimo; un bombardamento distrugge l’officina costringendo Morini, tenace, a ricominciare tutto daccapo nel 1945. L’anno seguente presenta la prima motocicletta che porta il suo nome: una 125 due tempi, tre marce, forcella a parallelogramma e sospensione posteriore a ruota guidata. È la base sulla quale costruirà la rinascita…

Dalla 125 allo Sbarazzino: tentativi, successi e un mezzo passo falso
La 125 regala soddisfazioni sia commerciali che sportive, restando in catalogo fino al 1952, quando arriva una modernissima 175 quattro tempi. Anche questa volta vendite e risultati sportivi non tardano. Sul finire del ’56 debutta poi la Sbarazzino, una 100 cm³ con telaio in lamiera stampata e un motore completamente nuovo. Visti i precedenti successi, le premesse sono ottime, ma i tempi ormai cambiati: il pubblico la accoglie tiepidamente, forse perchè penalizzata da un’immagine troppo “da lavoratore”. Un brutto colpo, ma bisogna reagire. Nel 1959 Morini presenta così una moto completamente nuova: la Corsaro 125.

La Corsaro 125: leggera, agile e moderna
Benché il motore derivi dallo Sbarazzino, la moto è del tutto ripensata. Il telaio è originale e molto essenziale: due soli tubi principali, uno discendente dal canotto di sterzo che si biforca per ospitare ammortizzatori, sella e parafango; l’altro verticale, a disegnare una “T” che raccoglie forcellone, cavalletto e motore. Sotto il canotto, due “bretelle” imbullonate scendono a formare una doppia culla aperta, con il motore che diventa parte strutturale dell’insieme. Quest’ultimo è un monocilindrico con distribuzione ad aste e bilancieri, alesaggio e corsa di 56x50 mm per una cilindrata effettiva di 123 cm3, rapporto di compressione 7,6:1 e circa 7,5 CV di potenza a 8.000 giri. L’alimentazione è affidata ad un carburatore Dell’Orto ME 18 BS, l’accensione a volano magnete con bobina esterna e la lubrificazione a pompa a ingranaggi. Infine la frizione, multidisco in bagno d’olio, quattro rapporti e trasmissione primaria a ingranaggi. La ciclistica è semplice ma efficace: al già citato telaio sono abbinati una forcella teleidraulica, un forcellone oscillante con ammortizzatori telescopici e cerchi da 18”, con freni da 134 mm.
Il tutto per un di appena 87 kg, ed una velocità massima che sfiora i 90 km/h. Niente male per una piccola ed economica 125 degli anni Sessanta…
Le molte vite della Corsaro
Il successo del modello porta a un’evoluzione rapida e continua.
Tra fine 1961 e inizio 1962 arriva la Corsaro Veloce, con carburatore da 20 mm, 9 CV e una velocità di 115 km/h. In quegli anni il ruttore viene spostato in un vano esterno sul carter sinistro. Nel 1964 debutta quindi la Corsaro 150 Turismo, seguito l’anno dopo dalla Gran Turismo: stessa base meccanica, ma alesaggio portato a 58 mm e corsa a 54, per una cilindrata di 142,6 cm3 e 9,5 CV. Nel 1965 viene aggiornata anche la Corsaro Veloce, ora con serbatoio più squadrato, mentre fa la sua comparsa la prima Corsaro Regolarità, che negli anni verrà sviluppato anche nelle cilindrate 100, 150 e 160 cm3, con ottimi risultati nelle competizioni fino al 1972.
Dal 1967 il motore viene ulteriormente perfezionato con modifiche interne importanti: pompa dell’olio con ingranaggi più alti, carter più capienti, sfiato spostato, nuovi carter rinforzati e cuscinetti di banco uniformati. Ma non è finita: nel 1969 arrivano la Super Sport e la Sport Lusso, che sostituiscono la Corsaro Veloce, oltre alle 150 Super Sport e Gran Turismo. Sempre nel ’69 fa il suo debutto, sulla versione da regolarità con telaio Ronzani, il cambio a cinque marce, adottato l’anno seguente anche sulle versioni stradali. Nel 1971 è la volta della Country, scrambler di compromesso tra strada e fuoristrada, nel 1972 una nuova testa piatta (comune a tutti i modelli in gamma) e, infine, la Special, lanciata nel 1974 e venduta ancora l’anno successivo.

Transizione, rilancio ed epoca moderna
Dopo il 1974, la Corsaro cede il posto a un nuovo corso per Moto Morini: nel 1975 arriva infatti il 125 H, modello dotato di un motore derivato in gran parte dalla 3 ½ e che subito incarna il simbolo di modernità per la Casa, grazie in particolare all’accensione elettronica.
Qui la sua storia: Moto Morini 3½, genialità e semplicità italiane
Per sentir nuovamente parlare di Corsaro bisognerà attendere parecchio. Dopo gli anni più difficili, di grande transizione, nel 2005 avviene finalmente il rilancio della Casa: è in questo contesto che nasce la Corsaro 1200 progettata (come la 9 ½ ) da Franco Lambertini. Una moto radicalmente diversa dalla Corsaro d’epoca, con un motore bicilindrico a V di 1.187 cm3, quattro valvole per cilindro, iniezione elettronica e cambio a 6 marce, montato su un telaio a traliccio in tubi. Da lì la strada è in discesa: nei due anni successivi la gamma Morini si arricchisce con varianti importanti. Nel 2007, affiancata Scrambler 1200 e dalla maxi‑enduro Granpasso 1200, debutta la Corsaro Veloce 1200, che adotta soluzioni ciclistiche ancora più sofisticate. Poi, dopo la cessione a Jannuzzelli del 2015 arrivano la Corsaro ZZ e la Corsaro ZT. Tra le ultime arrivate topo l’entrata dell’azienda nel gruppo Zhongneng Vehicle del 2018 c’è la Corsaro 750 vista a EICMA un paio d’anni fa…
