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Da piloti a manager: i grandi campioni che hanno sposato Yamaha

Agostini prima e Roberts poi hanno vinto con Iwata anche dopo avere appeso il casco al chiodo. Meno fortuna per Rainey, che ha provato a seguire lo stesso percorso

Yamaha ha avuto una lunga storia di team privati gestiti da grandi campioni, che hanno ottenuto risultati più o meno importanti nel motomondiale. Giacomo Agostini e Kenny Roberts sono stati capaci di cose egregie a cavallo tra gli anni '80 e '90: meno bene è andata a Wayne Rainey, che ha provato a seguirne i passi.


L'avventura di Ago

Giacomo Agostini è stato un pilota speciale per Yamaha: nel 1974 vinse il titolo della classe 350 al primo anno di gare con la casa dei tre diapason, l'anno successivo regalò a Iwata il mondiale della 500, il più prestigioso e anche il primo in assoluto per una marca giapponese. Mino corse fino al 1977, cambiando ancora squadre e terminando comunque la sua carriera con Yamaha. Dopo una parentesi automobilistica, nel 1982 Agostini decise di tornare sulla scena delle competizioni, come team manager della squadra Marlboro-Yamaha. Agostini aveva le moto ufficiali e aveva conservato alcune qualità preziosissime per il suo nuovo ruolo: la cura dei particolari, una grande attenzione a ogni dettaglio, che si verificarono importantissimi per raggiungere grandi risultati anche come dirigente.

L'anno del debutto non fu memorabile: Graeme Crosby si classificò vice-campione, ma senza ottenere successi, Graziano Rossi non andò mai a punti. Nel 1983 andò meglio: Yamaha spostò Kenny Roberts nel team di Agostini e il californiano diede vita a uno dei duelli più belli di sempre del motomondiale con Freddie Spencer. Nel frattempo in squadra era arrivato anche un certo Eddie Lawson, che poi vinse con Agostini tre mondiali nel 1984, 1986 e 1988.

Ma fu proprio il 1988 a segnare un momento critico nella carriera di Agostini manager: a fine stagione un comunicato annunciò il passaggio di Lawson da Yamaha a Honda, un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Il tre volte campione del mondo, che era a Laguna Seca per un impegno con Marlboro, prima smentì e il giorno dopo annunciò il trasferimento come se niente fosse.

Il 1989 fu difficile: Agostini ingaggiò all'ultimo Freddie Spencer, che ormai era decisamente sul viale del tramonto. I risultati furono disastrosi e, per soddisfare lo sponsor, il team manager cercò di firmare con Kevin Schwantz, deluso dalla Suzuki. Giacomo arrivò a far firmare un pre-contratto al texano, ma quando volò in Giappone, ottenne solo un rifiuto dai vertici della casa. I presidenti di Yamaha e Suzuki avevano raggiunto un gentleman agreement per non rubarsi i piloti a vicenda.

Da quel momento in poi Agostini fece fatica a ottenere buoni risultati, anche perché Yamaha decise di affidare le proprie moto ufficiali al team di Kenny Roberts.


KING KENNY, UN VERO DURO

Kenny Roberts si ritirò dalle corse a fine 1983 e l'anno successivo aveva già in dotazione le moto da Yamaha. Un aneddoto che bene rende l'idea di come Il Marziano non avesse cambiato di una virgola il proprio carattere e gli fosse mancato il talento, riguarda proprio una delle prime stagioni, quando Alan Carter e Wayne Rainey gli avevano telefonato dal gp di Francia, lamentandosi delle prestazioni della moto. Lo stesso Carter raccontò che King Kenny prese un jet privato, si recò immediatamente al circuito, li ascoltò e volle provare la moto. In cinque giri scese di un secondo sotto il loro miglior tempo e tornò al box per il briefing, che durò meno di un minuto: li male apostrofò, suggerì loro di dare più gas e se ne tornò subito in California.

Dopo alcuni anni di “gavetta” tra 250 e 500, il team Roberts fece il proprio definitivo salto di qualità nel 1990, quando venne sponsorizzato da Marlboro e ottenne in esclusiva da Yamaha le YZR500 ufficiali. Wayne Rainey vinse il mondiale della 500 al termine di una stagione memorabile, trascorsa a duellare con Kevin Schwantz, mentre nella 250 fu John Kocinski a mettere tutti in riga. Anche nel 1991 e 1992 Rainey riuscì a imporsi, portando a tre titoli consecutivi il proprio palmares e quello del team in top class.

Come per Agostini che nel 1992 scelse di passare a Cagiva, anche per Roberts arrivò la fine della storia con Yamaha, quando nel 1997 decise di lasciare il ruolo di team manager per quello di costruttore. L'avventura con le moto progettate da Tom Walkinshaw e marchiate Modenas non fu particolarmente fortunata, ma questa è un'altra storia.


WAYNE RAINEY, MISSIONE INCOMPIUTA

Dopo il terribile incidente di Misano 1993, Wayne Rainey  provò subito a tornare in pista come team manager e Yamaha lo aiutò fin dal principio a realizzare il suo progetto di fare correre una propria squadra. La prima annata buona fu il 1996, quando lo sponsor Marlboro lo aiutò a chiudere un buon pacchetto con Yamaha e a firmare Loris Capirossi. Capirex riuscì a vincere l'ultimo gran premio stagionale, il suo primo in top class. L'anno successivo Rainey firmò con Norifumi Abe e un giovane Sete Gibernau, ma nonostante uno sforzo maggiore, i risultati non furono così buoni. L'ultima stagione fu il 1998, quando anche Luca Cadalora provò a correre per l'ex compagno di squadra, ma i risultati furono deludenti.

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