Suzuki SV 650 usata, in 25 anni ha conquistato tutti
Economica, affidabile e divertente: dal 1999 la Suzuki SV 650 si è ritagliata un posto speciale nella storia delle medie giapponesi. Una moto semplice ma completa, capace di parlare al neofita come al motociclista esperto, rinnovandosi negli anni senza mai perdere la propria identità…
Arriva l'SV!
A oltre vent’anni dal debutto, la SV 650 resta fedele a sé stessa: una moto concreta, equilibrata ed economica, che non ha mai inseguito mode effimere. Piacque (e piace tutt’ora) perché semplice, versatile e sincera nella guida, capace di divertire su strada e di accompagnare il proprietario nei tragitti quotidiani. Unica vera rivale (anche se un po’ meno fascinosa) della Monster, l’SV rimane oggi una delle bicilindriche più longeve e riuscite della casa di Hamamatsu. D’altra perte, sul finire degli anni Novanta, c’era una crescente saturazione di sportive a quattro cilindri, sia dalle case giapponesi che dagli altri, e Suzuki (come le altre) cercava qualcosa di diverso, che si distinguesse ma restasse pratico e appetibile. Non per nulla, al lancio fu accolta positivamente dalle riviste di settore e dagli appassionati: si apprezzava la combinazione tra divertimento e costi ragionevoli, perfetta per chi voleva una moto completa ma non esasperata. Certo, dalla prima serie del ’99 alla terza del 2016 di strada ne è passata, ma sull’usato si possono fare ottimi affari. Questa è la sua storia.
Prima serie (1999-2002)

La prima debuttò nel 1999 nelle versioni SV 650 naked e SV 650 S semicarenata. Linee morbide, faro tondo e un motore bicilindrico a V di 90° raffreddato a liquido, capace di erogare 72 CV a 9.000 giri/min e circa 68 CV alla ruota. Elasticità e allungo erano i suoi punti di forza, uniti ad una risposta pronta ai bassi e medi regimi. Perfetta per il pubblico a cui era rivolta.
Il telaio a traliccio in alluminio era abbinato ad una forcella telescopica davanti e ad un monoammortizzatore regolabile nel precarico. L’impianto frenante si affidava invece a un doppio disco anteriore da 290 mm e un disco posteriore da 240 mm. Il tutto per un peso sulla bilancia di 165 kg a secco. Ingredienti, quelli appena ricordati, che la rendevano adatta tanto all’uso quotidiano in città quanto all’uso più sportivo . Certo, qualche limite l’aveva anche lei: la forcella risultava per esempio un po’ morbida nelle staccate più decise, e la stabilità in autostrada risentiva di vento e scie. Problemi comunque risolvibili con kit aftermarket. Nonostante ciò, la SV 650 fu un successo commerciale.

Sul mercato dell’usato
Unica vera rivale della Ducati Monster e, indirettamente, anche della Honda Hornet, l’SV prima serie rimane ancora piuttosto “ricercata”, specialmente come prima moto grazie in particolare alla sua straordinaria affidabilità e alla manutenzione semplice. Altro punto di forza? Sicuramente il prezzo: ad oggi si trovano in vendita parecchi esemplari (certo, con qualche km sulle spalle ma ben conservati) anche sotto i 2.000 euro…
Seconda serie (2003-2008)
Nel 2003 arrivò un restyling profondo: abbandonate le linee tondeggianti, fecero spazio forme più spigolose e aggressive. Il telaio passò all’alluminio pressofuso, più leggero di 3 kg, e debuttò l’iniezione elettronica SDTV con doppia farfalla, che rese il motore più regolare, potente e pulito. La nuova strumentazione univa contagiri analogico e tachimetro LCD, il gruppo ottico posteriore adottava la tecnologia LED, e, per correggere il difetto riscontrato sulla prima serie, la forcella guadagnava una taratura più sostenuta. La SV rimaneva disponibile sia in versione naked che in variante semicarenata S, con doppio faro anteriore e semimanubri.
Negli stessi anni, accanto alla 650, nel 2003 Suzuki introdusse anche la SV 1000, spinta dal bicilindrico a V della TL1000S, riconoscibile per il doppio scarico e la gomma posteriore maggiorata. Nel 2007 la 650 adottò la doppia candela per cilindro, adeguandosi alla normativa Euro 3. 
Sul mercato dell’usato
Nonostante l’aggiornamento tecnico, le vendite calarono, complici rivali sempre più agguerrite come la Kawasaki ER-6. Fu la fine: nel 2009 la SV uscì dai listini, sostituita dalla Gladius, carina, ma con poca personalità e, di fatto, mai amata come la sua predecessora. Morale, in vendita se ne trovano un po’ meno ma, anche in questo caso, i prezzi sono più che abbordabili: 2.000 euro circa per la versione carenata (qualcosina meno per la naked) e indicativamente 3.000 euro per la sorellona da 1.000 cm3. Molto, è chiaro, dipende però dal chilometraggio e dallo stato della moto…
Terza serie (dal 2016)

“Abbandonata” per la Gladius, l’SV tornò nei listini Suzuki nel 2016 con il classico faro tondo e il telaio a traliccio, questa volta in acciaio. Tutto nuovo il V-Twin da 645 cm³, aggiornato con nuovi pistoni, airbox più efficiente e scarico ridisegnato. La potenza saliva a 76 CV, con consumi dichiarati nell’ordine dei 26 km/l e la dotazione si arricchiva com ABS Nissin alleggerito, sospensioni riviste e novità elettroniche come l’Easy Start System e il Low RPM Assist, utile nelle partenze e alle basse andature. Saliva però il peso, che in ordine di marcia toccava i 197 kg.
Nel 2017 arrivò anche la versione SV 650X, caratterizzata da uno stile café racer con cupolino, semimanubri e sella dedicata. Ultimo, nel 2021, l’aggiornamento all’Euro 5, che portò con sé nuove colorazioni e la disponibilità di una variante depotenziata da 48 CV per i possessori di patente A2.
Sul mercato dell’usato
Chiaramente, trattandosi di una moto ben più moderna, i prezzi nell’usato potrebbero salire, ma non di molto. Escludendo gli esemplari con più km sulle spalle ed affidandosi alle proprie buone doti di contrattazione, si può ragionevolmente pensare di portarsene a casa una con un esborso vicino ai 4.000 euro.
Citata qualche riga più su, un’altra naked che ha lasciato il segno è senza dubbio alcuno la (o “il” come si vorrebbe) Monster. Oggi privata del suo inconfondibile traliccio a favore di un più performante (ma meno romantico) telaio Front Frame in fusione di alluminio, aprì nel 1993 la stagione delle “nude”.
