Targa deteriorata o poco leggibile: cosa dice la legge e come rimediare
Circolare con la targa sbiadita, danneggiata o poco leggibile espone al rischio di multa e fermo del mezzo. Quella del restauro fai-da-te è una scorciatoia rischiosa e sconsigliata: ecco come fare per mettersi in regola e risolve il problema in modo legale
Targa deteriorata o poco leggibile?
Circolare con una targa danneggiata o non riflettente può sembrare un problema minore, ma in realtà espone a rischi legali e costi significativi. Il Codice della Strada, all'articolo 102, comma 7, stabilisce che chiunque circoli con una targa non chiaramente e integralmente leggibile è soggetto a una sanzione amministrativa che va da 42 a 173 euro. Chiaro dunque l’obbligo da parte del proprietario di rimediare in caso di targa danneggiata o poco leggibile. Ma come? Si può procedere con un restauro “fai da te”? Vediamo di fare chiarezza…
Le sanzioni previste
L'articolo 102, comma 7, del Codice della Strada stabilisce che chiunque circoli con una targa non chiaramente e integralmente leggibile è soggetto a una sanzione amministrativa che va da 42 a 173 euro. Inoltre, se la targa non è riflettente, si applica il comma 13 dello stesso articolo, che prevede una sanzione da 26 a 102 euro, il ritiro della targa non rifrangente e il fermo del veicolo fino alla sostituzione con una targa regolare.
Come capire se la targa è “in regola”
Non esiste un indicatore preciso atto a valutare lo stato (e quindi la conformità) della targa. Il sopra citato Articolo chiarisce che la targa va sostituita quando danneggiata, non riflettente o non “integralmente leggibile”. A questo punto conviene usare il buon senso: un numero o una lettera leggermente sbiaditi ma pienamente leggibili non dovrebbero dare problemi. Al contrario, se il danno o lo sbiadimento appaiono evidenti, oppure se il fondo anziché bianco riflettente è diventato grigio opaco, onde evitare le sanzioni di cui sopra conviene intervenire il prima possibile.
Cosa fare se la targa è danneggiata
Se i numeri risultano illeggibili o la superficie non è più rifrangente, la targa non è considerata regolare. Il problema è che la procedura per sostituirla non è - in Italia - affatto semplice: a differenza di paesi come la Francia per esempio, dove è possibile stampare una nuova targa anche da tabaccai o centri commerciali, da noi il processo è decisamente più complesso e oneroso, semplicemente perchè non è possibile richiedere un duplicato, ma è invece obbligatorio procedere a una nuova immatricolazione. Cosa che a sua volta comporta il ritiro della targa deteriorata, l’emissione di una nuova targa ed il rilascio del nuovo Documento Unico di Circolazione e di Proprietà. Al di là dell’iter burocratico a cui si va in contro (siamo pur sempre in Italia), bisogna in quel caso mettere in conto anche una spesa di circa 200 euro, di cui una trentina per Emolumenti ACI, altri 30 di imposta di bollo, 32,00 per l'iscrizione al PRA e 32,00 euro per la reimmatricolazione. A questi si aggiungono ulteriori 60 euro circa relativi al costo della nuova targa (64 per le moto, 55 per i cinquantini e 85 per le auto).
Restauro della targa: è possibile?
Perché perdere ore all’ACI, in motorizzazione o in agenzia e spendere per di più quasi 200 euro in “tasse” quando potrebbe bastare un bel pennarellone nero indelebile? Perché non si può. Quella del restauro fai da te è una scorciatoia pericolosa e caldamente sconsigliata. Le targhe moderne sono realizzate con vernici rifrangenti approvate dal Ministero, progettate per garantire visibilità in qualsiasi condizione di luce. L’inchiostro di un comune pennarello non è dello stesso tipo e non è pertanto conforme alla normativa. Vero, a volte basterebbe una leggere ripassata al numero o alla lettera che sta sbiadendo (quale agente accentratore potrebbe mai accorgersi o avere a che ridire per un 4 o una M appena ripassati?), ma fate attenzione, perchè la cosa potrebbe, in alcuni casi, (leggasi agente pignolo con la luna storta) configurare addirittura il reato di contraffazione, punito penalmente (i commi 13 e 14 dell’Articolo 100 del Codice della Strada vietano espressamente di falsificare, manomettere o alterare le targhe).
Morale?
Circolare con una targa deteriorata o non riflettente espone a sanzioni pecuniarie e amministrative. È fondamentale intervenire tempestivamente per evitare conseguenze più gravi. Il restauro fai-da-te non è consentito e non risolve il problema in modo legale (nè tanto meno lo fanno - è ovvio - le “targhe replica” in vendita per pochi euro su eBay o simili) La soluzione corretta è procedere alla reimmatricolazione del veicolo, sostenendo i costi associati. Questo almeno per garantire la conformità alle normative vigenti…
A questo punto, potrebbe esservi utile conoscere nel dettaglio la procedura, i costi e le tempistiche relative all’ottenimento di una nuova targa. Ve ne parlavamo approfonditamente qui.