Il sellino con cover monoposto fa tanto café racer come anche gli specchietti alle estremità delle manopole e il manubrio ribassato.
Il motore però è un tranquillo monocilindrico quattro tempi raffreddato ad aria e dotato di iniezione elettronica, che offre un potenza massima (dichiarata) di poco più di 11 CV a 9000 giri. La ciclistica adotta soluzioni classiche ma efficaci: telaio in acciaio, forcella con steli tradizionali e doppio ammortizzatore posteriore, mentre l’impianto frenante offre due dischi con pinze assiali a doppio pistoncino e i cerchi a raggi calzano pneumatici con spalla alta.
Tocchi vintage
La dotazione di serie prevede le luci diurne con indicatori di direzione a LED, nonché molti dettagli da scrambler “vintage” tra cui il manubrio con traversino, la griglia di protezione per il faro anteriore, i soffietti parapolvere sugli steli della forcella.
Posizione comoda
In sella si sta comodi: la posizione di guida è rilassata, la seduta bassa ma ben imbottita permette a tutti di appoggiare i piedi a terra. I più alti stanno un po’ rannicchiati, per le dimensioni compatte, ma niente di terribile. Il motore ai bassi regimi ha una spinta poco vigorosa ma lineare, poi superati i 5000 giri sfodera un discreto brio e allunga allegro, con vibrazioni contenute. Su strada è maneggevole, facile anche per chi ha poca esperienza: l’assetto morbido è ottimo sullo sconnesso ma limita le velleità sportive nel misto, dove è meglio guidare rilassati. I freni sono adeguati alle prestazioni, la leva al manubrio, va strizzata con forza.
Perché sì
La linea è ben riuscita e i tocchi da cafè racer sono alla moda.
La posizione di guida è comoda e permette di avere tutto sotto controllo, l’altezza della sella è corretta, si mettono i piedi a terra con sicurezza.
La maneggevolezza è molto buona, si manovra in poco spazio senza problemi e nelle ora di punta ci si muove senza difficoltà in mezzo alle auto in coda.
Perché no
Il motore monocilindrico ai bassi regimi ha una spinta poco vigorosa ma lineare, per ottenere buone prestazioni occorre farlo girare ad altro regime.
L’assetto morbido non ama la guida “di fretta”, la precisione della ciclistica ne risente se si adotta una guida con comandi bruschi.
Le sospensioni hanno una taratura rigida che fa sentire per bene tutte le buche i pavé.