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MotoGP, Melandri: “Le moto sono come la vita”

MotoGP news – L’ex pilota, campione del mondo 250 ha ripercorso tutta la sua carriera iniziata dalle classi minori e arrivata fino alla MotoGP. Ha svelato alcuni retroscena avvenuti proprio nella top class, nei momenti importanti degli ingaggi con una o un’altra Casa
La MotoGP? Sono stato fortunato, ho realizzato il sogno di una vita”. Con queste poche parole Marco Melandri ha riassunto ciò che di più bello ha raggiunto nella sua carriera. Intervenuto ad un evento organizzato dall'Ordine degli Avvocati di Milano, Melandri, oggi 39enne, ha poi ammesso, come riporta la Gazzetta dello Sport: “Sponsor e amici sono stati fondamentali. Vivevo nelle case popolari da piccolo, ed è grazie anche agli aiuti economici di chi mi è stato vicino che ho potuto gareggiare. Le moto sono un po’ come la vita, sanno darti emozioni anche nei momenti più complicati”.

Pedrosa ebbe la meglio
Nel 2003 arrivò in MotoGP: “Allora la Yamaha non era come oggi, era difficilissima da guidare senza elettronica, bisognava padroneggiarla se non ci si voleva fare male. Ma nel 2004 arrivò Valentino e alla fine della mia prima stagione venni accomodato nel team satellite, il Tech 3”. Dopo decise di cambiare: “All’epoca rifiutai la Ktm e avevo un manager complicato (Loris Reggiani, ndr), tanto che il team manager Fausto Gresini mi disse: ‘Se devo parlare con lui, non se ne fa nulla’. Alla fine trattai direttamente io con lui e guidai la Honda. Partii come ultimo pilota dei quattro, ma quell’anno chiusi secondo nel Mondiale. Nel 2006 avrei dovuto passare nel team ufficiale ma non avevo il passaporto adatto per il team spagnolo, così venne promosso Daniel Pedrosa”.

La pazzia fatta con Ducati
Era forse pronto per iniziare un’altra fase della sua carriera: “A metà 2006 mi sedetti al tavolo con Ducati e Livio Suppo mi fece un’offerta. Ma Gresini, a sorpresa, la pareggiò e mi trattenne. Con Borgo Panigale decidemmo di fare una pazzia, firmare un contratto per il 2008 due anni prima”. Le cose non andarono per il verso giusto, e poi passo alla Superbike: “Ancora oggi sento tutti quelli del mio garage, le difficoltà le ho avute solo con alcuni vertici. I miei uomini sono stati fondamentali con me, hanno saputo ridarmi fiducia quando non avevo feeling con la moto”.
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