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MotoGP 2021, Brivio: “Suzuki interessata a Valentino Rossi, ma lui disse no”

MotoGP news – Oggi Davide Brivio è ormai un ex dirigente Suzuki e sta per iniziare la sua nuova avventura in Formula 1. Così ha raccontato tutti i movimenti del mercato che ci sono stati quando lavorava per la Casa di Hamamatsu, come quando Valentino Rossi rifiutò l'offerta nel 2014 
Informazioni segrete
Ora che Davide Brivio ha lasciato il paddock della MotoGP per trasferirsi in quello della Formula e lavorare nel Team Alpine, con Fernando Alonso, ha raccontato alcuni retroscena segreti di cui lui poche persone erano al corrente. Intervistato dal sito ufficiale di MotoGP ha svelato l’interesse che Suzuki aveva avuto per Valentino Rossi, nel 2012: “Avevo lasciato Yamaha e lavoravo per Vale a livello personale, seguendo i contratti e altre cose, e mi ha contattato Sahara (il direttore del progetto) via Facebook. Che è una cosa molto strana perché io solitamente quel social non lo uso. Ho letto il messaggio e ho visto il suo nome e mi chiedeva su Rossi, che cosa faceva, che intenzioni aveva per il futuro. Diceva che loro volevano tornare in MotoGP nel 2014 e voleva sapere se Valentino sarebbe stato disponibile per correre con loro. Così ho parlato con Vale e mi ha detto che non era molto interessato, voleva tornare in Yamaha. Quindi con educazione risposi che non c‘era nulla da fare. Allora iniziammo a parlare e mi disse: “Se facessimo un team in Italia, saresti interessato?” Dissi di sì e da lì iniziammo, ufficialmente, il 1° aprile del 2013. L’idea era di fare test in quei mesi e iniziare nel 2014, ma ci dissero che tutto si sarebbe posticipato di un anno e che saremmo entrati in MotoGP nel 2015”.

Questione mercato
Successivamente dovette anche scegliere i piloti per la stagione e racconta: “Scelsi Aleix Espargaro perché era un pilota già esperto, veloce e ci poteva aiutare con la messa a punto della moto. Per scegliere l’altro pilota ci fu un po’ da discutere internamente. Avevamo visto Vinales. Vidi la sua gara in Qatar di Moto2 e da debuttante è stato il più veloce negli ultimi 10-12 giri. Poi alla seconda gara, ad Austin, vinse. Dissi che era un pilota speciale, che aveva qualcosa di particolare. Provammo a prendere Andrea Dovizioso, poi all’ultimo decise di stare con Ducati”. Dopo la vittoria del catalano a Silverstone, nel 2016, e la sua marcia verso Yamaha, questi sono stati i piani: “Abbiamo pensato di ingaggiare Andrea Iannone e pensavamo di ripetere il progetto Vinales con un altro giovane pilota. Così scegliemmo Alex Rins e per questo abbiamo dovuto “sacrificare” Aleix Espargaro”.
Ma non sono finiti qui i retroscena, nella rete Suzuki  era anche finito Johann Zarco. Brivio racconta: “Nel 2014 avevamo stipulato un contratto con Zarco mentre correva in Moto2. Quindi nella sua ultima stagione in Moto2 era già sotto contratto con la Suzuki. Poi però abbiamo dovuto scegliere tra lui e Rins, ed è stato molto difficile. Decidemmo per Rins e questo ha generato molte critiche. Perché nel 2017 Zarco è andato in Yamaha con Tech3 ed è stato subito molto forte. È salito sul podio mentre Rins era infortunato e aveva molte difficoltà. I risultati per il 2017 sono stati molto deludenti. Rins aveva saltato quattro o cinque gare e con Iannone non avevamo un motore che gli permettesse di esprimersi”.

Lorenzo o Mir?
Ma arriva un'altra scelta chiave: "Nel 2018 dovevamo decidere la squadra per il 2019. Il progetto Rins stava funzionando. Cominciava a considerare l'idea di ripetere la mossa fatta con Rins con un altro giovane. Iniziai a pensare a Joan Mir perché rimasi colpito dal fatto che avesse vinto un titolo di Moto3 vincendo dieci gare. Intanto emerse la possibilità di Jorge Lorenzo e mi ritrovai a scegliere tra Lorenzo e Mir, ma non è stata una scelta di piloti, benché di filosofia. Che strada prendere. Prendere un pilota consolidato o proseguire con il progetto dei giovani e Mir ci è sembrato speciale”. Il tempo  gli ha dato ragione.
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