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MotoGP 2020, la rivincita dei team privati. Petronas e Tech3 hanno messo in ombra gli ufficiali

Morbidelli e Quartararo hanno vinto 6 gare contro l'unico successo di Yamaha Factory, Miguel Oliveira ha regalato una doppia gioia a Poncharal e più di un dispiacere a Espargaro. Ormai le moto delle squadre satellite sono quasi identiche ai prototipi dei team ufficiali, e anche il travaso di tecnici alle strutture supportate è importante
Il 2021 è stata la stagione forse più strana di sempre in MotoGP, e non solo per il calendario stravolto dal Covid: era infatti dal 2006 (Toni Elias, team Gresini, in Portogallo), che un pilota non ufficiale non vinceva un gran premio. Nel 2020 invece le squadre satellite hanno portato a casa 8 successi su 14 e molti podi. A Portimao, Oliveira, Morbidelli e Miller hanno monopolizzato la cerimonia, e nel corso del campionato i team non ufficiali hanno conquistato ben 16 trofei su 42. Il caso più eclatante è quello di Petronas.

Confusione Yamaha
A Iwata hanno di che pensare: la squadra malese ha vinto 6 gare, contro l'unica affermazione a firma Vinales del team factory. Si è parlato spesso dei supposti vantaggi derivati dall'utilizzo di una M1 “vecchia” da parte di Franco Morbidelli, ma Fabio Quartararo invece aveva la stessa moto di Maverick e Valentino. Rossi dal canto suo ha ricordato che nel team ufficiale ci sono molte più cose da provare nel corso della stagione, anche se nel 2020 i tecnici giapponesi non è che hanno portato così tante novità nel box.

KTM e gli altri
Il discorso trova ancora maggiore riscontro guardando a Mattighofen, dove Miguel Oliveira ha vinto ben due gare con la RC16 del team Tech3, identica a quelle usate da Brad Binder e Pol Espargaro. Solo Ducati e Honda hanno tenuto fede al copione che vuole le moto ufficiali più veloci: ma se Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci hanno portato a casa due successi contro i 5 podi senza acuti di Jack Miller e Francesco Bagnaia, Honda merita un discorso a parte: Taakaki Nakagami ha corso con la RC213V del 2019 e Cal Crutchlow ha avuto una stagione travagliata. LCR rappresenta forse la situazione più evidente di un team che la casa madre continua a trattare con un peso ben differente rispetto alla struttura ufficiale. D'altronde HRC ha sempre fatto così, e anzi, per gli standard nipponici sono stati fatti già diversi passi in avanti.

Quali differenze
In generale si può comunque dire che lo sviluppo congelato di motori e aerodinamica ha accorciato le distanze, e che anzi tutti i costruttori, visto che i test sono stati annullati, preferiscono avere moto quanto più simili per avere una banca dati più importante cui attingere. La differenza più rilevante oggi tra un team ufficiale e uno satellite è nel numero e nelle eccellenze del personale impiegato, ma anche in questo senso Ducati sta spingendo verso una nuova direzione. Non solo il team Pramac, ma anche Esponsorama ha beneficato dell'innesto di ottimi tecnici provenienti da Borgo Panigale, e le prestazioni di Zarco sono state un ottimo riscontro degli sforzi espressi.
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