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Le sportive 600: il bello di avere 18 anni degli anni 90!

Nell'ultimo decennio del XX secolo sono nate le sportive moderne più gloriose di sempre, tanto che molte di loro sono ancora sul mercato. Facciamo un viaggio nel tempo tra le 600 carenate dell'epoca che hanno fatto divertire tanti 18enni amanti dell'adrenalina

Gli anni '90 sono la decade per eccelenza delle sportive. La rapida evoluzione tecnica e tecnologia ha permesso ai costruttori di dar vita a mezzi sempre più performanti e veloci, due qualità che facevano girare la testa a gran parte degli appassionati. C'erano sì golose carenate a 2 tempi, di cui vi parliamo in un altro articolo, ma anche tante nuove 600 con motori plurifrazionati in grado di emozionare e far divertire tanto su strada quanto in pista. Ecco alcuni dei modelli che hanno contribuito a fare la storia delle due ruote di fine XX secolo.

Honda CBR 600 F2

La splendida CBR 600 F2 con colorazione bianco rossa

Non fatevi ingannare dall'aspetto molto stradale, perché la CBR 600 F è stata una delle sportive più vincenti di casa Honda. La F2, la seconda generazione, è arrivata nel 1991 come erede dell'amata "Hurricane" (soprannome nato negli Stati Uniti): il motore quattro cilindri in linea alimentato a carburatori è stato notevolmente rivisto, infatti alesaggio per corsa sono passati da 63 x 48 mm a 65 x 45,2 mm e la potenza è salita a 97 CV a 12.000 giri/minuto (sulla F1 erano 86 CV). Nuova forcella da 41 mm a steli tradizionali, carenatura più moderna e tondeggiante e telaio in acciaio a doppia culla rinnovato. Nel 1995 si passa alla F3, anch'essa rivista a tutto tondo per migliorare il progetto: aveva un motore più potente e ricco di coppia ai bassi/medi regimi, nuove prese d’aria e dischi a freno anteriori flottanti e di un diametro maggiore (296 mm contri i 276 del passato).

Kawasaki Ninja ZX-6R

La Kawasaki Ninja ZX-6R è nata nel 1995 ed è ancora oggi sul mercato con cilindrata 636

Questa sigla è ancora presente a listino Kawasaki e proprio quest'anno festeggia i 30 anni. La prima ZX-6R ha debuttato sul mercato nel 1995: una sportiva modernissima e accattivante, pensata sia per dominare sulle piste ma anche per chi voleva “scendere” dalle grosse cilindrate. Il motore, rigorosamente 4 cilindri in linea, era abbinato a una partita di 4 carburatori Keihin CVK D36 che, grazie al supporto del sistema ram-air, permettevano di raggiungere una potenza massima di 100 CV ad oltre 12.000 giri/min. Prove dell'epoca parlano di una grandissima maneggevolezza e precisione di guida: non a caso fu il primo modello con il telaio a travi di alluminio della sua classe.

Ducati SuperSport 750/600

La Ducati SS ricorda molto la top di gamma 851, ma anche sulla 600 la componentistica è di alto livello

Questa sigla è parecchio nota nell'orbita Ducati, infatti fu di grande successo soprattutto negli anni '70. Si torna a parlare di SuperSport nel 1988, quando la casa di Borgo Panigale decise di affiancare alla famiglia delle superbike, come la 851, una linea di sportive più stradali e accessibili. La prima SuperSport era spinta da un motore bicilindrico desmodromico a due valvole raffreddato ad aria da 904 cm³, poi arrivò la SS 750. Questo modello aveva un design accattivante, un telaio in tubi di acciaio, forcella a steli rovesciati, impianto frenante Brembo e un propulsore da 748 cm3 per 62 CV di potenza. La SS 600 arriva solo nel 1994 dopo le SS 350 e 400: le differenze principali riguardavano lo scarico 2-in-1, il freno anteriore a disco singolo e la possibilità di avere la semicarenatura. La cilindrata della versione 600 è di 583 cm3 per una potenza massima di 48 CV.

Yamaha YZF 600 R Thundercat

La Thundercat ha portato a casa ottimi risultati sportivi prima di lasciare spazio alla mitica R6

In Europa conosciamo molto bene la FZR 600, una sportiva ben fatta ma anche molto legata agli anni '80 per stile e caratteristiche tecniche. Nel 1994, in America, debutta la YZF 600 R Thundercat, arrivata da noi due anni dopo: questa novità di media cilindrata derivava proprio dalla FZR, ma offriva numerosi aggiornamenti che le permisero di competere in pista con ottimi risultati. Il motore quattro cilindri in linea, avvolto dal telaio Deltabox in acciaio, aveva pistoni più leggeri e un sistema di accensione elettronica a fasatura variabile con sensore di posizione della valvola a farfalla. La potenza era all'altezza delle concorrenti, 100 CV a 11.500 giri/min, così come l'estetica più orientata all'arrivo del nuovo millennio.

Suzuki GSX-R 600 SRAD

A differenza di molte concorrenti, la GSX-R 600 SRAD sembra venire dal futuro

La supersport di Hamamatsu deriva strettamente da una delle moto più rivoluzionarie di sempre, la sorella 750 del 1996. In realtà, la GSX-R 600 SRAD è nata l'anno successivo ed è ricordata ancora oggi per la sua voluminosa carenatura a forma di ovetto. Il telaio perimetrale in alluminio, così come il forcellone, sembravano venire dal futuro, i freni erano Tokiko e il peso era contenuto in 174 kg a secco. La Gixxer era una moto ben fatta e anche molto veloce: il motore quattro cilindri in linea affiancato da quattro carburatori Mikuni BDSR 36 arrivava ad una potenza di 110 CV a 11.800 giri/min.

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