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Moto 50 da sogno, che bello avere 14 anni negli anni 90!

Il boom dei ciclomotori è stato negli anni '90 quando le sportive stradali erano il sogno di ogni quattordicenne. Dopo avervi presentato gli scooter 50 più amati, ora è il turno delle carenate più in voga dell'era d'oro del 2 tempi

Scie di fumo azzurro, elaborazioni senza limiti, il profumo di miscela per strada, nessun tipo di normativa antinquinamento... gli anni '90 li ricordiamo con nostalgia anche per questo, quando i motori a 2 tempi erano super truccabili e i giovani futuri appassionati morivano dalla voglia di metterse in sella ai propri cinquantini. Oggi la categoria è stata ammazzata dai più sostenibili 4 tempi ed i pochi 50ini a miscela in circolazione sono quasi esclusivamente motard. Negli anni d'oro, però, non esistevano e, oltre agli scooter, i quattordicenni sognavano soprattutto sportive e moto da fuoristrada: ecco alcuni dei ciclomotori più memorabili degli anni '90.

 

Aprilia RS 50

La splendida Aprilia RS 50 in versione Chesterfield

L'amatissima sportivetta di Noale arriva tra il '92 e il '93 come erede della mitica AF1. Viene chiamata Extrema e non a caso aveva tantissima familiarità con le moto da Gran Premio di Aprilia. La carenatura aveva linee moderne e aggressive, valorizzata da colorazioni replica come la "Chesterfield" di Max Biaggi. Il telaio perimetrale in acciaio era abbinato ad un forcellone monobraccio, cerchio davanti da 16" (sostituito dal 17" a partire della seconda generazione del 1997), forcella a steli tradizionali e semimanubri bassi e chiusi. Il motore era un monocilindrico 2 tempi raffreddato a liquido e dotato di cambio a 5 marce. Era grintoso già dai medi regimi e la ciclistica ben affinata garantiva un buon comfort e tanto divertimento tra le curve.

In foto vedete il model year 2006 della Aprilia RS 50

Come anticipato, a 5 anni dalla nascita è arrivata la seconda versione della RS 50, caratterizzata dalle linee tonde delle nuove moto da GP e un nuovo forcellone bibraccio. La terza serie, molto legata alla Derbi GPR50, arriva nel 2006 con forme spigolose e attuali, infatti lo scarico era sotto alla sella. L'ultimo capito della storia RS 50 si apre nel 2011 e si chiude nel 2020, anno in cui è uscita dai listini: venne chiamata RS4 50 (a richiamo della superbike RSV4), ma per fortuna il motore era ancora un 2 tempi ma della casa spagnola.

 

Cagiva Prima 50

La versione più performante della Cagiva Prima 50, la R Evoluzione [foto di 125stradali.com]

Per molti chiamata anche Mito 50, questa piccola sportiva debuttò al Salone di Milano del 1991. La carenatura riprendeva le forme e il design della 500 con cui Lawson correva nel Motomondiale e infatti anche le colorazioni erano decisamente suggestive. La Prima 50 si distingueva per una particolare scelta tecnica: il serbatoio non era tra le gambe del pilota ma nascosto sotto al codino. Ciclistica di prim'ordine con telaio perimetrale, cerchi da 16", forcellone bibraccio e forcella Marzocchi a steli rovesciati da 35 mm, prelibatezza difficile da trovare anche su moto più performanti dell'epoca. Il motore monocilindrico raffreddato a liquido da 49,8 cm3 era definito a corsa corta (39,6 mm) ed era abbinato ad un cambio a 3 marce. Strano ma vero, infatti i 6 rapporti erano dedicati esclusivamente alla versione Prima R Evoluzione.

 

Gilera 503

Come l'Aprilia e la Cagiva, anche la Gilera 50 si ispirava tantissimo alla sorella 125 [foto di 125stradali.com]

La prima sportiva della casa di Arcore è arrivata ancora prima della RS 50 e della Prima 50, infatti si è vista per la prima volta nel 1991. A differenza di tutte la sue concorrenti, la 503 presentava un parafango esteso e una carenatura integrale che nascondava completamente il telaio in acciaio a doppia trave diagonale. La componentistica era di livello, a partire dal cruscotto derivato dalla Crono 125, così come il miscelatore e l'avviamento elettrico. Davanti c'era una forcella a steli tradizionali da 32 mm, dietro un monoammortizzatore con schema Power Drive, su entrambi gli assi i freni a disco. Sulla Gilera 503 siamo riusciti a trovare anche qualche informazione in più sul blocco motore raffreddato a liquido che, abbinato ad un carburatore di 12 mm, erogava una potenza di 6,5 CV senza blocchi. Nota curiosa: il cambio aveva 3 marce ma con il kit opzionale si potevano ripristinare i 4 rapporti).

 

Malaguti RST 50

Il modello che vedete qui sopra era il primissimo nato a fine anni '80 [foto di 125stradali.com]

Possiamo considerarla più figlia degli anni '80, ma anche la RST 50 è stata protagonista dell'ultimo decennio del XX secolo. Il modello è nato nel 1987 e a due anni di distanza è stata aggiornato in vista delle nuove regole del Codice della Strada. Il telaio era a doppia culla chiusa in tubi quadri di acciaio e la forcella a steli tradizionali da 32 mm era dotata di un sistema antidive regolabile su tre posizioni. Al posteriore invece lo schema era cantilever con forcellone in acciaio e ammortizzatore Sebac. Tra i dettagli più corsaioli ci sono i due silenziatori sotto al codino che ricordano una 250: peccato nel 1990 siano stati tolti. Comunque, il motore era un monocilindrico raffreddato a liquido con cilindro in alluminio a 4 travasi e carburatore SHA 14/12. Il blocco Franco Morini era il G304 poi, a causa della riduzione di rapporti da 4 a 3, è stato rinominato G303.

 

Gilera Rally 50

Gilera faceva sognare i rally africani con questo ciclomotore da sogno [foto di 125stradali.com]

Chiudiamo questa breve raccolta di modelli storici con la Rally 50, una moto da Dakar in miniatura sviluppata da Gilera nel pieno degli anni '80. Le linee però erano modernissime, il pacchetto tecnico di livello e, ad esser sinceri, l'unico elemento che la lega a quel periodo era il freno posteriore a tamburo (sostituito nell'1989 da un disco da 220 mm sulla versione RC 50 Top Rally). Il motore monocilindrico raffreddato a liquido era prodotto da KTM: ammissione lamellare, miscelatore automatico e cambio a 4 rapporti. Le prestazioni erano molto briose, infatti derivava dalla versione da cross di 80 cm3: unico difetto? Non era previsto l’avviamento elettrico, accessorio sempre più richiesto dai quattordicenni degli anni '90.

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