Sospensioni elettroniche semi attive: pregi, difetti e funzionamento
Le sospensioni elettroniche semi attive, cioè in grado di regolarsi "da sole" sono di serie su molti modelli top di gamma. Vediamo funzionamento, pro e contro di questa raffinata tecnologia
Piaccia o non piaccia, l'elettronica sulle moto ha fatto passi da gigante e gli assistenti alla guida come il controllo di trazione e l'ABS (ancora meglio se Cornering, quindi efficaci anche in curva) aumentano sicurezza e prestazioni. Anche le sospensioni sono diventate più tecnologiche e su molti modelli top di gamma sentiamo sempre più spesso parlare di sospensioni elettroniche semi-attive. Veri e propri sistemi "intelligenti" pensati per migliorare il comfort e la sportività: vediamo insieme come funzionano e quali sono i vantaggi di questi dispositivi di ultima generazione.

Le sospensioni elettroniche si fanno notare per i cavi di connessione che spuntano dai tappi
Sospensioni tradizionali VS elettroniche
In realtà, a livello di funzionamento meccanico, le sospensioni elettroniche sono paragonabili alla classica sospensione completamente regolabile. Questo significa che al suo interno c'è una componente elastica (la molla, indispensabile per sostenere il peso e assorbire le sconnessioni della strada) ed uno smorzatore (in genere idraulico, per gestire estensione e compressione). Per modificare il precarico e l'idraulica, su una sospensione tradizionale è necessario fermarsi e armarsi di cacciavite e attrezzi dedicati. Caso a parte è il pomello per regolare il precarico da remoto, soluzione presente su molti modelli turistici ma che comunque richiede un intervento manuale.

Internamente una forcella a controllo elettronico funziona come una tradizionale
Su una sospensione elettronica, invece, sono presenti degli attuatori elettromeccanici che si occupano di fare tutto il lavoro per voi. Questi componenti non si vedono, sono nascosti internamente alla forcella e al monoammortizzatore: infatti l'unico indizio che ci fa capire della loro presenza sono i relativi cavi di connessione che spuntano dai tappi della sospensioni al posto dei classici registri. Cambiando mappa o modificando i setting direttamente dal cruscotto, in pochi millisecondi il sistema è in grado di riadattare la taratura di forcella e monoammortizzatore secondo quanto richiesto dal pilota, anche in marcia. Esempio: di rientro da un bel giro venite sorpresi da un diluvio inaspettato. Inserite la mappa rain che, oltre a variare la risposta del gas e l'intervento del controllo di trazione e dell'ABS, ammorbidisce le sospensioni (come si dovrebbe fare sul bagnato) così da avere il massimo controllo del mezzo. O ancora, sale il passeggero e caricate le valigie, con dei semplici e facili passaggi dal cruscotto il sistema aumenta il precarico per compensare lo sbilanciamento.

Per gestire le sospensioni elettroniche è necessario un cablaggio e una centralina aggiuntiva
Le sospensioni semi attive sono "intelligenti"
Parlare di sospensioni elettroniche, oggi, significa parlare anche di tecnologia semi attiva, in grado di adattare il setting autonomamente in base allo stile di guida e alle condizioni della strada. Oltre quindi agli elettroattuatori di cui vi abbiamo parlato, all'interno della sospensioni sono presenti anche dei sensori aggiuntivi che rilevano il movimento, cioè quanto è schiacciata la sospensione, e la velocità di tale movimento. Istante per istante questi dati vengono inviati alla centralina insieme alle informazioni ricevute dalla piattaforma inerziale IMU (indispensabile per monitorare la posizione della moto nello spazio: angolo di rollio, imbardata, ecc) e alla velocità delle ruote, e poi elaborati da sofisticati sistemi sviluppati direttamente dalle case. Ad esempio, Suzuki con la GSX-S1000GX ha fatto debuttare le sue strategie SFRC (Suzuki Floating Ride Control) e SVDC (Suzuki Velocity Dependent Control), basate su sospensioni e su tecnologie Showa EERA.

Senza attrezzi e in pochi secondi dal cruscotto si possono modificare i numerosi setting delle sospensioni
Per fare un altro esempio, immaginate di divertirvi tra le curve, asfalto perfetto, mappa sport inserita e taratura delle sospensioni più rigida. Ad un tratto la strada diventa più ondulata (purtroppo capita più spesso del previsto): dai movimenti delle sospensioni il sistema rileva questo cambiamento e, in pochi istanti, ammorbidisce entro un certo range il setting per assorbire le sconnessioni. Stesso principio di funzionamento in caso di frenata brusca e improvvisa, quando è richiesto più sostegno per non sbilanciare troppo l'assetto.

In termini dinamici le sospensioni elettroniche semiattive offrono grandi vantaggi
Vantaggi e svantaggi delle sospensioni a controllo elettronico
Come anticipato ogni brand ha la propria tecnologia, affinata secondo l'esperienza e le volontà del team di ingegneri e collaudatori. In termini dinamici, ci sono solo grandi vantaggi: le sospensioni si regolano molto più velocemente e facilmente; in più la moto si adatta praticamente da sola alle condizioni della strada offrendo quindi tanto più comfort ma anche maggior sportività e sicurezza. Tenete però presente che questo intervento è sempre un po' in ritardo, perché il sistema non è in grado di prevedere: solo quando viene rilevato un cambiamento nell'andamento delle sospensioni viene ricalcolata e poi attuata la nuova taratura, quindi comunque dopo pochi secondi.

Ogni brand sviluppa la propria tecnologia basata sull'esperienza degli ingegneri e collaudatori
Tornando su vantaggi e svantaggi, l'aumento di peso è quasi impercettibile considerando che i sensori sono molto leggeri e al più viene aggiunta una centralina e qualche metro di cablaggio in più. Di contro bisogna fare una considerazione sul lungo periodo di utilizzo e possesso di una moto. Per avere un comportamento ottimale, le sospensioni andrebbero revisionate con frequenza di 2/3 anni e gli elettroatturatori si potrebbero rompere: queste incognite si possono tradurre in costi extra di manutenzione che vanno tenuti conto in fase di acquisto.
