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Incubo sorpassometro: come funziona, dove viene installato e quali sono le sanzioni

Sempre più diffuso lungo le strade ad alta incidentalità, il cosiddetto “sorpassometro” è un sistema elettronico capace di rilevare i sorpassi vietati, anche in assenza della Polizia. Ecco tutto quello che c’è da sapere, comprese le sanzioni previste e le modalità di ricorso

Cos’è e come funziona il sorpassometro 

Come l’autovelox dev’essere omologato, ben segnalato ed istallato previa autorizzazione formale del Prefetto ma, come si evince dal nome, è serve ad altro.  Il “sorpassometro” non misura la velocità, ma analizza i movimenti del veicolo: rileva cioè i sorpassi vietati ed è sempre più utilizzato nei punti considerati a rischio, come curve, dossi o strade con visibilità limitata. 
I modelli più aggiornati – come il tipo SV3, approvato a fine 2024 – combinano una tecnologia avanzata a un’analisi in tempo reale delle immagini riprese. In pratica, quando appositi sensori nel manto stradale rilevano il passaggio sulla corsia opposta, un sistema di elaborazione registra un breve filmato (ottenuto da telecamere appositamente installate) che viene trasmesso in tempo reale al comando della Polizia Locale, dove un operatore verifica e convalida la sanzione. Non è previsto l’alt immediato: la violazione può essere contestata in differita, come stabilito dall’art. 201 del Codice della Strada. Ma ci arriveremo dopo. 

Dove vengono installati i sorpassometri?

I sorpassometri non possono essere installati ovunque. Serve un’autorizzazione formale del Prefetto basata su dati che dimostrino un alto tasso di incidentalità nel tratto interessato. In genere, vengono collocati in zone particolarmente pericolose: curve cieche, rettilinei con scarsa visibilità, tratti dove la segnaletica da sola non basta. I decreti prefettizi che autorizzano l’uso del sorpassometro sono pubblici e consultabili da ogni cittadino.

Le sanzioni previste per chi supera la linea continua

Secondo l’art. 148 del Codice della Strada, il sorpasso vietato è una delle infrazioni più gravi:

  • Multa da 167 a 665 euro, con 10 punti in meno sulla patente;
  • Se la manovra avviene in curve, dossi o incroci, la sanzione sale a 327-1.308 euro;
  • Per i neopatentati, è prevista la sospensione della patente da 1 a 3 mesi, in caso di recidiva entro 2 anni;
  • Aumento di un terzo della sanzione se l’infrazione avviene tra le 22:00 e le 7:00.

Se invece si attraversa semplicemente la linea continua senza effettuare un sorpasso vero e proprio, la sanzione è più lieve: multa ridotta e 2 punti in meno.

Ricorso: quando e come impugnare la multa

Come accennato sopra, anche le multe elevate tramite sorpassometro sono contestabili:

  • Entro 60 giorni davanti al Prefetto;
  • Entro 30 giorni davanti al Giudice di Pace.

Oltre ai classici vizi formali (notifica tardiva, errori nei dati), il ricorso può poggiare su due elementi fondamentali:

  • Segnaletica assente o illeggibile: esattamente come l’autovelox così il sorpassometro dev’essere preannunciato da un cartello ben visibile;
  • Omologazione mancante: la legge distingue tra approvazione (autorizzazione ministeriale generica) e omologazione (certificazione tecnica). In assenza di omologazione, la Cassazione ha chiarito che la multa può essere annullata. Deroga che abbiamo imparato a conoscere parlando di autovelox ma che rimane ad oggi al centro di numerose e differenti interpretazioni…

Il quadro normativo di riferimento

L’uso del sorpassometro è regolato da specifici decreti ministeriali. Il primo risale al 2008, aggiornato nel 2011(modello SV2) e infine nel dicembre 2024, con il Decreto n. 603, che ha dato il via libera al modello SV3, estendendone l’utilizzo anche a strade con limite di velocità fino a 90 km/h.

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Piero Gol
Dom, 17/08/2025 - 18:34
Per gli autovelox di parla sempre di omologazione (certificazione della conformità (iniziale, ndr) dello strumento a specifici standard e requisiti normativi, garantendone l'accuratezza e l'affidabilità nell'uso previsto) ma non si parla mai di calibrazione periodica, come avviene abitualmente per tutti gli strumenti di misura, soprattutto fiscali. Perché?