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MotoGP, Suppo non si illude: "Dorna non vuole un team privato Suzuki"

Il manager della casa giapponese ritiene che il promoter del campionato preferisca attendere l'arrivo di un costruttore: "Per il valore del campionato avere ancora le due Suzuki non cambierebbe nulla"
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MotoGP
La fine dell'avventura in MotoGP di Suzuki lascia sicuramente una situazione in sospeso: dipendenti a casa e materiale tecnico di prim'ordine che avrebbe permesso di raggiungere buoni risultati a un team privato per almeno un'altra stagione. Ma a quanto pare l'opzione di una squadra clienti o di una struttura semi-ufficiale per correre con le GSX-RR anche nel 2023 non è considerata da Dorna come praticabile.

Parola di Livio
È stato lo stesso Suppo, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport a spiegare perché non vedremo più le quattro cilindri di Hamamatsu in pista nella prossima stagione. “Mi piacerebbe farlo, ma questo si scontra con la volontà della Dorna di non avere due moto satelliti in più – ha spiegato il manager piemontese-. Per il valore del campionato non cambia niente, in più si tengono le mani libere, qualora un altro costruttore dovesse decidere di entrare”.
Sulle reali motivazioni che hanno spinto la casa giapponese a prendere la decisione di salutare le corse, Suppo non sa aggiungere nulla rispetto al comunicato stampa a disposizione di tutti. “Non ho mai incontrato i vertici Suzuki, anche perché fino a poco tempo fa c’era il divieto per i non giapponesi di entrare nel loro Paese. Mi ero presentato via mail, avevo raccontato la mia storia, spiegato l’importanza di avere un team satellite… e invece tra poco non avremo neanche quello ufficiale”.

Chi arriverà?
Rimane ora da capire cosa succederà, visto il terremoto innescato da Hamamatsu. Joan Mir è in trattativa con Honda, ma potrebbe rientrare in gioco anche Alex Rins, che proprio oggi ha visto chiudersi una porta in Aprilia, con la riconferma di Espargaro e Vinales. Non è detto che non sia KTM ad aggiungere altre due moto marchiate GasGas allo schieramento. I tempi di una decisione del costruttore austriaco però non sono ancora maturi, e difficilmente lo saranno prima della pausa estiva, che in questo senso potrebbe sbloccare più di una pedina sulla scacchiera del mercato.

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