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MotoGP 2016, Ducati: “Prima molti ridevano, ora tutti hanno le alette ”

Dalla scorsa stagione sono comparse in MotoGP le “alette” aerodinamiche, Ducati è stata la prima sviluppare questa soluzione "copiata" poi da Yamaha e Honda. Alcuni piloti però sostengono che siano pericolose e si dice che possano essere vietate. Il direttore sportivo di Ducati Corse Paolo Ciabatti non è d'accordo: "È un'evoluzione di questo sport "
"Ducati è stata il pioniere"
Lo scorso anni Ducati ha introdotto per la prima volta sulla Desmosedici le winglet, “alette” aerodinamiche che, come sulle F1, hanno il compito di migliorare il carico aerodinamico e quindi il comportamento della ciclistica. Un'evoluzione provata in precedenza da Yamaha quando nella top class si correva ancora con i prototipi 2 tempi, ma poi scartata. Ora le cose sono evidentemente cambiate: da settembre 2015 anche la casa di Iwata ha iniziato a usarle sulle M1, e infine è arrivata Honda che le ha fatte debuttare nei test prestagionali del 2016. Queste appendici aerodinamiche non convincono però alcuni piloti: sostengono possano essere pericolose per la sicurezza e c'è chi chiede che vengano vietate nella MotoGP, come è successo recentemente in Moto2 e in Moto3 (nelle categorie minori saranno vietate a partire dalla stagione 2017). Il direttore sportivo di Ducati Corse Paolo Ciabatti, la pensa diversamente: “Io non sono d'accordo. L'anno scorso, quando le abbiamo montate sulla moto, molti ridevano della novità. A metà della passata stagione hanno iniziato a copiarci e ora le hanno montate quasi tutti. Ducati è stato il primo produttore a capirne la funzionalità e a lavorare sull'aerodinamica, utilizzando queste “alette” per ridurre l'impennata e altri fattori simili. Sono utili”. Riguardo alle lamentele dei piloti l'italiano ha spiegato: “Ovviamente tutti possono dire la loro, ma alla fine, se saranno vietate, sarà un peccato per tutti i produttori. Questa è un'evoluzione di questo sport e Ducati è stata il pioniere, posso solo dire questo”. 
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