Quanto fa la Yamaha YZF-R6? La vecchietta si difenda ancora bene
La seconda generazione della YZF-R6 è quella che maggiormente ha segnato gli anni d'oro delle 600 sportive. Ancora oggi si difende molto bene, ecco i dati rilevati dal nostro Centro Prove
Presentata per la prima volta ai saloni autunnali del 1998, la Yamaha YZF-R6 riscosse subito un gran successo, tanto che spinse gli ingegneri di Iwata a rinnovare sostanzialmente il progetto già quattro anni dopo il debutto ufficiale. La seconda generazione fu quella che, nella storia ultra ventennale di questo modello, segnò una vera e propria trasformazione.
Trasformazione innanzitutto nell’estetica, dove cambia nelle forme grazie a sovrastrutture più snelle ed attillate, ma soprattutto nella tecnica. Sotto questo aspetto, i tecnici di Iwata hanno fatto un vero e proprio lavoro di fino, alzando significativamente l’asticella con innovazioni sostanziali. Partiamo dal motore, il quattro cilindri in linea di 599 cm³ che vede oltre il 90% delle componenti rinnovate. Arriva l’iniezione elettronica in luogo dei tradizionali carburatori, pensata per avere una risposta più lineare del motore quando si va ad agire sul gas. Nuovi sono poi il blocco cilindri, gli ingranaggi del cambio e il sistema di scarico. I valori dichiarati sono di 117 CV a13.000 giri, che diventano 123 con l’airbox in pressione.
Il telaio Deltabox in alluminio arriva alla terza versione ed è stato realizzato interamente per pressofusione, e lavora con un forcellone allungato anch’esso in alluminio. Lato sospensioni la forcella resta a steli tradizionali di 43 mm, ma questi sono ora alleggeriti. Con soli 162 kg, nuovi cerchi a 5 razze e fari lenticolari a quattro elementi, la R6 diventava ancora più leggera e tecnologica.
Come va
La posizione in sella è rannicchiata ma comunque accogliente anche per i più alti, la triangolazione è piuttosto sportiva e dopo non molti km il confort è compromesso. Rispetto al precedente modello, il quattro-in-linea ha guadagnato più fruibilità in basso, mostrando ora una bella erogazione ai medi e confermando l’ottima spinta nella parte alta del contagiri; con un allungo funambolico fino a quasi 16.000 giri (!)
Migliora anche il cambio, più fluido e silenzioso che in passato ma non ancora al livello dei migliori. Nella guida, la R6 conferma le sue doti racing di moto estremamente agile e svelta, “prende” la corda in un amen e altrettanto rapidamente affronta i cambi di direzione. L’avantreno è molto svelto, quasi nervoso, mentre l’erogazione più piena ai medi aiuta e non poco nella gestione della moto. L’arrivo delle pinze radiali migliora il feeling e la potenza frenante, mentre le sospensioni risultano adatte sia all’utilizzo stradale che a quello in pista.
Ma in concreto quanto fa la R6? Ecco tutti i dati rilevati nel 2004 dal nostro Centro Prove.
Prestazioni
- Potenza rilevata alla ruota: 106,1 CV (79,1 kW) a 13.200 giri/min.
- Coppia rilevata alla ruota: 59,5 Nm a 12.000 giri/min.
Accelerazione
- 0–100 km/h: 3,6 s
- 0–400 m: 11,3 s
- 0–1000 m: 20,5 s
Ripresa (da 50 km/h in ultima marcia)
- 400 m: 14,2 s
- 1000 m): 24,8 s
Peso e frenata
- Peso: 179,5 kg in o.d.m. con il serbatoio vuoto
- Frenata da 100 km/h: 37,1 m
Consumi
- Autostrada: 15,4 km/l
- Extraurbano: 17,2 km/l
- A 90 km/h: 18,5 km/l
- A 120 km/h: 16,1 km/l
- Al massimo: 9,6 km/
Autonomia
- A 120 km/h: 265,6 km
- Al massimo: 158,4 km
Capacità serbatoio: 16,5 litri.