Là dove batte il cuore del Drago: visita alla nuova fabbrica Morbidelli in Cina
Il neonato brand italo-cinese Morbidelli ci ha accolti nel nuovo stabilimento produttivo a Ziyang, in Cina, per farci conoscere identità, filosofia e obiettivi
Nei primi anni Duemila nel mondo dei motori il “Made in China” era associato a prodotti di scarsa qualità. Ma il tempo, come spesso accade, è galatuomo e ha ribaltato in gran parte la prospettiva. Chi osserva con un minimo di attenzione il panorama industriale globale, non può ignorare l’evoluzione impressionante del comparto produttivo cinese. Oggi la Cina non è più soltanto la fabbrica del mondo, ma un polo tecnologico in grado di competere - e in alcuni casi scavalcare- i produttori occidentali per innovazione, design e qualità.
L'ingresso dello stabilimento di Ziyang, allestito per l'occasione.
Per iniziare a riflettere su ciò, è sufficiente guardare al mercato della telefonia: nel 2024 Xiaomi si è piazzata al terzo posto mondiale per numero di vendite, subito dietro a giganti come Samsung e Apple. Subito dopo, un altro nome cinese, Oppo, leader assoluto nel mercato interno e quarto a livello globale. Dati che parlano da soli e che raccontano un cambiamento ormai inarrestabile. Certo anche tra le aziende cinesi c’è una gerarchia ben distinta tra marchi più o meno solidi, ma è innegabile che i tempi siano maturi per abbandonare i vecchi pregiudizi. Anche nel mondo delle moto.
Nel cuore della produzione
Lo scriviamo dopo aver trascorso diversi giorni in Cina, all’interno dei cuori produttivi di diverse aziende. Già lo scorso anno avevamo visitato la sede di CFMOTO, di cui trovate qui il racconto, e alcune settimane fa siamo volati nuovamente nel paese del Drago per partecipare ai Morbidelli Days, giornate organizzate dal neonato brand italo-cinese per far conoscere identità e i piani per il futuro, strettamente collegati al nuovo polo logistico e produttivo.
Siamo alle porte di Ziyang, città nella provincia di Sichuan, che conta quasi 5 milioni di abitanti. Qui Morbidelli ha inaugurato il nuovo impianto produttivo. Un’area di 70.000 mq che vede al suo interno linee di assemblaggio, stoccaggio di materiali e sistemi innovativi di controllo qualità, oltre ad uffici e ad una guest room con esposti i modelli più importanti della gamma. Spazi ampi e moderni, caratterizzati da un’elevata tecnologia e automazione.
Nella linea produttiva infatti non c’è il classico “rullo” sul quale gli esemplari in costruzione scorrono, ma ognuno di questi ha una propria piattaforma robotizzata, che in autonomia segue tutti i vari step della catena di montaggio. Ogni singolo operaio o squadra ha il proprio preciso compito: si parte dai telai, dopodiché si passa al fissaggio dei motori al loro interno, proseguendo poi con i cablaggi dell’impianto elettrico, le componenti ciclistiche e le sovrastrutture. Al termine della linea ogni modello viene collaudato al banco prova, si verifica che le emissioni rientrino nei parametri normativi e che ogni esemplare non abbia difetti. Dopodiché si passa allo stoccaggio e all’imballaggio.
Gli obiettivi produttivi di questo nuovo stabilimento, ancora in fase di ultimazione, sono stati fissati per step. Il primo è quello di raggiungere la capacità produttiva di 230.000 unità all'anno, per poi arrivare al secondo step con 500.000 unità all'anno. Il traguardo finale di questa prima fase prevede, entro il 2028, di raggiungere il milione di unità annue prodotte da questo stabilimento e da quello di Taizhou.
Ricerca, sviluppo e post vendita in Italia
Andrea Ferrari, direttore sales e marketing di Keeway Europa, illustra la sede di Budrio
Il polo di ricerca, sviluppo e design è invece dislocato in Italia, a Budrio, in provincia di Bologna. Una sinergia fra due realtà nettamente distinte, che vede la progettazione, lo sviluppo, l’ingegnerizzazione e le strategia di distribuzione in Italia, mentre l’assemblaggio e la produzione avvengono in Cina. Una strategia condivisa da altri brand, e che negli anni ha dimostrato come tale collaborazione possa ritenersi vincente, tanto da dominare le classifiche di vendita nel mercato moto. Caso emblematico: Benelli.
Morbidelli, una storica azienda italiana
La storia di questo marchio è tutta italiana e legata al pilota e imprenditore Giancarlo Morbidelli. A soli 25 anni fondò la propria azienda che si occupava della produzione di macchinari destinati alla lavorazione del legno, ma Giancarlo scelse di seguire anche la propria passione dedicandosi allo sviluppo di moto da corsa. Nel 1970 fondò la Squadra Corse nella categoria 50, per poi passare alla 125 dove ottenne svariati successi. Negli anni la fama del brand crebbe in maniera direttamente proporzionale alla cilindrata dei propri modelli, sino ad arrivare nel 1978 ad una 500 con motore a quattro cilindri in grado di erogare 130 CV a 11.500 giri.
In foto la Morbidelli 500 cc del 1978. Una sportiva da corsa con telaio monoscocca in alluminio e motore a quattro cilindri da 130 CV.
Con la scomparsa di Giancarlo nel 2020, il brand Morbidelli è stato acquisito nell’anno successivo dal gruppo Keeway che diede vita al brand MBP (Moto Bologna Passione). Dopo i primi modelli commercializzati in Italia, il brand nel 2024 cambia nome in Morbidelli, forte dell’eredità sportiva che porta con sé. E proprio per celebrare i successi di Giancarlo, durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo polo produttivo, è stato annunciato che il brand Morbidelli sbarcherà in Moto2 e Moto3 come sponsor, e verrà creato un reparto corse dedicato.