La Duke 390 mantiene le dimensioni e parte delle dotazioni delle sorelle minori, ma monta un motore monocilindrico da 370 cm3 e 43,3 CV (rilevati alla ruota) a 8.900 giri.
Tecnicamente ben dotata
Il telaio a traliccio in tubi di acciaio a sezione variabile è accoppiato a sospensioni WP Apex, con forcella con steli da 43 mm "fissa" e monoammortizzatore regolabile nel precarico. L'impianto frenante firmato Bybre vede al lavoro un disco all'anteriore da 320 mm con pinza a quattro pistoncini e uno da 230 mm al posteriore, "serviti" dall'ABS di Bosch a due canali, disinseribile al posteriore in modalità Supermoto. Completano la dotazione di serie il comando del gas ride by wire, la fanaleria "full Led" e il cruscotto con display TFT a colori che si può connettere allo smartphone.
Uno spasso tra le curve
La posizione del pilota è d’attacco ma non esagerata e i polsi non si stancano subito, solo discreta invece la sistemazione del passeggero. Il monocilindrico ha una erogazione lineare ai bassi ma le marce "corte" la fanno scattare rapida appena si tocca il gas, poi mette in mostra una bella grinta ai medi e agli alti non delude anche se è meglio non insistere. Telaio e sospensioni lavorano bene, la Duke è agile e precisa come le sorelle “grandi” e tra le curve ci si diverte parecchio, soprattutto nello stretto dove la compattezza e i 153 kg di peso la rendono un "fulmine" nei cambi di direzione. La frenata è gestibile ma manca di mordente nell'attacco, molto preciso il cambio anche nella guida sportiva.
Perché sì
Le prestazioni del monocilindrico, facile da gestire ma con una bella grinta ai medi regimi
L'agilità sorprendente che si apprezza nelle curve ma anche nel traffico
Il cambio morbido e preciso anche nell'uso sportivo
Perché no
Il comfort di marcia limitato dalla sella poco imbottita e dalla mancanza di riparo
L'assetto rigido delle sospensioni, bene tra le curve ma in città buche e pavè si sentono
La frenata poco incisiva nell'attacco, la leva va strizzata nelle frenate più decise
Galleria
KTM 390 Duke
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