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Carlo Pernat, intervista esclusiva: “Valentino Rossi è l’unico capace di fermare Marquez”

Carlo Pernat ha passato 40 anni nel mondo delle corse, una carriera lunga e ricca di successi, durante la quale ha centrato mondiali a ripetizione e scoperto alcuni dei migliori talenti italiani. A 70 anni da poco compiuti non ha ancora finito di fare progetti, fedele al suo motto: "Quello che hai fatto ieri non conta niente, conta quello che farai domani"
"Yamaha come Suzuki"
Carlo Pernat, 70 anni compiuti da poco e portati con l'ironia tagliente dei genovesi purosangue, da 40 anni vive di gare e competizioni, ha scoperto alcuni dei talenti più cristallini del Motomondiale e conquistato una ventina di mondiali, ma non ha finito di fare progetti. La nostra Serena Zunino l'ha incontrato prima del GP di Aragon, come suo solito Pernat non si è tirato indietro, ha detto la sua sulla crisi Yamaha, sul caso Fenati, sulla "strana coppia Lorenzo-Marquez e tanto altro ancora.

Lo scorso 9 agosto ha compiuto 70 anni, facciamo un bilancio?
Sono entrato in questo mondo nel 1979, nel motocross con Gilera, 40 anni sono tanti. La passione è la molla principale, tutto diventa più facile e la mia vita è stata tutta una passione, di moto e di altre cose. Non ho né rimpianti né rimorsi. Rifarei gli errori e le cose belle che ho fatto. Tra mondiali piloti e costruttori me ne sono portati a casa 19. Qualche pilota l’ho trovato anche io: Valentino, Biaggi, Simoncelli, Capirossi, Iannone, Gramigni, Reggiani, Mamola... Per me la cosa più importante è sempre stata creare un gruppo, avere un rapporto bello con tutti: il gruppo vince sempre, il singolo perde. La mia filosofia di vita è che il tempo non passa, il tempo arriva. Quello che hai fatto ieri non conta niente, conta quello che farai domani, quindi non è tempo per fare bilanci, ho ancora davanti tanti anni!

Quali sono i progetti futuri?
Ci sono buone possibilità che il prossimo anno sia il direttore sportivo di MV Agusta. Non ho ancora firmato il contratto, ho anche altre alternative che voglio valutare. Direi che all’80% sono con loro, per occuparmi di consulenza sportiva dell’azienda, oltre alla comunicazione e ad altre cose. Non voglio più andare in fabbrica, faccio la consulenza sui campi di gara. Con Iannone invece devo parlare, direi che non sarò più il suo manager, ma potremmo avere alternative sulla comunicazione e altre cose. Non è detto che il rapporto si rompa.

Come vede il prosieguo della carriera di Andrea?
È una “bestemmia sportiva” che lui non abbia vinto qualcosa. Come talento naturale ne ha più di tutti, nell’uno contro uno. Probabilmente c’è stato un problema di scelte: lui è andato alla Pramac con Campinoti, poi in Ducati ufficiale e da lì ha scelto di andare in Suzuki, poteva stare lì anche a meno soldi. Le scelte sono scelte, lo sai dopo se sono giuste o sbagliate. Se fosse rimasto in Ducati probabilmente la carriera sarebbe stata diversa. È un peccato, lui è uno fortissimo e merita di stare là davanti. Altrimenti è un talento buttato via. Quella di Aprilia è stata una scelta un po’ “obbligata”, però anche voluta. Quest’azienda con Iannone o muore o vive, non ci sono vie di mezzo. Saranno due anni molto importanti e vedo che si stanno organizzando bene: hanno già preso un collaudatore, stanno prendendo gente per fare una buona squadra.

Le ultime settimane sono state monopolizzate dal caso Fenati...
Anche lui è un talento naturale esagerato. Ha una guida da MotoGP, molto cattiva. Purtroppo non ci siamo con l’approccio. In questo mondo puoi fare qualche mattana, ma quel gesto non sta né in cielo né in terra. Penso che lui sia un pilota molto determinato, anche cattivo il giusto, ma a volte supera il limite. La squalifica fino a fine anno penso sia giusta, poi però deve ricominciare, una squadra che lo prende ci sarà. Un talento così non può essere buttato via. È un po’ come quando ti condannano agli arresti domiciliari: fai sei mesi e capisci come stanno le cose. Penso che la lezione gli sia bastata. Se non fosse così, sarebbe giusto che non corra più.
Secondo me Fenati poteva fare molto di più, anche prima con la squadra di Valentino Rossi. Quello che succede, non succede mai per caso. Non è ancora detto che MV lo scarichi per il prossimo anno, secondo me Carmelo Ezpeleta ha bisogno di piloti forti e Fenati lo è.

Lorenzo è stato abbastanza duro con Marquez per la caduta di Aragon, la coppia Honda è già scoppiata?
Solo i piloti sanno cosa succede tra loro. Alla partenza c’è sempre un’adrenalina pazzesca, sono arrivati lunghi tutti e due. Marquez era più in centro, ed è chiaro che quando arrivi lungo un po’ ti allarghi. Tra loro si arrangeranno, l’errore l’ha commesso Lorenzo. Se questo è l’antipasto del prossimo anno… È chiaro che se metti due galli nel pollaio... però è meglio avere due galli nel pollaio che si scannano, le galline arrivano sempre dopo.
Honda ha fatto bene a prendere Lorenzo. Leva alla concorrenza un pilota fortissimo, ne ha due in casa, si faranno la guerra ma fino a un certo punto. L’asticella si alzerà ancora di più.

Chi potrà fermare Marquez?
L’avrebbe potuto fermare (o perlomeno combattere) Valentino, se Yamaha fosse andata bene. Ora solo Marquez può fermare Marquez, commettendo qualche errore. Scherzando dico che Agostini deve gufare un po’. All’orizzonte non vedo un altro fenomeno come Marquez. 

Come vede la crisi Yamaha?
Si fanno troppe chiacchiere, ma io vedo molte analogie con quello che è successo lo scorso anno con Suzuki. È stato sbagliato il motore: quello che è stato deliberato mette in crisi tutto, elettronica, telaio, grip. Ora stanno mettendo le pezze, come faceva Suzuki.

È un problema risolvibile il prossimo anno?
Bisogna vedere che motore faranno, non ci metterei la mano sul fuoco. Quando è andato via Furusawa non è stato fatto un ciclo completo di cambiamenti. Hanno delle basi ma gli altri sono andati avanti, oggi tra Ducati e Yamaha c’è la differenza che c’era tra loro sette anni fa, ma a parti invertite. Bisogna che si sveglino! È un bel peccato, perché Rossi è terzo in classifica, gli altri hanno fatto molti zeri, però è un terzo posto che assomiglia un po’ a un quinto, non è da Valentino.

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