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Capirossi e quel drammatico incidente: “Mi esplose un polmone”

Oggi Loris Capirossi si occupa di sicurezza in MotoGP, ma dal 1990 al 2011 è stato un grande campione che se l’è anche vista davvero brutta…

Il momento più terrificante
La vita di Loris Capirossi, icona del motomondiale degli anni 90 e 2000, continua a essere fortemente legata alla MotoGP, dove oggi collabora con Dorna per rendere lo sport del motociclismo sempre più sicuro. Lui che per oltre vent’anni ha gareggiato e vinto tanto.

Sono ben tre i titoli iridati vinti da Capirex, due in 125 e uno in 250, altri cinque podi iridati e una carriera importante. Nella quale però non sono mancati i momenti difficili e di paura. Uno in particolare, come Loris ha raccontato al Corriere della Sera: “Australia, anno 2005, caduto in fondo al rettilineo. Nell’impatto mi esplose un polmone. Sul momento non sembrava una situazione di estrema gravità. Con mia moglie, mio padre e un medico andammo in auto sino all’ospedale più vicino a Philip Island. Ci arrivai praticamente morto, con una autonomia vitale di un minuto e mezzo. Mi piantarono un tubo tra le costole da sveglio, senza anestesia e quel momento non lo dimenticherò mai più”.

Lui che spesso viene ricordato come il più resistente al dolore: “Ho corso spesso in condizioni non perfette. Ma il vero mago è stato il dottor Claudio Costa. Dopo una caduta gli domandavo: quando posso tornare in moto? Lui: quando vuoi tornarci? Domani, rispondevo. Bene, allora domani correrai. Il dolore è sempre stato un problema secondario per me”.

Quando "Capirex" ha deciso di smettere
Proprio nell’anno del suo ritiro ha vissuto poi in pista la morte di Marco Simoncelli: “Avevo deciso di ritirarmi tempo prima, mentre mi trovavo sotto la moto dopo una caduta ad Assen, in Olanda. In quel momento pensai: basta, è ora di finirla. Lo comunicai a tutti e si trattava di concludere la stagione. Non pensavo di vivere una giornata come quella che portò via Marco, tremenda, bruttissima. Non vedevo l’ora di piantarla davvero”.

Poi un commento su un fuoriclasse del motociclismo: “Valentino Rossi è stato semplicemente più bravo di me. Formidabile in pista e magari, a differenza mia, molto categorico nelle sue scelte. Cambiando squadra, scegliendo le persone che avrebbero collaborato con lui. Io ero più accomodante. È passato alle auto e smetterà di correre a 50, a 60 anni. Ha una passione, una vitalità senza fondo. Valentino è eterno”.

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