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Perché i 2 tempi fumano e i 4 tempi no?

Il motivo è nel differente tipo di lubrificazione: nei 2T la lubrificazione è a tutta perdita, nei 4T invece è a circuito chiuso

Non è raro che i motori a due tempi manifestino una certa fumosità allo scarico, molto ridotta in quelli moderni, più evidente in quelli datati. Un problema che non riguarda invece i motori a quattro tempi. Il motivo è nel differente tipo di lubrificazione: nel primo caso viene definita “lubrificazione a tutta perdita”, nella quale l’olio necessario a ridurre l’attrito tra le parti e quindi ad evitare grippaggi viene aggiunto al carburante in una determinata percentuale. Viene quindi bruciato insieme ad esso nella camera di scoppio. Di lì i residui incombusti finiscono nello scarico determinando la fumosità che significa anche maggiori emissioni inquinanti. I due tempi infatti non sono alimentati a benzina pura ma si parla di miscela, con riferimento appunto alla miscelazione di carburante e olio lubrificante.

 

Oggi è molto meglio

Nel tempo però la situazione è molto migliorata grazie allo sviluppo di lubrificanti dalle caratteristiche molto superiori, che dunque possono essere aggiunti al carburante in quantità più ridotte. Mentre i gloriosi ricinati per le moto d’epoca dal caratteristico profumo vanno impiegati in percentuali non inferiori al 5%, con i minerali si sta sul 4% e in condizioni favorevoli si può scendere addirittura fino al 2%; i semi-sintetici, cioè oli minerali additivati, permettono di stare intorno al 3% e si può scindere fino all’1% mentre i migliori oli sintetici vanno miscelati in percentuali anche inferiori all’1% e si sale al 3% solo sulle moto da competizione, nelle quali i motori sono molto più sollecitati. Gli oli sintetici di ultima generazione inoltre bruciano emettendo di per sé una fumosità particolarmente contenuta.

 

Il miscetatore automatico aiuta

Va ancora meglio con i motori dotati di miscelatore automatico, che dosa la mandata del lubrificante in base all’apertura della valvola del gas: variano tra lo 0,75% ad acceleratore chiuso e il 3% a manetta completamente spalancata. Vengono però usati solo sulle moto stradali perché in quelle da competizione, molto più sollecitate, per lo più si preferisce conservare un maggiore afflusso di lubrificante in fase di rilascio, per evitare il rischio di grippaggio.

 

Se fumano può esserci un problema

Al giorno d’oggi la fumosità dei due tempi è molto ridotta e se compare facilmente indica qualche problema: carburazione particolarmente ricca, pompa di lubrificazione mal tarata, oppure l’uso di lubrificanti di scarsa qualità. Se l’olio lascia abbondanti tracce di sé anche dopo la combustione si forma in tutto il sistema di scarico uno strato di materiale carbonioso/oleoso che ha un punto di fumo a una temperatura piuttosto bassa, circa 170°C: inevitabile l’uscita della caratteristica nebbia azzurrina.

 

I quattro tempi sono più puliti

Nei motori a quattro tempi invece la lubrificazione è a circuito chiuso, cioè il lubrificante rimane sempre all’interno del motore stesso, mantenuto in circolo da una pompa. Dunque non brucia e non produce fumo. Se avviene significa che c’è qualche guaio per cui l’olio finisce nella camera di combustione: trafilaggi del lubrificante dai gommini di tenuta delle guide valvole di aspirazione, segmenti consumati che non hanno più tenuta oppure il danneggiamento della guarnizione della testata per cui non riesce più a trattenere l’olio all’esterno. In questi casi è necessario un intervento del meccanico.

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