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Itinerari in moto: Passo della Raticosa

Sfiora appena i 1.000 metri d’altitudine, ma la strada che conduce in vetta è tra le più caratteristiche (e goderecce) dell’intero Appennino settentrionale... Ecco i nostri consigli per non perdere una curva

Il Passo della Raticosa è di certo un nome evocativo e di per sé conosciuto, specie tra i motociclisti “da strada”. Merita tuttavia un approfondimento, ad uso e consumo dei lettori che non hanno mai avuto la fortuna o il tempo di “farselo scorrere” sotto le ruote. Eccovi allora qualche cenno, condito con le nostre dritte…

Dove si trova

Il Passo Raticosa si trova in provincia di Firenze e costituisce un valico naturale nell’Appennino tosco-emiliano, già conosciuto e abbondantemente battuto in epoca medievale, come via commerciale di collegamento tra Bologna e Firenze. Una tratta che raggiunge la lunghezza complessiva di circa 120 chilometri e conduce chi la percorre fino a un massimo di 968 metri s.l.m. Con i limitrofi passi della Futa e del Paretaio, il passo della Raticosa dà forma a un triangolo (letteralmente, dal punto di vista geografico) davvero interessante per chiunque voglia esplorare a fondo questa porzione di Appennino.

Percorrere il Passo della Raticosa

Non è mai superfluo sottolineare come in media/alta stagione il passo sia solitamente preso d’assalto da sciami di motociclisti. In particolar modo nei fine settimana, come consuetudine. Perciò è bene prestare attenzione e restare nel perimetro di una guida civile e rispettosa del territorio e delle persone che lo vivono o semplicemente percorrono. Tantopiù per il fatto che non mancano presidi di autovelox fissi e mobili, e non di meno un controllo piuttosto frequente a opera delle Forze dell’Ordine. Il limite di velocità imposto è per lo più di 70 km/h: ma se può suonare “noioso” in relazione ai rettilinei, tenete presente che è invece più che sufficiente per affrontare allegramente un po’ di curve in gustosa sequenza. Preambolo concluso, possiamo andare al sodo. Ecco come godersi la Raticosa, ipotizzando com’è nella maggioranza dei casi una partenza da Bologna…

Percorrendo la Strada Statale 65

In direzione di Pianoro e proseguendo prima fino a Livergnano, dove il “destra-sinistra” aumenta di intensità, per poi tirare dritti fino a  Monghidoro (abitato suggestivo, che merita una sosta). Oltrepassato il paese, troveremo l’ultimo tratto guidato, decisamente divertente, che condurrà alla cima.

 

Percorrendo la Strada Provinciale 7

In direzione Imola dovrà poi deviare all’altezza del ponte sull’Idice, per proseguire in direzione Monterenzio e a continuare San Benedetto del Querceto. Tra gli ultimi abitati a separarci dalla meta.

 

Tra le due alternative la più inflazionata, nonché la più densa di curve (già dal primo tratto), è sicuramente la SS65. Tuttavia la SP7 rappresenta una valida alternativa, con scorci suggestivi sul Parco dei Gessi Bolognesi e sui Calanchi dell’Abbadessa, formazioni tipiche dell’Appennino, dovute alla forte componente calcarea/gessosa. 

Ad ogni modo, quale che sia la strada scelta, la meta resta una e una soltanto: lo Chalet Raticosa, ormai una vera e propria Mecca dove tutti i motociclisti possono trovare ristoro, scambiare chiacchiere e condividere impressioni.

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