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Yamaha MT-09 SP, la più divertente

Miglioramenti di dettaglio per la MT-09 SP my 2023. Le sospensioni di qualità la rendono ancora più svelta ma anche rigorosa tra le curve, mentre il peso ridotto esalta le prestazioni del motore

Si riconosce al primo sguardo, la MT-09 SP. Per la livrea speciale Icon Performance che riprende i colori utilizzati per la superbike R1 M, ma soprattutto per la componentistica più curata e affinamenti vari come il forcellone in alluminio spazzolato, la seduta con doppie cuciture e la finitura DLC (Diamond Like Carbon) in nero per steli della forcella, leve, manubrio e corona.

Motore immutato
Il resto della scheda tecnica ricalca quella della MT-09 “base”. Il motore è lo stesso tre cilindri Euro 5 di 889 cm3 con una potenza di 119 CV e una coppia di 93 Nm. Uguali anche il telaio Deltabox e il forcellone, entrambi in alluminio. La ricca dotazione elettronica comprende la piattaforma inerziale a 6 assi, controllo di trazione e ABS di tipo cornering, controllo dell’impennata, dell’imbardata e dello slittamento, quickshift bidirezionale, cruise control e 4 mappature motore.

Il cruscotto con schermo TFT da 3,5” a colori mostra informazioni e parametri in modo ordinato, ma al sole è poco leggibile. Il gruppo ottico anteriore, tutto a LED, è caratterizzato da un unico piccolo fanale, affiancato dalle due luci di posizione che vanno a proiettare una forma a Y

Sospensioni di qualità

La ciclistica sfoggia sospensioni raffinate: davanti troviamo una forcella della giapponese Kayaba con steli da 41 mm pluriregolabile (inclusa la regolazione in compressione per basse e alte velocità) con 130 mm di escursione, mentre al posteriore c’è un monoammortizzatore della svedese Öhlins, anch’esso pluriregolabile, con un’escursione di 122 mm. L’impianto frenante utilizza un doppio disco da 298 mm all’anteriore con pinze radiali a quattro pistoncini e pompa radiale al manubrio, mentre al posteriore c’è un disco singolo da 245 mm.

Il monoammortizzatore della svedese Öhlins ha il serbatoio del gas separato e un pratico pomello per la regolazione del precarico

Come va

La posizione di guida è comoda, anche troppo per l’utilizzo sportivo: quando si guida al limite si fatica a “sentire” l’anteriore, per via della posizione di guida poco caricata a causa del manubrio alto. Il tre cilindri Yamaha è sempre una bomba, pochi motori sono così “adrenalinici”: l’erogazione è grintosa a tutti i regimi, la coppia è da bicilindrico, ai medi la spinta prosegue senza incertezze e l’allungo è notevole. Le sospensioni sono roba per veri appassionati, in grado di apprezzare (e sfruttare) le infinite possibilità di regolazione che offrono la forcella Kayaba e il mono Öhlins. In effetti tra le curve è la solita velocissima MT, leggera e compatta, ma le doti della ciclistica sono “amplificate” dalle sospensioni che la rendono ancora più efficace e rigorosa nel misto. Ben tarati i sistemi elettronici, pronti ad agire ma poco invasivi. Potente e sempre gestibile la frenata.

Carta d'identità

Dati tecnici (dichiarati dalla casa)
Motore tre cilindri quattro tempi
Cilindrata (cm3) 889
Raffreddamento a liquido
Alimentazione a iniezione
Cambio a 6 marce
Potenza CV (kW)/giri 119(87,5)/10.000
Freno anteriore a doppio disco
Freno posteriore a disco
Velocità massima (km/h) nd
Dimensioni
Altezza sella (cm) 82,5
Interasse (cm) 143
Lunghezza (cm) 209
Peso (kg) 190
Pneumatico anteriore 120/70 - 17"
Pneumatico posteriore 180/55 - 17"
Capacità serbatoio (litri) 14
Riserva litri nd

 

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