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Sospensioni moto: come funzionano le regolazioni

Si parla spesso di sospensioni pluriregolabili su moto di serie, ma come funzionano? Ecco la nostra guida

Le sospensioni di una qualsiasi moto sono regolate dal costruttore, in modo da offrire una soluzione di compromesso. Si ricerca uno standard intermedio perché non si sa in anticipo quale sarà il tipo di motociclista (altezza, peso, ecc), né tanto meno quali saranno le condizioni principali di utilizzo (fondo, temperatura, carico medio, ecc). Considerato ciò, intervenire sulle regolazioni laddove è possibile ci permetterà di adattare l’assetto della nostra moto alle nostre esigenze. Ma vediamo brevemente quali sono le principali regolazioni a disposizione del motociclista.

 

Cosa è e a cosa serve regolare il precarico

Il precarico non agisce sull’idraulica ed è legato direttamente all’accorciamento della molla rispetto alla sua lunghezza “libera”, cioè senza alcuna sollecitazione. Un maggiore accorciamento significa che occorre una forza più elevata per fare iniziare la compressione della sospensione.
In sostanza agendo sul registro cambiamo la forza da vincere per fare iniziare la compressione. Aumentando il precarico le sospensioni si comprimono meno sotto il peso della moto e del pilota, in altre parole aumenta l’altezza dell’assetto; diminuendo il precarico le sospensioni invece si comprimono di più, abbassando l’assetto.
Qualunque sia il peso del pilota, quando è in sella alla moto questa deve abbassarsi un po’ (circa 30mm) ma non troppo. Bisogna assicurarsi che la maggior parte della corsa della sospensione sia disponibile mentre si guida.

Si può procedere così: avvolgere una fascetta intorno allo stelo della forcella in prossimità della guarnizione di gomma, il “parapolvere”. Assicurarsi che la fascetta non graffi il tubo cromato e che non sia troppo stretta per non danneggiare le guarnizioni in gomma.

A questo punto si parte guidando (accelerazioni e frenate) con uno stile “da tutti i giorni”. Quindi aumentate o diminuite il precarico fino a che la fascetta si fermi 10mm prima di arrivare a fondo corsa. A questo punto avete la corretta regolazione del precarico.

È fondamentale intervenire invece sul precarico posteriore quando si prevedono lunghi viaggi con il passeggero quindi con un maggior carico che schiaccia la sospensione.

Precarico molla anteriore

Se in cima agli steli (sul “tappo”, per intenderci) c’è un grosso dado esagonale dotato di tacche di riferimento, allora è possibile intervenire sul precarico della sospensione per regolare l’altezza dell’assetto. Con l’ausilio di una bussola e di un cricchetto (acquistabili dal ferramenta oppure online), è possibile avvitare l’esagono di modo che questo, abbassandosi, vada a comprimere e quindi a precaricare la molla interna allo stelo. Al contrario, svitandolo è possibile scaricare al massimo l’estensione della molla. La regolazione va eseguita su entrambi gli steli alla stessa maniera.

Precarico posteriore

Valgono le stesse considerazioni fatte per l’anteriore ma, in questo caso, troveremo una ghiera filettata che necessita di un'apposita chiave per essere avvitata/svitata. In altri casi il precarico si può regolare tramite un comodo pomello.

 

A cosa servono le regolazioni dell’estensione e della compressione

Le regolazioni dell’idraulica sono le più delicate, sbagliarle significa rendere il comportamento della moto poco prevedibile e peggiorare la tenuta di strada, per questo vanno fatte per gradi, meglio con i consigli di un esperto che vi possa guida nella scelta del miglior bilanciamento. Ecco comunque di base a cosa servono le regolazioni in compressione ed estensione.

 

La compressione della forcella

Se la sospensione anteriore si comprime troppo velocemente (quindi è troppo morbida) può perdere aderenza e incominciare a sbanchettare. Invece se è troppo rigida e non riesce a comprimersi con sufficiente rapidità per passare sulle ondulazioni e comincia a saltellare e caricherà troppo la gomma rendendo difficile la frenata specialmente sul bagnato!

Inoltre con la compressione si cambia il comportamento in curva: se è morbida la moto si abbasserà troppo velocemente mentre entra in curva, costringendo il pilota a compensare il movimento del corpo rallentando. Viceversa se lo smorzamento in compressione è troppo rigido, la moto non si abbasserà in modo sufficiente e non entrerà facilmente in curva.

 

L’estensione della forcella

La regolazione in estensione anteriore serve per controllare la velocità con cui la moto “torna su” dopo che la forcella è stata compressa.

Se l’estensione è troppo sfrenata “poco freno al ritorno”, l’anteriore della moto salirà troppo velocemente dopo una frenata o curva causando un effetto “tira e molla” che può compromettere il mantenimento della traiettoria e portare anche a una perdita di trazione

Se l’estensione è troppo frenata l’avantreno sarà poco sincero, la moto sembrerà “legnosa”, troppo pesante dentro la curva e tenderà a chiudere la traiettoria.

 

A cosa serve la compressione del monoammortizzatore

Se la compressione è troppo morbida in uscita di curva il posteriore si siederà troppo in accelerazione causando un innalzamento del muso della moto, un eccessivo trasferimento di carico al posteriore pertanto la moto tenderà ad allargare la traiettoria in uscita.

Al contrario, se la compressione è troppo dura non ci sarà abbastanza schiacciamento e pertanto mancherà trazione, ci sarà dello slittamento pneumatico in accelerazione, una spinta del posteriore verso l’alto che può portare a chiudere la traiettoria.

 

A cosa serve l’estensione del monoammortizzatore

L’estensione serve a mantenere la ruota in contatto con il terreno.

Se c’è poco freno in estensione il posteriore sale troppo velocemente e la moto comincia ad ondeggiare e “pompare” nel bel mezzo della curva, perdendo la traiettoria.

Se c’è troppo freno in estensione la sospensione non si distenderà abbastanza velocemente causando uno schiacciamento troppo prolungato del posteriore si avranno problemi di trazione e poca sensibilità al posteriore.

 

Dove si trova il registro estensione anteriore

Nella maggior parte dei casi consistono in viti a taglio poste sulla sommità dello stelo (proprio accanto al dado di precarico). Questa impostazione frena, come suggerisce il nome, la corsa della sospensione nella sua fase di ritorno, per evitare che questa “rimbalzi” eccessivamente. Per intervenire, è necessario avvitarle completamente partendo così dalla posizione di “tutto chiuso” in cui il freno in estensione è massimo, quindi si procede a ritroso contando ogni scatto/click del registro, per ridurre il freno fino alla giusta misura. Entrambi gli steli vanno settati allo stesso modo.

Dove si trova il registro compressione anteriore

Solitamente è posizionato sul piede della forcella e più raramente sulla sommità. Per regolarlo si procede come già descritto per l’estensione, agendo sui singoli scatti a partire dal “tutto chiuso”, fino a trovare il compromesso perfetto tra il completo affondamento e il (non) raggiungimento del fine corsa. In pratica si regola la velocità con cui la forcella si comprime.

 

Dove si trova il registro estensione posteriore

In genere si trova nella parte inferiore del monoammortizzatore, ben identificato ma non sempre facilmente raggiungibile. Si presenta come un registro a vite oppure, una rotella filettata.

 

Dove si trova il registro compressione posteriore

In genere si trova nella parte superiore del mono. Anche in questo caso, però, esegue la medesima funzione vista sulla forcella e si presenta come un registro a vite. Su moto supersportive è spesso “doppio”,  perciò troviamo sia un registro per le basse velocità (più piccolo) che uno per le alte velocità (più evidente). Attenzione però non si parla di velocità della moto in km/h: la regolazione delle basse velocità incide sulla scorrevolezza che la sospensione ha durante scorrimenti lenti e lunghi, mentre quella delle alte velocità influenza la scorrevolezza della sospensione durante le sollecitazioni più repentine che possono avvenire anche a bassa velocità su una buca profonda.

 

Ci vuole un esperto, o l’elettronica

Abbiamo visto finora le principali regolazione ottenibili prima di mettere le ruote sull’asfalto. Va da sé che poi è fondamentale testare il comportamento su strada, per apprezzare o correggere il nostro set-up base. Qui è impossibile fare a meno di una più che discreta esperienza. Per questo motivo vi invitiamo, qualora non aveste sufficiente “tatto” per poter comprendere le reazioni del mezzo, a rivolgervi a un esperto. Solo in questo modo (dopo aver “giocato” un po’ con le regolazioni possibili) sarà possibile ottenere il compromesso ideale per il proprio stile di guida e il proprio utilizzo. Una serie di considerazioni, queste, che valgono fin dove non interviene l’elettronica: infatti le moto dotate di sospensioni a gestione elettronica, dispongono di sistemi che permettono di selezionare manualmente differenti tarature impostate dal costruttore. I sistemi più evoluti detti intelligenti invece adattano la taratura automaticamente in base al tipo di guida e di percorso. Tutto così si fa improvvisamente più semplice, per chiunque.

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