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Il passo del Cerreto: itinerari e cosa vedere

Il passo del Cerreto unisce Toscana ed Emilia-Romagna e, con i suoi 1261 metri, è il più alto della sua zona. Il percorso è tutto da gustare per sviluppo e panorami mozzafiato, andiamo a scoprirlo nel dettaglio

Il passo del Cerreto unisce Toscana ed Emilia-Romagna e con i suoi 1261 metri è il più alto dell'Appennino in quell'area geografica. Che lo si prenda dal versante ligure o da quello emiliano è una strada che riserva un percorso di grande soddisfazione ai motociclisti, per sviluppo, panorama e per la tipologia del tracciato. Andiamo a vederlo nel dettaglio.

 

La storia

La strada attuale collega Emilia e Liguria come la vicina SS 62 della Cisa, ma il passo fin dall'antichità è stato percorso dalle genti che dal mare dovevano viaggiare verso la pianura padana e viceversa. La leggenda vuole che uno fra i primi a servirsi del passo del Cerreto per arrivare nella pianura padana sia stato Annibale, alla guida delle truppe con cui marciava verso Roma, anche se non ci sono prove concrete del passaggio del guerriero cartaginese.

È con l’unità d’Italia che però la strada comincia ad assumere la fisionomia attuale. Nel 1863, dopo essersi chiamata strada statale 23 e poi 38, le viene assegnato quel numero 63 che le resterà fino a oggi. Con il Novecento arrivarono le prime asfaltature e gli adeguamenti secondo le necessità dei nuovi mezzi di locomozione e del trasporto pubblico.

 

Lo sviluppo

La strada statale 63 del valico del Cerreto inizia ad Aulla, in Toscana, provincia di Massa, e dopo i 36 chilometri che portano al valico scende fino a Reggio Emilia, per proseguire a nord, in pianura, fino a Gualtieri, dove si innesta sulla SS62 della Cisa. Il tratto più interessante per i motociclisti è però quello compreso tra le località a nord di La Spezia e Montecavolo: un centinaio di chilometri, piacevoli sia in un verso che nell'altro. Andiamo a vedere i due itinerari.

 

Dalla Liguria

Senza scomodare le Cinque Terre, che richiamano un turismo diverso, per un motociclista un buon punto di partenza o di ritrovo con gli amici può essere il casello di Santo Stefano di Magra, appena 10 chilometri da Aulla. Da qui la strada procede prima in piano, per poi iniziare a salire tra folta vegetazione, al fianco del torrente Aulella. Da Soliera le pendenze di fanno più marcate, ma è a Fivizzano – 326 metri di quota- che inizia la salita vera e propria. Fino al valico sono 20 chilometri, con curve molto godibili e pendenze che variano tra l'8 e il 9%.

Il Cerreto è nel territorio del parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, il panorama è sempre rigoglioso, anche in quota. Una volta valicato il passo, dove ci sono diverse soluzioni per mangiare, si scende poi sul versante emiliano. Dopo il primo tratto le pendenze sono meno marcate, ma fino a Castelnovo ne' Monti e a tratti anche dopo la strada è molto godibile. Da Montecavolo in poi invece  il traffico è sempre molto sostenuto e risente della vicinanza alla città. In compenso tutta la zona è ottima sotto il profilo della gastronomia, per cui si può ben pensare di fermarsi a mangiare cucina emiliana in qualche ristorante della zona.

 

Dall'Emilia

Il percorso in senso inverso può risultare comunque piacevole, e anzi preferibile a nostro avviso sotto il profilo della guida. Dall'uscita autostradale di Reggio Emilia bisogna percorrere tutta la tangenziale per portarsi a sud della città, quindi da Rivalta si imbocca la SS63 che non si lascerà più fino a destinazione. Rispetto al versante ligure, il panorama è meno aspro e l'armonia dei profili delle colline coltivate lascia gradatamente spazio alla montagna vera e propria. Dopo Castelnovo ne' Monti e la Pietra di Bismantova – che merita sicuramente una deviazione di qualche chilometro- la strada invece inizia a inerpicarsi maggiormente, e anche la guida diventa più coinvolgente. Passato il valico ci sono ancora una cinquantina di chilometri per scendere al mare. La quota del passo non è particolarmente elevata, ma in inverno comunque molto spesso c'è neve o si trovano condizioni climatiche difficili, per cui si sconsiglia l'itinerario tra il tardo autunno e la primavera inoltrata.

Cosa vedere

Le deviazioni a carattere culinario sono quasi un obbligo per questo itinerario, che tocca o è vicino a diversi luoghi di eccellenza. Solo sul versante emiliano parliamo di aceto balsamico, parmigiano-reggiano, gnocco e tigelle, tortelli e via dicendo, ma sarebbe impensabile consigliare dei singoli esercizi, vista l'abbondanza dell'offerta. Si può ben dire però che anche lungo il percorso non mancano le occasioni per soste, spuntini e pranzi veri e propri.

Per quanto riguarda invece le bellezze da ammirare, in cima alla lista c'è sicuramente la Pietra di Bismantova, un gigantesco promontorio roccioso adagiato con la sua forma rettangolare sulle colline dell'appennino. Questa montagna appassionò in passato Dante, che la inserì nella Divina Commedia, e oggi è meta di scalatori ed escursionisti.

La pietra di Bismatova è una meta interessante per fare belle escursioni

 

Per gli amanti del wellness, salendo ancora si incontra la località di Cervarezza Terme, e poi Cerreto Laghi, dove si può andare a cercare un po' di frescura nella calde giornate estive. Il paesaggio di Cerreto è dominato dal monte Ventasso (1727 metri), mentre sul versante opposto conviene sicuramente allungare l'itinerario fino al mare, per visitare le Cinque Terre in Liguria o godere del primo mare toscano a Marina di Carrara e Marina di Massa.

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