5 trucchi usati dalle Assicurazioni per non pagare i risarcimenti
I costi per gli assicurati sono aumentati a dismisura, ma i risarcimenti sono sempre più esigui. Ecco alcuni degli stratagemmi utilizzati dalle compagnie per garantire utili miliardari
Assicurazioni
Le compagnie assicurative stanno progressivamente riducendo l’importo e il numero di risarcimenti e sinistri, costringendo gli assicurati a sborsare somme sempre più elevate per garantirsi l’obbligatoria assicurazione. Ecco alcune delle bugie e degli stratagemmi spesso utilizzati dalle Compagnie per garantirsi crescenti introiti e minori spese.
Ritardare il più possibile i pagamenti
Ciò “costringe” il povero assicurato ad accettare, ormai sfiancato, offerte calcolate al ribasso. Il diktat imposto dai grandi gruppi assicurativi ai propri liquidatori dev'essere: “pagare il meno possibile, se non addirittura niente, ritardare al massimo i pagamenti, sfiancando i danneggiati e costringendoli ad accettare proposte di risarcimento del tutto inadeguate”.
Le “clausole subdole”
Sono tantissime e, ovviamente, ben nascoste nei contratti. Particolarmente infida, spiega l’autore, vi è quella che prevede il cosiddetto “risarcimento in forma specifica”, cioè l’obbligo di far riparare il veicolo incidentato presso un’autofficina convenzionata con la compagnia stessa.
Sfruttare il discorso frodi a proprio vantaggio
Le numerose truffe registrate dalla stessa compagnia tornano, in realtà, parecchio comode, legittimando, di fatto, un costante aumento dei premi da una parte e un’ altrettanto costante diminuzione dei risarcimenti dall’altra: la vera truffa spessp si rintraccia nell’operato delle assicurazioni che, pur avendo a disposizione gli strumenti utili a smascherare l’eventuali frodi, lasciano inalterata una condizione che consente loro di mantenere alti i premi assicurativi.
Diminuire punteggi, modificare tabelle ed erosione dei microdanni
I cavalli di battaglia utilizzati per raggiungere il fine sono parecchi: oltre alla miriade di clausole nascoste, vanno infatti ricordati anche i punteggi di invalidità permanente più bassi, le tabelle di calcolo del danno biologico più favorevoli alle compagnie nonché la graduale e costante erosione di un decoroso ristoro dei microdanni.
Vera e propria eliminazione di alcuni risarcimenti
Molti dei danni sui quali un tempo l’assicurato poteva dirsi “tranquillo” sono progressivamente stati eliminati (e qui concorre ancora l’altissimo numero di sinistri). Primo fra tutti, quello relativo al famoso “colpo di frusta”, danno oggi non più liquidato con alcun rimborso.
Va ricordato, infine, che otre a regalare al nostro paese la maglia nera per quanto riguarda il numero di veicoli non assicurati, i dati diffusi dall’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) riguardo ai 3,9 milioni di veicoli, cioè 8,7% del totale, circolanti senza alcuna copertura assicurativa, dovrebbero far riflettere sull’inaccessibilità dei premi stessi. L’articolo 132 del Codice delle assicurazioni, prevedendo infatti per l’automobilista un “obbligo a contrarre”, dovrebbe obbligare dall’altra parte le assicurazioni a consentire a chiunque di adempiere al suddetto obbligo, proponendo costi “accessibili”. Ma così non è, è invece la conclusione di Quazel, che sottolinea invece la sistematica riduzione dei diritti di chi ha la sventura di incappare in un incidente stradale.
Lasciato solo, il cittadino si trova dunque costretto ad affrontare, in caso di sinistro, lunghe situazioni complesse e sfiancanti, e a valutare offerte di risarcimento formulate sempre al ribasso. In suo aiuto la Giustizia italiana che, va detto, pur con sentenze che nella maggior parte dei casi danno ragione all’assicurato rispetto alla compagnia, soffre del tristemente noto problema relativo ai troppo lunghi - se non infiniti - tempi di azione.
Va ricordato, infine, che otre a regalare al nostro paese la maglia nera per quanto riguarda il numero di veicoli non assicurati, i dati diffusi dall’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) riguardo ai 3,9 milioni di veicoli, cioè 8,7% del totale, circolanti senza alcuna copertura assicurativa, dovrebbero far riflettere sull’inaccessibilità dei premi stessi. L’articolo 132 del Codice delle assicurazioni, prevedendo infatti per l’automobilista un “obbligo a contrarre”, dovrebbe obbligare dall’altra parte le assicurazioni a consentire a chiunque di adempiere al suddetto obbligo, proponendo costi “accessibili”. Ma così non è, è invece la conclusione di Quazel, che sottolinea invece la sistematica riduzione dei diritti di chi ha la sventura di incappare in un incidente stradale.
Lasciato solo, il cittadino si trova dunque costretto ad affrontare, in caso di sinistro, lunghe situazioni complesse e sfiancanti, e a valutare offerte di risarcimento formulate sempre al ribasso. In suo aiuto la Giustizia italiana che, va detto, pur con sentenze che nella maggior parte dei casi danno ragione all’assicurato rispetto alla compagnia, soffre del tristemente noto problema relativo ai troppo lunghi - se non infiniti - tempi di azione.
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Mi sembra un articolo fatto per le assicurazioni RC auto, e non per le RC moto, come mi potrei aspettare da un sito dedicato alle moto.
Trovo soprattutto singolare la critica al fatto che non venga più effettuato alcun rimborso per il cosiddetto "colpo di frusta", dato che l'orientamento è quello di dare risarcimenti per danni che sia possibile provare con esami medici.
Il "colpo di frusta" è stato per anni utilizzato da tutti coloro che hanno effettuato frodi assicurative, organizzate al punto di farsi tamponare, anche a velocità bassissime, per poi andare in ospedale e lamentare malesseri che venivano imputati al colpo di frusta, e poi risarciti.
Decidere di non risarcire più questo tipo di danno porta a scoraggiare tutti coloro che creano incidenti per potere chiedere questo tipo di risarcimento. Se per voi questo è negativo... beh... allora consegnamoci nelle mani dei truffatori, ma poi non lamentiamoci se le assicurazioni vanno alle stelle.
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Disgraziati...
Peró i premi sempre piú alti che pagano i motociclisti,li beccano subito !
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Articolo degno di un giornaletto scandalistico, che fa leva sul populismo e sul vittimismo invece di fare informazione. Fornite soluzioni piuttosto che disinformare: se la compagnia dovesse allungare illegittimamente i tempi di risarcimento segnalate il tutto all'Ivass, mettendolo magari in cc alla mail di sollecito che manderete, per il calcolo delle lesioni fate sempre riferimento ad un infortunistica, e poi tenete sempre che in caso di gestione in regime di risarcimento diretto, la propria compagnia deve sempre avere certezza della responsabilità di controparte prima di procedere al risarcimento. La tematica è più complicata del giochino dispettoso che viene descritto in questo articolo.
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Da liquidatrice sinistri, non ho mai letto tante baggianate tutte insieme. Sono tutte falsità. In ogni caso, le clausole sono chiaramente scritte nel fascicolo informativo..
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Ahahah...ovviamente arrivano subito gli assicuratori, ringhiando e con la bava alla bocca, ad affermare che è semplicemente impossibile che loro siano disonesti....tutto il resto della popolazione sì....ma dato che loro hanno l'ufficietto e la giacca/cravatta è assurdo anche solo pensarlo! Altri parassiti che dovrebbero trovarsi un lavoro vero.
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