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Max Temporali: “Bulega fa sognare. Un fastidio per Bautista"

Il primo round WSBK andato in scena a Phillip Island è stato uno spettacolo per gli italiani.  Con Max Temporali abbiamo fatto il punto sui valori espressi in pista

Il primo round della Superbike andato in scena in Australia ha visto il podio di Gara1 tuto italiano: Nicolò Bulega ha vinto da debuttante, davanti ad Andrea Locatelli e Andrea Iannone, una cosa che è piaciuta parecchio a Max Temporali commentatore tecnico di Sky: “Che inizio! Anche per gli appassionati è valsa la pena di puntare la sveglia. Quest’anno finalmente abbiamo degli italiani anche concreti. Qualcuno nuovo, come Iannone e Bulega, qualcuno in una situazione migliore, penso a Petrucci al secondo anno di esperienza, e a Bassani. In questo momento è in difficoltà, però intanto ha una moto ufficiale che domenica scorsa ha vinto (con il compagno di squadra Alex Lowes, ndr). Axel lo ritengo un cavallo buono, con un po’ di tempo verrà fuori anche lui."

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Quanto pensi sia stato falsato il risultato considerando il flag-to-flag e nessuna gara completa disputata?
È difficile riuscire a fare dei ragionamenti legati a qualcosa che non è accaduto. In Gara1 abbiamo visto i reali valori dei test invernali, perché poi a Phillip Island hanno avuto solo un giorno per provare, quindi c’era sicuramente ancora del lavoro da fare, ma penso che abbiamo visto un po’ la verità. A differenza di altre edizioni australiane credo che abbiamo visto dei valori che si ripresenteranno e saranno abbastanza costanti durante il campionato.

 

Te lo aspettavi questo inizio di Andrea Iannone?
Sì, ma solo per un motivo: quando sono stato ai suoi primi test a ottobre a Jerez ho visto la velocità che non ha mai perso. Questo mi ha colpito tanto perché non correva da quattro anni e non conosceva il team, la moto, le gomme. Mi aspettavo di vederlo tra i 5 e poi ha fatto qualcosa di meglio. E poi era esplosivo. Quando sei nel suo box vedi che il team lo “guida” lui. Fa da coordinatore e la cosa bella è che il team Go Eleven, fatto soprattutto da persone umane che hanno un palmares più piccolino di quello di Andrea, è disposto ad accettare anche questo ruolo di Andrea. Sono molto furbi e intelligenti a gestire una dinamica che non è così consueta all’interno del paddock.

 

Lo metti tra i pretendenti al titolo?
Per quello è presto. Altri podi se li porterà a casa, mi auguro anche quella vittoria che ti può permettere di raccontare una bella storia di questo 2024 con il suo ritorno alle corse. Sarebbe la ciliegina sulla torta. Guardando al titolo è più difficile perché ci sono tante piste, anche nuove per lui, dove non ci sarà la possibilità di fare dei test, quindi partirebbe sempre con un pochino di svantaggio.

 

Chi è il pilota da battere?
È sempre Alvaro Bautista. Ha vinto per due anni di seguito con questa moto. L’anno scorso aveva il doppio dei punti del terzo che era Jonathan Rea, per assottigliare quel margine gli altri devono fare tanta strada. L’abbiamo visto partire un po’ in difficoltà, ma secondo me è una “non difficoltà”.

 

Neanche con i cinque chili di zavorra sulla moto con cui deve fare i conti?
No. Anche in quelle condizioni rimane sempre il pilota più leggero. È un po’ tutto un insieme di fattori che lo stanno rallentando: dal problema fisico, alla capacità del serbatoio che è diminuita, la benzina cambiata, anche Ducati sta cercando di trovare un equilibrio con Alvaro. Mentre Bulega è partito da un foglio bianco e quindi è stato più semplice per certi versi. Alla base chiaramente dev’esserci un grandissimo talento.

 

Che ruolo avrà quest’anno Nicolò?
Quello del fastidio. Il problema di Bautista non sarà la sua moto o la spalla infortunata, ma sarà Bulega. Non so se è stata una strategia o se appartiene al loro metodo, ma hanno usato molte gomme da qualifica durante i test per cercare di primeggiare, ed essere in testa ai test è un segnale che stai dando e lui vuole dare quel segnale: che è il migliore e il più veloce. E a chi lo dai il segnale? Prima di tutto al tuo compagno di squadra. Bisogna essere anche molto bravi a saper sfruttare la gomma super morbida da debuttanti, quindi lui ha tirato fuori la sua forza. Un altro segnale forte è stata questa prima vittoria. Era più importante vincere Gara 1 che Gara2. Non lascia tranquilla l’altra metà del box, e poi mettiamoci un attimo nei panni della dirigenza. Hai un italiano che dopo tanti anni – l’ultimo è stato Max Biaggi – potrebbe tornare a far sognare. Soprattutto pensando anche che Bautista ha dato tanto, ma si avvicina ai 40 anni.

 

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Come commenti invece l’inizio di Jonathan Rea?
Mi ha colpito il suo nervosismo che ha esternato durante il round e che cozzava con quel primo giorno di test, a Jerez. Al suo ottavo giro era sceso dalla moto con un grande sorriso e diceva che una moto così non l’aveva mai guidata, ed era pronto a giocarsi il titolo mondiale. Tre mesi dopo, a Phillip Island, un dramma. Una crisi che tra l’altro il suo compagno, Andrea Locatelli, non ha avuto, quindi questo la amplifica.

 

Chi sono i pretendenti al titolo 2024?
Bautista è il favorito, poi Rea e Bulega. Loro sono i tre più solidi. Toprak lo vedremo, così come Iannone. Non vedo altri piloti in grado di lottare con costanza per la vittoria.

 

E da Toprak in BMW cosa ti aspetti?
Rischia di mandare a casa gente come Scott Redding, sparito completamente a confronto. Toprak farà venire il mal di pancia a molti suoi compagni di marca. Me lo aspetto a lottare per il podio sempre, a tutte le gare, sempre che la BMW non abbia problemi tecnici, come è già successo. Il problema sarà più BMW che Toprak.

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