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Nicolò Bulega, storia di un talento perso e ritrovato

Il pilota emiliano è arrivato nel motomondiale da "predestinato" dopo i successi di inizio carriera, è passato attraverso anni difficili ma ora sembra avere ritrovato la strada giusta per far brillare il proprio talento

Il grande exploit di Nicolò Bulega non ha certo sorpreso gli addetti ai lavori che lo hanno visto in azione a Phillip Island. Ma per il grande pubblico il nome del giovane reggiano viene associato a qualche sparuto ricordo del motomondiale. Andiamo allora a conoscerlo meglio.

 

Tradizione di famiglia

Nicolò è cresciuto in una famiglia “motorata”. Gli appassionati ricorderanno forse la partecipazione di suo padre Davide nel motomondiale o nella supersport. Nessun risultato eclatante a livello iridato, ma il papà di Nicolò ha vinto un titolo europeo nella 250 nel 1997, mica poca cosa!

Nicolò nasce due anni dopo quel successo, dall'unione di Davide con Nathalie Carlini, e inizia a gareggiare nel 2007, all'età di 8 anni. Nel 2011 vince titolo italiano ed europeo della MiniGP Junior 50, nei due anni successivi i campionati nazionali PreGP 125 e 250. Nel 2014 “migra” in Spagna, la nuova “terra promessa dei motori” e l'anno successivo conquista il CEV nella categoria Moto3 (primo italiano a riuscirci), una vittoria che si rivelerà un'arma a doppio taglio.

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Troppo subito

Con la vittoria nel campionato spagnolo sotto le insegne della VR46, Bulega si laurea anche iridato nel mundialito (perché da quell'anno il CEV vale anche come titolo mondiale junior), anche se il suo non è un dominio e conquista un solo successo in stagione. La vittoria gli regala comunque anche una meritata wild card per l'ultimo appuntamento del mondiale a Valencia. Bulega non sfigura e chiude dodicesimo.

L'anno successivo debutta nel mondiale e le attese sono forse eccessive. La rivista Sportweek lo paragona addirittura a una nuova versione di Valentino Rossi, un secondo posto alla quarta gara lasciano intendere comunque un futuro brillante. La rivalità con il compagno di team Romano Fenati diventa ingestibile, tra i due volano parole grosse e a metà campionato il pilota ascolano viene licenziato. Il 2017 però non va meglio per Nicolò e il 2018 è addirittura da incubo: solo 18 punti e un rapporto con la squadra che inizia a deteriorasi. Si prova a cambiare categoria, sempre in seno allo Sky Racing Team VR46, anche perché nel frattempo Nicolò è cresciuto di 15 centimetri.

 

Caduta e rinascita

Il resto della carriera nel motomondiale non è degno di nota: scarsi risultati, il divorzio dal team di Vale, le difficoltà con Gresini. La rinascita avviene con il passaggio alle derivate di serie, in quella supersport in cui anche papà Davide aveva provato a correre. Nicolò ha la fortuna di entrare nel team ufficiale Ducati Aruba.it: il primo anno prende confidenza con la categoria, le piste e la Panigale V2, che il regolamento “strozza” un po'. Nel 2023 c'è la tanto attesa esplosione: la moto è eccezionale, ma Nicolò è un interprete perfetto: 16 vittorie su 24 gare e un titolo meritatissimo.

Il resto è storia recente e le prospettive per fare bene ci sono tutte: serviranno solo pazienza e lavoro, perché il talento non manca.

 

 

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