Salta al contenuto principale

Aprilia Tuono, in arrivo una 400?

In Aprilia la gamma moto si sta allargando verso il basso. Dopo la RS 660, nei prossimi mesi dovremmo vedere la Tuono 660, mentre dall’India arriva l’indiscrezione di una possibile Tuono 400
Se Aprilia difetta davvero in qualcosa, questa è la "profondità" della sua offerta. Tra i costosi “bombardoni” RSV4 e Tuono V4 (qui la nostra videoprova con tutte le hypernaked 2020), le ormai datate Shiver e Dorsoduro 900 e le quattro “125” (la Tuono, la RS, la SX e la RX) la casa italiana in mezzo non ha nulla da proporre ai propri clienti.

Si torna alle piccole e medie cilindrate
Ora, con l’arrivo della nuova sporttourer RS 660 e della futura Tuono 660 (e, prosimamente, anche della Tuareg) in Aprilia sembra finalmente che sia partita la fase di ripopolamento di una gamma. Con le “660” la casa di Noale va a rispondere ad una domanda sempre più crescente del mercato di moto veloci, ma anche facili da gestire e non troppo costose. Una domanda che però va ben oltre la solita cilindrate di 600/700 cm³, da troppo tempo considerata come base di partenza per chi vuole salire in sella anche per la prima volta. Basta sbirciare i dati di vendita degli ultimi 2-3 anni per vedere come ci sia un interessante ritorno delle “medio-piccole”, quelle da 300/400 cm³.
Così non ci stupisce che dall’India arrivino voci sulla voglia di Aprilia di entrare in modo attivo in questo segmento, con il lancio di una Tuono 400 (ma si vocifera anche di una RS 400). Un modello che potrebbe dare il via ad altri prodotti della stessa cilindrata, per andare contro a concorrenti del calibro di BMW (qui la prova della G 310 R), Honda e KTM (qui la prova della 390 Duke) che da tempo anno popolano questa fascia di mercato, il top nei vasti mercati dell’est, dall’India alla Cina dove Aprilia è presente con versioni 150 e 250 delle sue "piccole".

Per ora solo in Asia
A quanto si intuisce dalle voci che arrivano dall’India, Aprilia sta già sviluppando una base tecnica su cui poi realizzare diversi modelli da far poi produrre nei propri stabilimenti dell’est, da destinare ai mercati indo-cinesi per poi, forse, riproporli anche nei mercati occidentali, Europa su tutti, allineandosi così alle strategie messe in atto dalla concorrenza.
Ci sarà da aspettare almeno un paio di anni quindi, per ora, non ci resta che restare con le orecchie belle tese per captare future indiscrezioni.
Aggiungi un commento