Salta al contenuto principale

MotoGP ad Assen: quella volta che...

Assen può raccontare mille storie, eccone due che risalgono agli anni Ottanta: dall'ultima vittoria di un privato nella classe regina con Jumpin' Jack Middelburg, a Franco Uncini miracolato giusto trent'anni fa

Si corre il sabato

Perché venga chiamata l'Università della Moto, ormai lo sappiamo già: basta cliccare qui per rinfrescare la memoria. Perché abbia un fascino pressoché unico, anche, così come il motivo per cui le MotoGP vi gareggiano il sabato e le Superbike la domenica è cosa nota. Il circuito di Assen, il Dutch TT sul quale gareggerà la MotoGP questo fine settimana, è tuttavia in grado di raccontare molte storie, eccone due, delle tante, che fanno ancora emozionare il pubblico.


1980: l'ultima vittoria di un privato

I tifosi lo chiamavano Jumping Jack, prendendo a prestito il titolo di una canzone dei Rolling Stones (Jumpin' Jack Flash): Jack Middelburg guidava la 500 senza paura, in un periodo in cui i controlli di trazione non c'erano e gli pneumatici oggi farebbero una magra figura su una stradale di media cilindrata.
Middelburg guidava in maniera impetuosa, era un pilota privato ma talentuoso. Con Wil Hartog e Boet Van Dulmen, si contendeva ogni anno il titolo del più bravo d'Olanda, un Paese in cui la moto non è una religione, ma chi ci va la sente fino al midollo. Nel 1980, Jack correva con una Yamaha TZ dopo tre anni passati in sella a una Suzuki. L'anno prima, sul circuito di Imatra, era arrivato quarto e nel Gran Premio di casa, il 28 giugno 1980, non gpdeva certo dei favori del pronostico. Eppure vince. Anzi, stravince, infliggendo distacchi pesanti a tutti: Kenny Roberts, "Il Marziano"; gli italiani Rossi (Graziano, ovviamente) che arriva secondo, il futuro iridato Franco Uncini e il Campione del Mondo 1981 Marco Lucchinelli. Senza dimenticare il quattro volte viceiridato Randy Mamola e il talentuoso Johnny Cecotto, che a fine stagione saluterà tutti andandosene a correre in auto, dove riuscirà a rivaleggiare con un compagno di squadra chiamato Ayrton Senna. Quella di Jack Middelburg è, a oggi, l'ultima vittoria di un privato nella massima classe del Motomondiale. 
 

1983: Uncini miracolato

Giusto trent'anni fa, al Dutch TT, accade qualcosa di ancora più grandioso: Franco Uncini, iridato in carica, si presenta ad Assen sulla sua Suzuki. Ruota il gas a manciate, come tutti, vuole vincere, come spesso gli capita, ma la moto lo tradisce, disarcionandolo in mezzo alla pista. Al marchigiano non resta che guadagnare la via di fuga, con gli altri che arrivano. Lo schivano in molti, non l'australiano Wayne Gardner (capione del mondo nel 1987). 
L'impatto è tremendo: il casco vola, Uncini finisce esanime a terra. Morto, impossibile non pensarlo. Invece è in coma, viene trasportato al reparto neurochirurgico dell’ospedale di Groningen, uno dei migliori d'Europa, dopo essere passato per le mani amorevoli del Dottor Costa. "C’era una dottoressa, Miranda. Vide la Tac e disse subito che si trattava di coma leggero. Difatti dopo cinque giorni mi svegliai". Così ricorda spesso Franco Uncini.

 
Leggi altro su:
Aggiungi un commento