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Yamaha USA richiama R1S ed R1MS per rischio d’incendio

La Casa giapponese sta richiamando alcuni modelli della versione S, in vendita negli Usa, per sostituire un O-ring della impianto di lubrificazione che potrebbe lasciar trafilare olio sugli scarichi incandescenti e provocare così principio di incendio. È il terzo richiamo per le R1, dopo quelli riguardanti monoammortizzatore e cambio
Componenti montati non correttamente
Il richiamo che Yamaha sta effettuando su R1S ed R1Ms (versioni distribuita solo negli Usa) è dovuto a un possibile rischio d’incendio provocato dall’olio che può trafilare da un O-ring montato in modo non corretto. Un avviso di richiamo sul sito della Vehicle and Operator Services Agency statunitense recita: “E’ possibile che si verifichi una perdita d’olio dall’O-ring del tubo dell’olio nel punto in cui entra nel carter motore, a causa del montaggio non corretto dei componenti. Se si verifica una perdita, l'olio potrebbe cadere sugli scarichi e, in circostanze estreme, incendiarsi”. Le moto interessate dal problema sono 146: a tutte sarà sostituito tubo e O-ring. Le versioni R1s ed R1Ms sono più economiche grazie all’uso di materiali meno pregiati nel motore, nei cerchi e nello scarico; questa versione aumenta di qualche chilo ma ha un prezzo inferiore di 2mila euro. Non cambiano invece forcella, telaio ed elettronica, che rimangono al top. Causa nuove bielle e molle valvole la coppia cala, ma di poco, i CV, 200, rimangono invariati. Per la superbike Yamaha, un progetto completamente nuovo, è il terzo richiamo, dopo quello dovuto al cambio (sostituzione degli alberi per possibile rottura degli ingranaggi della seconda marcia nell'utilizzo in pista) e al monoammortizzatore posteriore (serraggio errato del dado sull’asta dei mono ammortizzatori Ohlins). Ovviamente, le campagne di richiamo sono un indice di serietà dell’azienda che le promuove, anche se agli occhi dell’opinione pubblica la considerazione è spesso opposta. Una casa costruttrice che segnala possibili problemi è senza dubbio attenta ai motociclisti che l’hanno scelta, spesso a costo di pesanti sacrifici economici, ed è sicuramente da encomiare.
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