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Monopattini elettrici, moda o alternativa green?

Certamente utili a ridurre le emissioni nei grandi centri urbani, i veicoli elettrici sono ancora lontani dal potersi dire 100% green. Si sa e se ne discute da tempo - principalmente in riferimento alle auto e alle loro batterie - ma all’attenzione degli studiosi si sottopongono oggi anche i monopattini elettrici, veicoli “alternativi” sempre più diffusi negli USA e in Europa
Mobilità green
I monopattini elettrici - e con loro gli altri veicoli in sharing come gli e-scooter) non sono poi così “ecologici” come sembrano: vero, non emettono co2 e sono silenziosissimi, ma sul piatto della bilancia vanno posti altri fattori, tutt’altro che secondari. A sottolinearlo è uno studio condotto dall'Università della Carolina del Nord (Usa), secondo il quale andrebbero considerati anche e sopratutto l’utilizzo che l’utente ne fa e il ciclo di vita del veicolo stesso. Pubblicata su Environmental Research Letters, la ricerca ha calcolato in particolare le emissioni legate alla produzione, al trasporto, alla ricarica e allo smaltimento dei materiali necessari alla costruzione del veicolo e delle batterie con le quali è equipaggiato, due su tutti alluminio e litio. Si tratta, a dirla tutta, di un problema già noto e discusso, ma che nel caso dei monopattini elettrici andrebbe relazionato ad altri fattori, secondo gli studiosi altrettanto importanti per determinarne più precisamente l’impatto ambientale. Oltre a produzione e smaltimento (questioni d’altra parte comuni a tutti i veicoli circolanti sulle nostra strade, elettrici e non), sarebbero in questo da considerare anche il tipo di mobilità che il monopattino elettrico va di fatto a sostituire - nella stragrande maggioranza dei casi quella pedonale - e, non da ultima, la necessità di ricollocare i singoli veicoli presso colonnine di recupero e ricarica, che è poi quanto avviene anche per gli e-scooter. "La bicicletta, anche quella elettrica, è quasi sempre più rispettosa dell'ambiente rispetto all'utilizzo di uno e-scooter condiviso, che ha bisogno di auto e camion per essere prelevato e riportato in servizio", ha spiegato il  coordinatore dello studio professor Jeremiah Johnson, sottolineando che solo un terzo degli spostamenti in scooter ne rimpiazza uno in automobile. La ricerca dimostra infatti che a fronte del 34% di persone che avrebbero utilizzato un'auto, il 49% sarebbe andato a piedi, l’11% avrebbe preso un autobus e, infine, il 7% avrebbe rinunciato al viaggio. Come a dire: il monopattino elettrico - e in numerosi casi anche lo scooter - di fatto, non sostituiscono l’automobile, ma semplicemente la bicicletta, il tram o la passeggiata. I mezzi pubblici invece, anche se diesel e, quindi, più inquinanti a livello di emissioni, sostituiscono il veicolo privato, consentendo il trasporto di più persone. 
Soluzione? Anche qui, vanno considerati diversi aspetti: dapprincipio andrebbero utilizzati - anche - per la costruzione dei monopattini elettrici materiali a minor impatto ambientale, magari riciclati (cosa alla quale si presta tra l’altro assai bene l’alluminio); le batterie - non è meno importante - dovrebbero sempre rispettare i parametri etici di produzione (lo ha più volte fatto notare Amnesty International sottolineando le gravissime ripercussioni ambientali e sociali derivanti da filiere non trasparenti) e sempre smaltite nel modo corretto e, come sottolineato dallo studio di cui sopra, i mezzi destinati alla raccolta dei veicoli scarichi da riposizionare nei punti di prelievo dovrebbero a loro volta essere elettrici e non inquinanti come i camioncini diesel finora utilizzati. Quanto detto, ovviamente, non scarica l’utente finale dalle proprie responsabilità: ben venga, lo precisiamo, la mobilità elettrica e condivisa - specialmente se a due ruote - , ma fondamentale è tener sempre a mente che un veicolo, benché a zero emissioni, non è mai, almeno ai giorni d’oggi, a zero impatto ambientale. In città, se proprio si è allergici alla bicicletta, un tram in grado di trasportare decine e decine di passeggeri alla volta potrebbe in alcuni casi dimostrarsi un’ottima ed ecologica alternativa. 
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