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Guard-rail salvamotociclisti, il momento della svolta?

Con l’emendamento appena approvato dalla Commissione Trasporti, si incoraggiano i comuni ed altri proprietari delle strade a mettere in sicurezza le barriere per le moto. Forse ci siamo?

Guard rail salva-motociclisti
Dopo anni di discussione e promesse (mai mantenute), qualcosa comincia finalmente a muoversi: la Commissione Trasporti della Camera ha approvato infatti un emendamento che delega il Governo ad adoperarsi con linee guida chiare sulle infrastrutture stradali, che prevedono anche l’apposizione del dispositivo salva motociclisti. Parliamo, per chi non lo sapesse, di particolari guardrail realizzati appositamente per limitare le lesioni gravi del motociclista in caso di impatto (ANAS ne annunciava trionfante un innovativo prototipo quasi 10 anni fa...).

Cosa chiede l’emendamento
Tornando all’emendamento, il Ministero dei Trasporti ha già avviato un tavolo di confronto tra esperti del settore (tra i quali la FMI), che sta lavorando alla modifica del decreto Toninelli oggi in vigore, con l’obiettivo di renderlo maggiormente fruibile per le Amministrazioni pubbliche. In sostanza, si cerca di incoraggiare comuni ed altri proprietari delle strade a mettere in sicurezza le barriere per le moto. Per ora l’approvazione è avvenuta in Commissione alla Camera: il ddl di riforma del Codice della strada approderà all’Aula della Camera a marzo, per poi proseguire il suo iter al Senato.
“Dopo il riconoscimento dei motociclisti utenti vulnerabili e della possibilità per i 125 cm3 di percorrere le autostrade - ha detto il Presidente FMI Giovanni Copioli - arriva anche l’apposizione del dispositivo salva motociclisti sui guard rail: sono molto grato al lavoro dell’Intergruppo per il sostegno alla mobilità del motociclista e a tutti i deputati che hanno sostenuto questo emendamento”.

Una storia infinita
A maggio 2019, lo ricordiamo, veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto ministeriale per l’introduzione dell'obbligo di installare guardrail sicuri sulle strade più a rischio. Le numerose deroghe concesse (per le opere ad esempio  con procedura di appalto in corso, oppure per quelle per le quali è già stato approvato il progetto definitivo o ancora nel caso in cui l’istallazione dei nuovi dispositivi contrastasse con l ’attività e gli obblighi di manutenzione e gestione delle strade), hanno di fatto impedito la svolta che in molti si auspicavano di vedere. Speriamo questa sia la volta buona.

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