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Confronto maxinaked giapponesi - Grintose, pratiche e al giusto prezzo

Abbiamo messo a confronto la nuova MT-10 con la Z 1000 e la GSX-S 1000 perché  tutte e tre hanno motori a quattro cilindri potenti ma docili
e tutte offrono le doti classiche delle moto “made in Japan”: grande facilità e flessibilità d’uso, finiture curate, prestazioni elevate  e prezzi abbordabili
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Grintose, pratiche e al giusto prezzo
La MT-10 è una delle moto più interessanti della stagione. La nuova Yamaha ripropone le doti che hanno creato il mito delle moto giapponesi degli anni 70 e 80. Come le “antenate”, la MT-10 ha un motore a quattro cilindri potentissimo (deriva da quello della superbike YZF-R1) ma controllabile, ha finiture curate, può essere usata tutti i giorni e un po’ per tutto, in città e per i viaggi (ma anche per le sparate in pista), ha una dotazione di serie completa ed è offerta a un prezzo abbordabile (13.290 euro), alla portata di molte tasche. Sono le stesse doti che offrono solo altre due “maxi jap” in commercio: la Kawasaki Z 1000 (disponibile sia in versione base a 12.290 euro, sia nella “ricca” Sugomi Edition utilizzata per il nostro test) e la Suzuki GSX-S 1000 (offerta allo stesso prezzo della Z 1000: 12.290 euro). 
Giapponesità
La nuova MT-10 ha prestazioni e dotazioni leggermente superiori a Kawasaki e Suzuki e costa 1.000 euro più di entrambe. Ma nel complesso MT-10, Z 1000 e GSX-S 1000 sono simili nella loro “giapponesità” e offrono le stesse doti, seguendo filosofie diverse. Ecco perché abbiamo deciso di provare in modo approfondito la nuova Yamaha in città, strada, autostrada e pista (tra i cordoli del Cremona Circuit) insieme a Kawasaki e Suzuki. Le concorrenti europee? Niente paura, ne parliamo la prossima volta...



Kawasaki Z 1000 Sugomi
 A distanza di un paio di anni dal lancio, la Z 1000 quest’anno è stata affiancata in listino da questa “ricca” versione  Sugomi con livrea nero/bordeaux che coinvolge anche il sellino del passeggero, gli steli della forcella, i fianchi del serbatoio e i profili dei cerchi. Di serie  lo scarico Akrapovic. Immutati ciclistica e motore, quest’ultimo un grintosissimo quattro in linea di 1.043 cm3 e 142 CV dichiarati a 10.000 giri. Prezzo: 13.490 euro.
I nostri rilevamenti
Velocità massima km/h 237,7

Accelerazione secondi
0-400 metri 11,6
0-1000 metri 21,3
0-100 km/h 3,8
Ripresa (da 50 km/h in 6a marcia) secondi
400 metri 11,7
1000 metri 21,6
Potenza massima alla ruota
CV1/kW 128,9/96,1
giri al minuto 10.200
Coppia massima alla ruota
Nm/kgm 104,6/10,6
giri al minuto 7.600
Frenata  metri
da 100 km/h 37,8
Consumi km/litro
Autostrada 17,5
Extraurbano 19,5
90 km/h 20,9
120 km/h 18,7
Al massimo2 10,0
Autonomia (chilometri con un pieno) km
120 km/h 317,7
al massimo 169,4



Suzuki GSX-S 1000
Tra le ultime arrivate nel suo segmento, la GSX-S 1000 monta un vigoroso motore di 999 cm3 derivato da quello montato sulle GSX-R degli anni 2005-08: è stato scelto per la spinta che offriva ai bassi e medi regimi, molto più vigorosa delle versioni più recenti. Rispetto alla Z 1000, la Suzuki offre in più il controllo di trazione disinseribile su tre livelli: la modalità 1 è la meno invasiva, la 3 è la più “attenta” ed è perfetta per guidare sul bagnato. Prezzo: 12.290 euro.
I nostri rilevamenti
Velocità massima km/h 241,1

Accelerazione secondi
0-400 metri 11,0
0-1000 metri 20,4
0-100 km/h 3,4
Ripresa (da 50 km/h in 6a marcia) secondi
400 metri 12,3
1000 metri 22,1
Potenza massima alla ruota
CV1/kW 143,4/106,9
giri al minuto 10.800
Coppia massima alla ruota
Nm/kgm 103,5/10,5
giri al minuto 9.600
Frenata  metri
da 100 km/h 37,5
Consumi km/litro
Autostrada 16,4
Extraurbano 22,7
90 km/h 23,7
120 km/h 19,9
Al massimo2 106
Autonomia (chilometri con un pieno) km
120 km/h 337,5
al massimo 180,7



Yamaha MT-10
 La nuova MT-10 è la maxinaked del momento, il riferimento della categoria. Dalla superbike R1 eredita il motore, il telaio e il forcellone, mentre la ricca dotazione elettronica di serie comprende 3 mappature del motore, il controllo di trazione disinseribile e regolabile su 3 livelli, l’ABS sviluppato con Bosch e persino il cruise control, comodo per chi viaggia in autostrada. Prezzo: 13.290 euro
I nostri rilevamenti
Velocità massima km/h 247,8
Accelerazione secondi

0-400 metri 11,1
0-1000 metri 20,4
0-100 km/h 3,5
Ripresa (da 50 km/h in 6a marcia) secondi
400 metri 12,4
1000 metri 22,3
Potenza massima alla ruota
CV1/kW 146,1/109
giri al minuto 11.100
Coppia massima alla ruota
Nm/kgm 105,6/10,7
giri al minuto 9.400
Frenata  metri
da 100 km/h 39,4
Consumi km/litro
Autostrada 14,5
Extraurbano 15,0
90 km/h 16,4
120 km/h 15,3
Al massimo2 10,9
Autonomia (chilometri con un pieno) km
120 km/h 260,4
al massimo 186,0

Come vanno
Su strada e in pista
Il primo confronto tra le tre naked della prova avviene mentre si è ancora fermi, salendo in sella. Su tutte e tre si sta comodi, ma la posizione di guida di MT-10 e Z 1000 è più sportiva, mentre quella della GSX-S è leggermente più rilassata (e comoda) grazie al manubrio più largo e avanzato, nonché alla sella spaziosa. A proposito di sella, quella della MT-10 è più dura delle altre, ma disturba solo quando si fa molta strada... come abbiamo fatto noi per questa prova. Ma il loro carattere e le reali differenze sono emerse quando le abbiamo portate nell’unico posto dove i loro potenti “quattro cilindri” potevano essere spremuti a fondo e senza rischi: tra i cordoli del Cremona Circuit di San Martino del Lago. Per quanto riguarda i motori, sono tutti potentissimi e vigorosi, ma sono anche molto diversi tra loro nel carattere e nell’erogazione. La Z 1000 è più piena ai bassi, dove risulta quasi nervosa, mentre la Suzuki è più fluida, potente ma lineare nell’erogazione e capace di un allungo impressionante. Per quanto riguarda la MT-10, la maggiore potenza e la “modernità” del suo motore (e dell’elettronica) rispetto alle concorrenti le permettono di offrire le doti di entrambe le concorrenti, con un’erogazione lineare e fluida ai bassi regimi ma sempre più cattiva ed entusiasmante con l’aumentare del regime fino a oltre 11.000 giri.  La “modernità” della MT-10 emerge anche dalla facilità con cui si controlla la potenza, grazie alla ricca dotazione elettronica: potendo contare su tre mappature motore (in ordine di potenza crescente: B, STD ed A), due livelli di controllo di trazione, ABS ecc, mentre la GSX-S ha solo controllo di trazione e ABS e la Z 1000 unicamente l’ABS. In effetti tra le curve della parte “tecnica” del Cremona Circuit la GSX-S e la MT-10 si sono rivelate quelle più a loro agio, precise e veloci sia in inserimento sia in uscita di curva, grazie al peso contenuto e al controllo di trazione (su entrambe regolabile e disinseribile) che consente di spalancare il gas in tutta sicurezza. La Z 1000 invece va guidata più di forza tra i cordoli perché il maggior peso rispetto alle altre si fa sentire (nonostante la versione Sugomi del test sia più leggera della versione base, grazie all’impianto di scarico 4-in-2 Akrapovic). Su strada le differenze di “carattere” tra le tre naked sono meno marcate, con qualche sorpresa. La MT-10 resta la più efficace perché, grazie alle tre mappature, ha il vantaggio di poter “regolare” l’erogazione in base al tipo di percorso e alle necessità, mentre la minore reattività della Z 1000 in pista si traduce su strada in una maggiore stabilità sia sul dritto, sia in piega. Per tutte e tre, il giudizio sulle sospensioni è positivo sia su strada, sia in pista grazie alla qualità della componentistica e alla taratura sportiva, ma non esageratamente rigida.  Ottimi anche gli impianti frenanti, potenti e modulabili in tutti e tre i casi; solo sulla GSX-S abbiamo registrato un calo delle performance dopo alcuni giri in pista un po’ troppo “tirati”.  Perfetto in tutte e tre l’ABS: la sua presenza in strada è rassicurante, ma più che discreta mentre in pista ha fatto capolino (senza infastidire) solo nelle staccate più aggressive.



In autostrada
Queste non sono moto nate per viaggiare: il riparo aerodinamico pressoché nullo per la mancanza di cupolino e la posizione di guida imposta dal manubrio rialzato, tipico delle naked,costringono il pilota a uno sforzo notevole per resistere all’aria. è dunque difficile affrontare lunghi viaggi o comunque trasferte impegnative, a meno di arricchirle con gli accessori giusti. Nei cataloghi accessori di Suzuki e Kawasaki è possibile pescare per esempio due “unghie” copristrumenti che migliorano leggermente la protezione aerodinamica delle rispettive naked, ma non aspettatevi miracoli (anche perché le case hanno a listino le versioni  “vestite” GSX-S 1000F e Z 1000 SX che svolgono alla grande il ruolo di sport tourer. Per la MT-10 invece esistono diversi accessori ufficiali in grado di valorizzare le sue doti di viaggiatrice: parabrezza rialzato, sella in gel e manopole paramani sono solo alcune tra le proposte di Yamaha per sottolineare la versatilità della sua naked. Tra le tre comunque la più comoda per viaggiare è la Suzuki, per la posizione di guida meno aggressiva e la sella più accogliente. In tutte e tre le vibrazioni sono minime (si sentono un pochino solo sulle manopole della Kawasaki tra i 100 e i 110 km/h) e a velocità autostradali praticamente  inesistenti: i motori quattro cilindri giapponesi sono famosi per questo. Per quanto riguarda i consumi, se la cavano meglio Suzuki e Kawasaki con percorrenze attorno ai 16-17 km/l; leggermente più assetata la MT-10 che si attesta attorno ai 15 km/l.



In città
Se vi piace farvi notare, queste moto vi faranno felici. La tonalità di scarico cupa e profonda di questi potenti quattro cilindri (in particolare quella della MT-10 con l’Akrapovic optional) e l’aspetto aggressivo non passano mai inosservati al semaforo o davanti al bar. L’altra faccia della medaglia è che queste maxinaked dalle prestazioni esagerate si trovano un po’ a disagio affrontando pavé e traffico. Alle basse velocità la GSX-S è quella che presenta l’on-off più marcato, seguita a ruota dalla MT-10 e dalla Z 1000. La naked di Hamamatsu è anche quella che scalda di più nel gruppo: a ogni sosta al semaforo, la GSX-S tenta simpaticamente di arrostire le caviglie del pilota...  Altro problema comune a queste moto è lo spazio di carico: lo zainetto è d’obbligo, nei vani sottosella di Z 1000 e MT-10 ci stanno solo i documenti e in quello della Suzuki (leggermente più capiente) anche un piccolo bloccadisco. A parte questi problemi, tutto sommato lievi, le nostre supernaked si possono usare benissimo in città, anche come “moto di tutti i giorni”. In tutte e tre il raggio di sterzo è molto buono, in più la distribuzione dei pesi azzeccata le rende facili da gestire anche nelle manovre da fermo. La loro agilità e le sagome snelle permettono di sgusciare tra le auto in totale scioltezza, mentre i motori “fanno la differenza” ai semafori: è molto difficile trovare qualcuno in grado di stare dietro a queste belve, se il pilota ha deciso di aprire il gas! Le sospensioni tarate sul rigido non amano il pavé e le strade sconnesse, in compenso la frenata è sicura e gestibile in qualsiasi condizione. La mancanza del controllo di trazione sulla Z 1000 si sente forse più in città che su strada aperta e tra le curve: sulle rotaie dei tram e le strisce pedonali scivolose, la “cavalleria” della naked di Akashi avrebbe bisogno di un maggiore “autocontrollo”.

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