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Jeremy Burgess: "per Rossi il podio è possibile"

Burgess è ottimista sulle possibilità di Rossi e della sua Ducati. Intanto, come molti altri, critica apertamente l'operato dei capi della Dorna: "chi conosce la motoGP solo tramite la TV, non dovrebbe decidere"

"Rossi saprà risollevarsi"

Jeremy Burgess è il capo tecnico "angelo custode" dei più grandi campioni della classe regina: Wayne Gardner, Mick Doohan e Valentino Rossi, si sono affidati alla sua abilità per tirare fuori il meglio dalle loro moto. Secondo Jeremy, il campione della Ducati avrà un 2012 ricco di soddisfazioni. Se la vittoria finale è lontana, l'australiano prevede parecchi podi: "La mia sensazione è che quest'anno potremo batterci per il podio. I nostri riferimenti saranno Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso". Burgess dunque, è più ottimista (o forse meno scaramentico) dello stesso Valentino. Sulla condizione del pesarese dà un'interpretazione "psicologica": "credo che Rossi sia sempre il grande campione che conosciamo e che abbiamo potuto ammirare fino al 2010 (anno del brutto infortunio al Mugello). Purtroppo, alle volte, dei costanti piccoli fallimenti possono minare la sicurezza nei propri mezzi. Quest'anno però, le cose andranno diversamente".

Nella foto un giovane Jeremy Burgess in compagnia di Mick Doohan. La collaborazione con il pilota australiano è durata 10 anni e ha portato a ben 5 Campionati del Mondo.

La MotoGP dovrebbe essere 600 

Burgess non usa mezzi termini per descrivere ciò che pensa del campionato 2012, messo a dura prova da delle decisioni quantomeno discutibili. Il suo giudizio su Ezpeleta e la Dorna è secco: "chi conosce la MotoGP solo tramite la televisione, non dovrebbe poter prendere decisioni. Per la prima volta in 33 anni di competizioni sono seriamente preoccupato per il futuro del nostro sport". Burgess considera il passaggio alle 1.000 un errore colossale: "le 1.000 sono già state sviluppate e le case non sono interessate a investire su qualcosa che già conoscono. E infatti dopo Kawasaki, anche Suzuki se n'è andata". Secondo Jeremy, una scelta corretta sarebbe stata quella di usare motori da 600 cm3: "tirare fuori più cavalli possibili da un motore piccolo, questa sarebbe stata una bella sfida. A quanto pare, il successo della Superbike che conta in griglia quasi tutti i costruttori, non ha insegnato nulla. I produttori devono avere lo stimolo a innovare. Senza contare che una classe regina con motori da 600 cm3 renderebbe l'attuale classe Supersport una vera e propria categoria propedeutica". 
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