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Africa Eco Race, la voce dei protagonisti. Botturi: "Sarà una bella battaglia"

Il due volte campione dell'AER non corre troppo. "Intanto bisognerà portare tutte e due le moto a Dakar, poi vedremo anche di andare forte". Cerutti: "Quest'anno è andato bene, la moto ci ha dato soddisfazioni, ma questa gara va affrontata un giorno alla volta". Vittoriano Guareschi: "Questo progetto ha 8 mesi, non abbiamo grande esperienza". Tarres: "È una gara dura". Montanari: "So cosa mi aspetta".

La 15esima edizione dell'Africa Eco Race è in procinto di iniziare e i protagonisti si stanno “prendendo le misure”. Sono giorni di verifiche tecniche e saluti, gli ultimi di un anno vissuto a preparare una gara che può cambiare la stagione. E se - per gli aspiranti finisher - la tensione è quella di una grande avventura sempre più vicina, per chi punta alla classifica i dubbi sono diversi. Quanto andranno forte gli avversari? Dove attaccare e dove difendersi? Come cambierà la moto con le ultime modifiche? Non è dato sapere cosa c'è nella mente di un pilota, ma le parole – quelle invece sì – sanno raccontare molto bene intenzioni e stati d'animo. Andiamo perciò a sentire cosa ci hanno confidato i protagonisti della prossima AER.

 

Le voci dei favoriti

Alessandro Botturi è apparso concentrato, ma senza mostrare tensione. Il Bottu conosce questa gara molto bene, l'ha già vinta e non è un vantaggio da poco. Non deve inseguire il risultato a ogni costo. “L'Africa Eco Race è soprattutto una grande avventura ed è quello il modo giusto per viverla. Bisogna godere di quel mondo magico e per quanto riguarda gli obiettivi, dobbiamo pensare a portare le moto a Dakar. Questo non vuol dire che non cercheremo di andare forte e che non faremo il possibile per andare là davanti, ma non dobbiamo complicarci la vita. Abbiamo tanti avversari e Aprilia sarà sicuramente un osso duro. Io e Pol però formiamo una bella squadra e abbiamo una moto su cui i tecnici hanno lavorato tanto per renderla migliore”. Il compagno di squadra, che da alcuni viene indicato come il cavallo su cui puntare per il successo finale, è d'accordo con Alessandro: “Bisogna pensare a finire la gara. Dopo l'anno scorso so cosa aspettarmi: una gara dura – sorride . Mi sento bene, nessuno vuole arrivare dietro e nemmeno io”.

In Aprilia, Francesco Montanari è alla sua prima esperienza nel rally verso Dakar. “Ma ne so di cose su questa gara, dai racconti di mio padre. L'anno è andato bene, vogliamo un altro bel risultato, ma bisognerà viverla un giorno alla volta”. Molte fiche sono puntate sul suo compagno di team, Jacopo Cerutti: “Sarà una bella battaglia, o almeno è quello che la gente si aspetta, ma Yamaha ha un progetto collaudato, noi non abbiamo la stessa esperienza. La moto mi piace, va bene”. Vittoriano Guareschi ha lavorato tanto per farsi trovare pronto all'appuntamento: “Se pensiamo che fino a otto mesi fa questa moto praticamente non c'era, non possiamo che essere contenti. Ora però viene il difficile e c'è molta aspettativa nei nostri confronti”.

 

Gli outsider

Bisognerà vedere se i bicilindrici riusciranno a stare davanti alle più leggere 450, che soprattutto nella seconda settimana saranno favorite, tra le dune della Mauritania. Di sicuro la sabbia sarà una bella sfida per Joan Pedrero, che correrà con una Harley-Davidson Pan America strettamente di serie. E quando diciamo di serie, lo intendiamo alla lettera: basti pensare che non solo non sono stati cambiati ammortizzatori o serbatoio, ma non sono stati tolti nemmeno gli specchietti e le pedane del passeggero: “Dobbiamo pensare solo ad arrivare in fondo, ma la moto è buona, ci ho già fatto 30mila chilometri fino a oggi, e sono riuscito anche a vincere qualche gara”.

Tra le moto di più piccola cubatura, attenzione a Giovanni Gritti (Honda RSMoto) e ad Andrea Gava, che con la Beta ha già vinto lo Swank Rally Tunisia e mostrato ottime qualità durante tutto il corso dell'anno. Da annotare anche Marco Menichini, con l'Husqvarna di Solarys Racing.

 

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