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Yamaha MT-10 turbo: meno emissioni e più potenza

Gli ultimi brevetti depositati da Yamaha confermano che la casa di Iwata sta sviluppando una naked con motore tre cilindri turbocompresso dotato di fasatura variabile, una soluzione tecnica che garantirebbe elevate prestazioni ma anche una forte riduzione delle emissioni inquinanti. Vediamo nei dettagli questo progetto
Turbocompressa a fasatura variabile
Come abbiamo riportato qualche settimana fa, Yamaha è alle prese con lo sviluppo di una tre cilindri sovralimentata. Conferma arriva dai brevetti recentemente depositati che ce la mostrano più nel dettaglio.
Il prototipo in questione - a tutti gli effetti una MT-10 dotata però di motore 3 cilindri -  si è dimostrato in grado di erogare la bellezza di 180 CV a 8500 giri/min e una coppia massima di ben 176 Nm in un range di giri compreso tra 3000 e i 7000 al minuto. Il tutto con  il 30% in emissioni in meno rispetto a un motore tradizionale, elemento tutt’altro che secondario se si considerano i limiti di emissioni imposti dalle normative Euro 5 e gli ancora più stringenti paletti che arriveranno con la futura Euro 5+ (qui tutti i dettagli). Come accennato, a rendere il tutto ancora più interessante ci sarebbero anche la fasatura variabile delle valvole (sia di aspirazione sia di scarico) e l'iniezione diretta del carburante: tecnologie che abbinate al turbo potrebbero fare un bella differenza, sia in termini di prestazioni assolute che di riduzione delle emissioni inquinanti.
 Un problema di non poco conto sembrerebbe tuttavia connesso all’intercooler, assolutamente necessario per abbassare la temperatura dell'aria aspirata, ma di difficile istallazione a causa del poco spazio di montaggio.

Soluzioni originali
Da questi brevetti risulta che una delle soluzioni individuate da Yamaha sembrerebbe riguardare in particolare radiatore e ventole di raffreddamento posizionati in modo “insolito”. Guardando attentamente il prototipo, notiamo infatti il radiatore montato molto in basso davanti al motore - probabilmente per lasciare maggior spazio al turbocompressore -, e l’intercooler montato al contrario molto più in alto di come ci si potrebbe aspettare. Altra “novità” visibile riguarda lo scarico, con i tubi del collettore 3-1 molto corti ma dalla sezione particolarmente ampia per contenere più convertitori catalitici, uno direttamente dopo il turbo e un altro nella sezione orizzontale dello scarico sotto il motore. Infine il silenziatore è montato sotto il perno del forcellone con un'uscita di scarico piuttosto tozza sul lato destro.
Benché estremamente interessante, dobbiamo ricordarlo, non è detto questo progetto si concretizzi effettivamente in un nuovo modello: da Yamaha non è ovviamente arrivata alcuna notizia ufficiale e, pertanto, non possiamo che attendere. Una cosa però possiamo dirla: in vista delle sempre più stringenti normative antinquinamento, l’idea di una moto turbocompressa a fasatura variabile parrebbe "vincente". A patto però che simili tecnologie possano realmente svilupparsi e crescere prima che il settore delle elettriche prenda definitivamente (se mai cosi dovesse essere) il sopravvento…
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