Salta al contenuto principale

Vespa Special: diventa elettrica col Retrokit Motoveloci

Presentato nel 2018, il Retrokit di Motoveloci sviluppato per “aggiornare" le vecchie Vespa con un motore elettrico  manca purtroppo della omologazione. Servirebbe un’integrazione al decreto retrofit del 2015, ma dal Ministero non è arrivata alcuna risposta
Retrokit
Unire il passato al presente, riproponendo un’icona come la  Vespa in chiave moderna. Non parliamo in questo caso del modello elettrico lanciato da Piaggio nel 2018, bensì del “Retrokit” sviluppato per “aggiornare” i modelli Vespa 50N, 50R, 50 Special, 90, 90SS, 125 Primavera, 125 ET3, PK 50 e 125 con un motore alimentato a batteria. Progettato e sviluppato da tre giovani riminesi - gli ingegneri meccanico e elettronico Alex Leardini e Leonardo Ubaldi, l’economista Chiara Bizzocchi che hanno ideato un brand, “Motoveloci” - il kit si compone di un motore elettrico che sostituisce l’originale e viene alimentato da un pacco batteria al litio da 6 kg da 1,5 kWh, estraibile e ricaricabile in tre ore con una presa standard per un’autonomia urbana di 100 km. Sotto alla sella, inoltre, c’è anche uno spazio per mettere il caricabatterie e un indicatore che mostra lo stato della batteria stessa, mentre il blocchetto per l’accensione a chiave sostituisce il rubinetto della benzina. Così aggiornata, la vecchia Vespa, può raggiungere una velocità massima di 45 km/h in versione limitata e di 90 km/h se sbloccata. Tutto il resto rimane invariato: nessun display LCD, per tenere sott’occhio i dati di viaggio si può utilizzare l’app su smartphone, connessa via Bluetooth alla centralina.
 Sembrerebbe tutto bellissimo, ma c’è un problema di non poco conto: attualmente, il retrokit non è omologato e, pertanto, non è possibile utilizzarlo per circolare su strada. Servirebbe un’integrazione al decreto retrofit del 2015, che al momento esclude le due ruote dalla conversione all’elettrico. Anche per questo, i tre ideatori del progetto guardano ad altri mercati: “I francesi hanno approvato la loro legge e ci sono una quindicina di aziende in rete che offrono servizi di retrofit - hanno commentato al sito Vai Elettrico parlando della situazione - In Italia siamo a un punto morto. Il retrofit si fa ma con le procedure dell’esemplare unico, quindi con un processo di omologazione costoso e lungo, fuori mercato se non per le auto d’epoca e i veicoli turistici. Mentre di kit commercializzati su larga scala non se ne vedono”. 
Leggi altro su:
Aggiungi un commento