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Veicoli elettrici: batterie inesauribili con le scorie nucleari?

Addio batterie da ricaricare? Basata su di una batteria prodotta a partire da scorie nucleari, la rivoluzione promessa da una startup californiana punterebbe a cambiare il modo in cui intendiamo i veicoli elettrici. Sarà così? 
Batteria eterna
Una batteria inesauribile, che non ha bisogno di essere ricaricata e prodotta a partire da scorie nucleari riciclate. Firmato dalla start-up californiana NDB, il progetto potrebbe rivoluzionare il modo in cui intendiamo i veicoli elettrici e, in generale, qualsiasi oggetto alimentato elettricamente. Certo, poiché inserita nel contesto della cosiddetta “rivoluzione green”, l’idea di una batteria che funziona a scorie nucleari potrebbe quantomeno far storcere il naso. Ma dalla NBA, il cui scopo dichiarato sarebbe quello di “fermare il cambiamento climatico per proteggere il nostro pianeta per le generazioni future”, chiariscono: “con la batteria NDB - spiega spiega il CEO e co-fondatore Nima Golsharifi - abbiamo ottenuto un’enorme e rivoluzionaria scoperta tecnologica: una batteria priva di emissioni, che dura migliaia di anni e richiede solo il contatto con l’aria per alimentare i dispositivi”. In pratica: partendo dalla grafite utilizzata per moderare le reazioni nucleari e, quindi, contaminata dal radioisotopo carbonio-14, i ricercatori della NBD creano diamanti su scala nanometrica il cui decadimento genera la carica che viene successivamente raccolta e convogliata verso l’esterno attraverso un superconduttore, mentre il rischio radiazioni viene “annullato” proteggendo i diamanti al C14 con vari strati di diamanti artificiali. Qualche emissione radioattiva è inevitabile, inutile negarlo, anche se, a detta degli stessi progettisti, risulterebbero in questo caso inferiori - per ogni cella - a quelle generate dal corpo umano. Il tutto è ovviamente più complicato di come descritto: nell’arco dei prossimi 5 anni la startup californiana procederà con ulteriori studi e successivi test, ivi compresa la realizzazione di un primo prototipo. Se le cose dovessere funzionare come previsto (o sperato) potremmo forse dire addio ad ogni sorta di dispositivo di ricarica, dal piccolo trasformatore del cellulare, fino alle colonnine di ricarica posizionate in strada. 
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