Salta al contenuto principale

Valentino Rossi: come ha cambiato il modo di fare le curve in 20 anni

Il 9 volte campione del mondo ha reso il proprio modo di guidare più moderno con un lavoro continuo sulla propria posizione in sella. In questo video potete vedere il cambiamento dello stile di Valentino nel corso degli anni, ma sul suo futuro peserà molto la capacità di interpretare al meglio le Michelin. Nelle gomme francesi comanda il posteriore e il problema del deterioramento è evidente per i piloti più ingombranti
Valentino Rossi è l'unico pilota ad avere gareggiato in ogni stagione del motomondiale dai tempi della 500 a oggi. Il Dottore ha corso con Honda, Yamaha e Ducati e oltre che con i due tempi ha corso con i 4 tempi da 990cc, 800cc e 1000cc. Vale ha montato sulle proprie moto pneumatici Michelin e Bridgestone, sia quando le forniture erano libere che nell'era del monogomma. Una delle gradi qualità di Valentino è stata la capacità di adattarsi agli stili più diversi, il video qui sotto ben evidenzia questa camaleontica capacità di adattamento con una comparazione delle stesse curve al Montmelò, a Sepang e Phillip Island nel corso degli ultimi 20 anni.


Differenze evidenti
Rossi, che ha fatto il suo debutto nel campionato del mondo della 125nel 1996, è attualmente in attesa di incominciare la propria 25esima stagione. L'ultima vittoria di Vale, la sua 89esima nella classe regina, è stata ad Assen nel 2017. Il 41enne di Tavullia è perciò in un periodo delicato della propria carriera e dovrà decidere se continuare o meno. Valentino ha affermato che saranno i risultati a scegliere per lui, e per fare un passo in avanti in classifica Rossi dovrà modificare qualcosa nel suo stile di guida.
D'altronde, guardando le foto (soprattutto quelle del Montmelò, che per la tipologia della curva scelta esplicita meglio il concetto) si può notare come Valentino in tutti questi anni abbia lavorato tantissimo sulla posizione in sella, assumendo una postura più moderna. Il corpo si sposta progressivamente all'interno e in avanti con il busto, le spalle e la testa, bilanciando la tendenza della moto ad allargare. Le braccia fungono da leva nel cambio di direzione.

La variabile gomme
Ma a giocare un ruolo fondamentale nella competitività di Rossi sarà anche la capacità di consumare meno la gomma posteriore, un problema che si manifesta particolarmente in piloti di una certa altezza e peso (non a caso Valentino e Petrucci sono tra i più in difficoltà). Deterioramento a parte, anche la tipologia di fornitura gioca un peso non indifferente. Michelin già nel suo primo periodo in MotoGP - fino al 2008- ha sempre privilegiato uno pneumatico posteriore con molto grip a scapito dell'anteriore. Una tale fattura della gomma si traduce in una moto che “spinge” molto l'anteriore in frenata, rendendo difficili e rischiose staccate profonde. Viceversa lo stile più redditizio per interpretare al meglio le gomme francesi consiste nel rialzare presto la moto in uscita di curva e sfruttare al meglio l'accelerazione (una caratteristica che ha premiato in passato piloti come Pedrosa e moto come Honda e Ducati). Viceversa le Bridgestone avevano un anteriore granitico che permetteva ai migliori staccatori come Marquez, Rossi e Dovizioso di arrivare molto dentro la curva. Ma quello è il passato e Rossi ha dimostrato di guardare sempre più volentieri avanti che indietro.
Leggi altro su:
Aggiungi un commento