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Tutor, se le tarature sono incomplete

Si torna a parlare di Tutor e tarature: per essere ritenuta valida, la rilevazione dev’essere effettuata da un apparecchio omologato e tarato. La taratura deve però riguardare non solo la sincronia degli orologi d’entrata e d’uscita, ma anche l’effettiva lunghezza del tratto di strada che s’intende monitorare
Tarature incomplete
La questione Tutor e validità della multa sembrerebbe avviatasi verso la sua (definitiva) risoluzione. Una storia vecchia, venuta a galla anni fa e relativa alla corretta taratura degli apparecchi di rilevamento. Se n’era parlato a lungo e in diverse situazioni: citando il pronunciamento della Corte Costituzionale, due giudici di pace spiegavano con una sentenza del 2016 - giusto per fare un esempio -  che “tutti gli strumenti di misurazione elettronica della velocità, non solo dunque gli autovelox, vanno omologati e tarati, cioè sottoposti a periodiche verifiche”. “La taratura - aggiungeva la sentenza - va certificata e dimostrata”. Gli automobilisti multati da apparecchi non propriamente tarati potevano quindi affidarsi al giudice di pace per l’annullamento della multa in riferimento, appunto, all’impossibilità di accertamento della correttezza dei dati calcolati dall’apparecchio.
Non basta: la taratura, infatti, oltre a dover essere certificata e dimostrata con apposita documentazione, deve necessariamente riferirsi anche alla lunghezza del tratto di strada che l’apparecchio è deputato a sorvegliare. Questa la “novità”. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, l’unico controllo effettuato riguarda solo quello degli orari segnati dagli orologi presenti nelle varie postazioni di rilevamento dei passaggi dei veicoli e riguardante quindi la sincoronizzazione tra l’orologio d’entrata e quello d’uscita, i cui risultati forniscono la velocità media percorsa dall’automobilista o dal motociclista. A chiarirlo una sentenza depositata dal giudice di pace di Lodi lo scorso 19 marzo e relativa ad un caso in cui i documenti c’erano, ma riguardavano solo la “verifica del corretto sincronismo orologio Gps”. Ora, in riferimento al Dm Infrastrutture 282/2017 (che per la prima volta ha fissato regole dettagliate in materia), il servizio di taratura è stato affidato a un’azienda accreditata. In pratica nella prima taratura, secondo il Dm, “oltre agli orologi va verificata anche l’effettiva lunghezza del tratto, da misurare come somma delle linee che si ottengono spostandosi sul bordo interno di ciascuna curva”.
La notizia ne porta conseguentemente con sé un’altra: finché infatti tale procedura non sarà entrata a regime su tutti i Tutor esistenti, le rilevazioni della velocità media potranno essere ritenute non affidabili. 
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