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Tirolo, limite di rumorosità confermato: sopra i 95dB niente valico in moto

Alle moto con rumorosità superiore ai 95 dB sarà preclusa la percorrenza di alcuni valici montani del Tirolo. Presa lo scorso anno, la decisione è stata confermata anche per il 2021 e gli anni a venire, ma rimane da chiarire la correlazione tra la minore rumorosità registrata nel 2020 ed il calo del turismo dovuto al Covid
Moto rumorosa?

Il Tirolo conferma la decisione presa a giugno dello scorso anno, annunciando che il limite di rumorosità fissato a 95 dB rimarrà in vigore anche per gli anni a venire. La decisione, lo ricordiamo, era stata presa per impedire la percorrenza alle moto considerate troppo rumorose lungo precisi tratti di strada collocati tra i valici.
A causa del notevole inquinamento acustico per la popolazione residente nel distretto di Reutte - si legge nel decreto - dal 15 aprile al 31 ottobre di ogni anno a partire dal 2021, saranno validi i divieti di circolazione per motociclette particolarmente rumorose, ( Emissione di 95 dB (A))”.

La decisione di estendere tale divieto anche ai prossimi anni si basa sulla valutazione dei dati raccolti attraverso interviste telefoniche ai residenti nell’area di Ausserfern, dove, la scorsa stagione, la circolazione di moto è stato ridotta di circa il 36%. Poiché tale riduzione ha comportato una riduzione del livello di rumore di circa 2 dB, la netta maggioranza degli intervistati s’è detta favorevole al divieto di circolazione, pur ammettendo (il 46% degli intervistati) che ciò ha di contro comportato significative perdite nel turismo. Tuttavia, considerando l’emergenza sanitaria, risulta ancora dubbio il ruolo giocato dal divieto sia per quanto riguarda la rumorosità dell’area che per quanto concerne la perdita di fatturato da parte di albergatori e ristoratori.
"I risultati di questa valutazione erano prevedibili e non mi sorprendono", ha dichiarato Karin Munk, segretario generale di Arge 2Rad (l'ANCMA austriaca). "In Tirolo, circa il 70% dei mototuristi proviene dalla Germania. Con grande amarezza per i commercianti e gli operatori turistici, anche per motivi legati al Coronavirus, molti gruppi hanno cancellato la propria prenotazione, a prescindere dal livello di rumorosità della moto. È ovvio - continua Munk -  che il ridotto afflusso di turisti abbia portato anche ad una riduzione delle emissioni rumorose, anche se non ci è dato capire la misura della correlazione”. Circa la possibile estensione del divieto ad altri stati federali, Munk ha sottolineato che quello in vigore dev’essere inteso come un divieto limitato sia nello spazio che nel tempo che pertanto "ogni sua espansione dovrà per forza di cose essere preceduta e seguita  da  nuove ed ulteriori valutazioni, di cui è responsabile la Corte di giustizia europea".

Queste le strade "vietate"

- B 198 Lechtalstraße da Steeg a Weißenbach am Lech
- B 199 Tannheimerstraße da Weißenbach am Lech a Schattwald (confine di stato con la Germania)
- L 21 Berwang-Namloser Straße da Bichlbach a Stanzach
- L 72 Hahntennjochstraße fino a Pfaff Imst (cima del passo)
- L 246 Hahntennjochstraße da Imst (cima del passo) fino allo svincolo Vogelhandelweg di Imst
- L 266 Bschlaber Straße da Elmen a Pfafflar

E in Italia?
La questione, ad ogni buon conto, non riguarda soltanto l’Austria ma, almeno in parte, anche l’Italia. Lo scorso luglio, in Trentino, la polizia locale annunciava controlli a tappeto con il fonometro, minacciando multe salate per chi sorpreso a girare con un terminale di scarico rumoroso oltre la soglia consentita. “Viste le numerose segnalazioni, per assicurare la serenità di residenti ed ospiti, i controlli della circolazione, coordinati sul territorio dalla Questura di Trento, con particolare riferimento ai motocicli, sono mirati anche alla repressione dei rumori molesti”, si leggeva nel comunicato stampa diffuso dalla Polizia Locale, che aggiungeva: “l'obiettivo è in particolare quello di identificare i veicoli che hanno subito modifiche illegali”. Nulla a che vedere comunque con i divieti austriaci.
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