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Spy, Kawasaki studia un modello ibrido

Alcuni brevetti depositati dalla Casa di Akashi ci fanno capire che è al lavoro su un modello ibrido, quindi con un motore elettrico abbinato a uno termico, interessante la presenza di un pulsante “boost” per incrementare la coppia ai bassi regimi
Come Supercar
Oggi le moto elettriche guadagnano molti titoli su giornali e siti, anche se quelle a benzina conservano saldamente la leadership del mercato. Kawasaki è al lavoro da tempo su prototipi elettrici e un recente brevetto conferma questo indirizzo, la casa di Akashi ha depositato recentemente un progetto che combina un normale motore a benzina con un piccolo motore elettrico in grado di migliorare prestazioni e consumi riducendo le emissioni. L'azienda non ha mostrato alcun prototipo né rilasciato una dichiarazione ufficiale sui piani ibridi, ma è chiaramente una tecnologia a cui è interessata. Il piccolo motore elettrico è anche progettato per funzionare come generatore, ricaricando la batteria quando il motore a benzina è in uso e non è necessaria la sua spinta extra. L'ultimo brevetto di Kawasaki mostra una moto dall'aspetto abbastanza tradizionale, ma con un motore elettrico (etichettato 30 in foto) che si trova proprio di fronte a quello a benzina, creando un gruppo propulsore che non è molto più ingombrante di quello di una moto normale. Dove l'ultimo brevetto diventa davvero interessante è nei controlli e nell'elettronica, che include un acceleratore specificamente progettato per dare al pilota il controllo assoluto sul comportamento del propulsore ibrido. L'acceleratore è dotato, infatti, di una manopola tradizionale ma con due controlli aggiuntivi: un interruttore a quattro posizioni (per i diversi riding mode) e un pulsante "boost": il brevetto Kawasaki spiega che consente di avere una spinta in più in fase di accelerazione. Visto che negli ultimi 12 mesi Kawasaki ha depositato almeno sette brevetti separati su questa moto ibrida: c'è dunque un serio lavoro di sviluppo in corso e probabilmente la vedremo presto. 
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