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Rapporto ACI-ISTAT, cala il numero di morti sulle strade italiane

In riferimento agli incidenti stradali e alle vittime del 2016, il Rapporto ACI-ISTAT mostra dati positivi, ma solo fino a un certo punto. Se da una parte infatti cala il numero dei decessi, sale dall’altra quello dei feriti gravi e le percentuali evidenziano un aumento di mortalità tra i bambini. In calo del 15% invece le morti tra i motociclisti
Meno vittime ma più incidenti
I dati raccolti ed elaborati nel Rapporto ACI-ISTAT mostrano per il 2016 un calo complessivo delle morti sulle strade a fronte però di un (lieve) aumento degli incidenti: rispetto al 2015, le vittime scendono del 4,2% e i sinistri salgono dello 0,7%. A crescere, tuttavia, sono anche il numero dei feriti: + 0,9% per quelli lievi e + 9% per quelli gravi. La fascia d’età più a rischio rimane quella compresa tra i 20 e i 24 anni, con un totale nel 2016 di 260 morti, ma sale la percentuale relativa alle vittime tra gli 0 e i 14 anni (+ 25%) e quella degli over 90, le cui vittime sono state 72, cioè il 20% in più rispetto allo scorso anno.
Il Rapporto continua con i dati e le percentuali riferite a ciclomotoristi e ciclisti, i cui decessi sono aumentati del 10,5% e del 9,6%, per un totale, insieme ai pedoni (con 570 morti anch’essi appartenenti agli utenti vulnerabili) di 1.618.
Se le vittime di incidenti automobilistici (conducenti e passeggeri) rimangono pressoché invariate (1470 totali cioè 0,1% in più), scendono invece quelle tra i motociclisti, con un    - 15% e 657 decessi.
Per quanto riguarda invece le tipologie di strade, il Rapporto mostra un aumento degli incidenti sulle autostrade pari al 2%, affiancato però da una calo di morti e feriti del 10,2% e dello 0,4%.
A prescindere dal tipo di veicolo o dalla strada percorsa, le fasce orarie più a rischio sono quelle notturne, in cui si verificano (a fronte ovviamente di un minor traffico stradale) il 25% degli incidenti totali. A rischio sono soprattutto il venerdì e il sabato sera.
Venendo infine alle cause, da sottolineare la fortissima incidenza della distrazione al volante (smartphone in primis), la mancata precedenza e l’eccessiva velocità. 

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