Salta al contenuto principale

MotoGP 2015 Le Mans: il bollettino del dottorcosta

Abbiamo incontrato Claudio Costa durante la preparazione della serata-spettacolo che terrà ad Asti il prossimo 20 maggio. E ovviamente abbiamo iniziato a parlare di piloti e di MotoGP: anche se non è più nella sua Clinica Mobile, è sempre il "dottocosta"!
In questi giorni precedenti il GP di Francia a Le Mans, appassionati e "addetti ai lavori" hanno discusso più di bollettini medici che di tempi sul giro. In effetti non si era mai visto un un gruppo così nutrito di top rider acciaccati!  Pedrosa che torna dopo l’operazione al braccio e vari Gran Premi di assenza. L’infortunio in prova di Andrea Iannone. Marquez che ha recuperato dopo la rottura del mignolo della mano. Sembra di essere tornati ai tempi in cui i piloti rischiavano davvero a ogni gara... Neanche a farlo apposta, abbiamo avuto l'occasione di fare quattro chiacchiere con Claudio Costa o meglio il dottorcosta, come gli piace essere chiamato. Chi meglio di colui che ha fondato la Clinica mobile (e per quarant’anni è stato il medico di tutti i piloti) può comentare ciò che è accaduto? Costa ci ha dedicato un po' di tempo mentre era impegnato a organizzare un grande evento che si terrà mercoledì 20 maggio ad Asti. Ma procediamo con ordine.

dottorcosta, ci dia il suo "bollettino medico" per le Mans...
“Marc Marquez è stato strepitoso già durante l’ultima gara, perché la frattura del mignolo della mano sinistra era bruttissima, una frattura scomposta. Ha ricevuto un intervento di grande chirurgia e a Le Mans sarà al cento per cento, avendo avuto tempo per recuperare. Il problema di Pedrosa è chiaro: quella che io chiamo la sindrome della loggia. L’intervento che ha subito vuole dare più spazio ai muscoli perché abbiano più ossigeno. Senza ossigeno i muscoli contraggono dei debiti, per usare un linguaggio semplice, e gli interessi che pagano sono sotto forma di acido lattico, qualcosa che intossica il muscolo e aumenta il gonfiore e dunque il debito di ossigeno. Ecco perché i piloti in questa condizione non riescono a guidare. La condizione di Pedrosa era più delicata perché lui era già stato operato, quindi l’intervento ha dovuto aprire le cicatrici presenti, e questo non è facile. La sublussazione della spalla di Iannone, creandosi una lesione di capsula e legamenti, è molto dolorosa. Andrea dovrà avere tutto l’aiuto della Clinica mobile, in Francia. Ma una volta montato sulla moto, le risorse del suo cuore gli permetteranno di finire il GP di domenica”.
Sembra di essere tornati ai tempi eroici del motociclismo...
“Ma nell’anima dei piloti il loro modo di affrontare le corse non è mai cambiato. I piloti hanno sempre corso feriti. Per me constatarlo è ogni volta un’ebbrezza”.
Qual è la bravura di un medico che segue i piloti di moto?
“Come dice Carletto Pernat, un medico dovrebbe curare il cuore del pilota, assieme alle ferite, cioè fare quanto ho fatto io per mezzo secolo, anche prima della nascita della Clinica. Ciò che cercavo di fare era riportare i piloti sulla moto, non di curarli. Il segreto della cura era metterli in sella: a quel punto, l’eroe riesce a trovare tutte le risorse dentro di sé e torna a inseguire i suoi sogni. Come dico sempre: il pilota trasforma le ferite in dono. È quanto dovremmo sapere fare tutti”.
Com’è stato questo suo primo anno senza la Clinica?
“Essendo andato via da un regno dove ogni domenica cantavo i miei eroi come medico, in me s’è aperto un vuoto, che si è popolato di fantasmi e di demoni. Avevo bisogno di qualcosa che compensasse questa mancanza, e l’ho trovata nella scrittura di un libro, Magic Marquez, e nell’organizzazione di eventi in cui canto, stavolta con le parole, le imprese dei piloti che ho conosciuto e la loro grandezza. In quest’anno ho scoperto che i demoni se ne vanno via tutti, i fantasmi anche loro, e quei pochi che rimangono si vestono di cenci bianchi. Ho scoperto anche i social, facebook e internet. Io che per anni ho parlato con tante persone senza conoscerle, attraverso la televisione, ora le sto conoscendo, mi scrivono e io rispondo, racconto le mie tante storie: questo è molto bello, è una cosa che mi gratifica e mi fa piacere”.
Quale sarà il suo prossimo impegno?
“Sarà mercoledì prossimo, ad Asti. Una cosa molto bella, un grande evento, parteciperanno quasi mille persone, riempiremo un teatro intero. Porterò le moto della mia storia, come la Galera 500 quattro cilindri, la Norton 500 del 1951 con cui Geoff Duke ha vinto il mondiale, la mitica 8 cilindri Guzzi di Dickie Dale che nel 57 ha vinto la Coppa d’oro, la MV Agusta di Agostini, la Benelli 500 di Pasolini, la Yamaha 350 di Saarinen, più una Guzzi che ricorda la giovinezza di mio padre. Ci saranno anche gli eroi che hanno condotto queste magiche creature, i piloti del mio cuore: Loris Capirossi, Alex Zanardi, Virginio Ferrari, Lucio Cecchinello, Vinicio Salmi. Ricorderemo Kiki Guglielminetti, appena scomparso, e premieremo un grande delle quattro ruote, Dindo Capello”.
Cosa vuole offrire al pubblico, con questi eventi?
“Il mio scopo è dare gioia a queste persone che amano, come me, il motociclismo. Per farli li invito a casa mia. Dato che fisicamente non posso, li porto in teatro, dove ho riprodotto la cucina del Feudino, il luogo dove mio padre ha inventato le corse più belle del motociclismo e mi ha regalato il sogno della Clinica mobile, dove sono venuti tanti piloti a risorgere dalle ferite e dalle fratture, primo fra tutti Mick Doohan. Questa volta, oltre a teatro, racconti, interviste, filmati e musica, ci sarà una cosa speciale per Simoncelli: verrà dato un sostanzioso contributo alla fondazione. Lo riceverà Paolo Beltramo, che è parte attiva della fondazione, e lo passerà a Paolo Simoncelli, padre del Guerriero. Più passa il tempo e più sento vicino a me Marco. Lui è ancora con noi, ci accompagna con il suo sorriso. Come dico nel mio libro La vittoria di Marco, è vivo nei nostri cuori”.
Come si fa a partecipare?
“È tutto gratuito, anche se i posti liberi ormai sono pochi. Trovate tutto su facebook, cercando la mia pagina dottorcosta. Ora vi devo lasciare, devo scoprire se Agostini verrà, come mi ha promesso, oppure no. Ho come il dubbio che s’inventerà una scusa. È solo mezzo secolo che lo conosco…”.

 
Leggi altro su:
Aggiungi un commento