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Moto vietate in Venezuela nelle ore notturne, maxi protesta dei motociclisti

Oltre 2.000 motociclisti hanno sfilato per le vie della capitale venezuelana, Caracas, per protestare contro la decisione del Governo di proibire la circolazione delle due ruote nelle ore notturne per motivi di sicurezza. Tra i più danneggiati i moto taxi
24mila omicidi l'anno
L'escalation di violenza nel Venezuela non accenna a fermarsi, dal 1998, secondo l’Observatorio Venezolano de Violencia, il tasso di omicidi del Paese è quadruplicato e si è arrivati alla cifra record di 24.000 morti ammazzati nel 2013. Ultimo episodio di sangue: l’omicidio di Monica Spear, ex Miss Venezuela, e del suo ex-marito, freddati il 9 gennaio scorso. In risposta, il Governo del presidente Nicolas Maduro ha presentato varie proposte volte a reprimere il crimine violento, tra cui il coprifuoco per le  moto: le due ruote sono spesso utilizzate per fuggire da ladri e assassini. Naturalmente la decisione ha fatto infuriare i motociclisti venezuelani, secondo i quali la decisione del Governo mira ingiustamente a colpire tutti i motociclisti a causa delle azioni criminali di pochi. “Un delinquente può muoversi a piedi, in moto o in un Hummer”,  ha detto il moto-tassista Ivan Contreras all'agenzia di stampa Associated Press, “non c'è bisogno di punire tutti per le azioni di qualche pecora nera”. Sono, infatti, molti i tassisti a due ruote che si guadagnano da vivere trasportando i clienti nelle intricate vie di Caracas. La protesta ha coinvolto migliaia di motociclisti, che hanno sfilato in modo pacifico a Caracas. Le restrizioni previste dal Governo venezuelano ricordano il divieto di trasportare passeggeri attuato in Colombia durante le guerre per la cocaina nel 1980 e, più recentemente, il coprifuoco per i motociclisti attuato in Honduras, uno dei pochi Paesi al mondo con un tasso di omicidi superiore a quello del Venezuela.
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