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Londra, 4 milioni di cittadini nella Ultra Low Emissions Zone

Paragonabile alla “nostra” Area C, la Ultra Low Emissions Zone di Londra ha in due anni espanso i propri confini fino ad inglobare oggi un territorio abitato da quasi 4 milioni di inglesi. Per accedervi bisogna pagare, oppure essere in possesso di un veicolo - auto o moto che sia - a basse emissioni. Un “problema” che presto o tardi affliggerà altre città ed altri paesi
Ultra Low Emissions Zone
Elaborati sotto Boris Johnson ed introdotti dal sindaco di Londra Sadiq Khan nell'aprile del 2019, i confini della ULEZ (Ultra Low Emissions Zone) londinese si sono espansi di oltre 18 volte le dimensioni originali, andando a coprire oggi un territorio che si estende da Tottenham a Stratford e da Greenwich a Brixton. Un’area che racchiude al suo interno qualcosa come 3,8 milioni di abitanti, prima esentati ma dal 25 ottobre costretti a pagare, se in possesso di  moto Euro 2, auto a benzina Euro 3 o diesel Euro 5, la bellezza di 12,50 sterline al giorno per utilizzare i loro veicoli. Certo, di quei 3,8 milioni di abitanti è stimato che solo 1 milione utilizzi un mezzo privato a motore per circolare e che tra questi soltanto 100.000 possano effettivamente essere sanzionati per il mancato rispetto delle normative antinquinamento. Ma il dato rimane e non è cosa di poco conto, in particolare per i motociclisti, considerando per di più che molte moto pre- Euro 3 (cioè pre 2007), pur rispettano in realtà  il limite di NOx di 0,15 g/km imposto dalla ULEZ, risultano, a causa della mancanza di informazioni sul database centrale della DVLA (Driver and Vehicle Licensing Agency), non rispettose dei limiti e, quindi, sanzionabili. Esiste il modo per ottenere un’esenzione, ma, benché la burocrazia inglese funzioni certamente meglio di quella italiana, è comunque facile immaginare le complicazioni e, in generale, la farraginosità del sistema. Diverso il discorso per i possessori di moto e veicoli storici (che in UK devono però avere 40 anni!), direttamente esentati dal pagamento della “tassa” imposta con la ULEZ. Una cosa comunque è chiara: il giro di vite è stato dato e le prospettive future sembrerebbero suggerire ulteriori strette e limitazioni. 
La soluzione? Chi non vuole o non può rinunciare al mezzo privato scegliendo magari bicicletta o metropolitana è “invitato” ad acquistarne uno nuovo e meno inquinante attraverso incentivi alla rottamazione che offrono fino a 1000 sterline di aiuti, anche se i 52 milioni originariamente stanziati sono già quasi finiti.  Un problema che va risolto in fretta e che presto interesserà tra l’altro un numero ancora più alto di cittadini: oltre alla ULEZ, sono infatti in cantiere altre zone a basse o a  zero emissioni che, inevitabilmente, andranno a coinvolgere centinaia di migliaia di abitanti. Senza poi contare che molte altre città inglesi - una su tutte Liverpool - dopo aver osservato l'esempio di Londra, stanno ora pianificando l’introduzione di simili misure restrittive. Di simili esempi, in ogni caso, se ne rintracciano anche al di fuori del Regno Unito (la Parigi della Hidalgo è forse il più eclatante) e la direzione, almeno in Europa, si direbbe essere questa. Ormai è chiaro: dobbiamo prepararci a dire addio ai motori a benzina…
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