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L’Italia è un paese per cicloturisti?

L’esecutivo ha stanziato 126 milioni di euro a favore della mobilità dolce che saranno destinati a ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti per recarsi a scuola o al lavoro e per la realizzazione di infrastrutture per il turismo a pedali. Proposito perseguito finanziando la realizzazione delle ciclovie VenTo, del Sole e dell’Acquedotto pugliese per un totale di quasi 1.500 km
Nasce la Rete Ciclabile Nazionale
A fine luglio il Governo ha stanziato 126 milioni di euro a favore della bicicletta, una cifra mai erogata prima a livello nazionale e che fa sperare a un cambio di rotta nelle politiche di mobilità. Il primo provvedimento di 35 milioni è stato erogato dal Ministero dell’Ambiente per finanziare il piano per combattere lo smog del Collegato Ambientale previsto nella Legge di Stabilità approvata lo scorso anno. Le risorse stanziate saranno destinate ai progetti degli enti locali pensati per ridurre traffico e inquinamento negli spostamenti casa-lavoro o casa-scuola come quelli di bike to work, bicibus e piedibus. Rientrano nelle iniziative finanziabili pure la realizzazione di piste ciclabili, zone a 30 km/h, l’educazione in sicurezza stradale e guida ecologica, servizi di car pooling e di car e bike sharing o quelli di infomobilità. I contributi sono destinati ai Comuni con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti con precedenza a quelli che hanno registrato nel 2015 maggiori problemi di sforamento dei livelli di PM10 e NOx e dotati del Piano Urbano della Mobilità. Maggiore rilievo ha l’iniziativa del Ministero del Trasporti, sia in termini di risorse (91 milioni di euro) sia perché per la prima volta a livello nazionale si punta a investire sul cicloturismo, settore fino ad oggi lasciato alla volontà di enti locali e associazioni di appassionati. Un provvedimento realizzato in collaborazione con il Ministero delle attività culturali e del turismo che, di fatto, costituisce la nascita della Rete Ciclabile Nazionale. Al momento i progetti approvati sono tre, coinvolgono 8 Regioni e sono pensati per connettersi con le reti regionali ed europee. La VenTo ha una lunghezza di 679 km e collega Venezia a Torino seguendo gli argini del fiume Po e le ciclabili già esistenti. Progettata dal Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, prevede pure un raccordo con Milano attraverso l’itinerario che segue il naviglio pavese. Nel complesso attraversa 4 Regioni, 121 Comuni e 242 località e paesaggi di interesse artistico, culturale e naturale. Di fatto costituisce buona parte del tratto italiano della Eurovelo 8, la Ciclovia del Mediterraneo che collega Cadice ad Atene e Cipro per 5.888 km, che si interseca con i percorsi europei “5”, la Londra-Brindisi di 3.900 km che include la Via Francigena in Italia da poco dotata di segnaletica per cicli, e “7”, la Capo Nord-Malta di 7.409 km che attraversa l’intera Penisola. Un itinerario, quest'ultimo, oggetto del secondo progetto finanziato, la Ciclabile del Sole, per il tratto di 300 km che unisce Verona con Firenze attraversando quattro Regioni. Il nuovo tracciato, di fatto, allunga il tratto già esistente che dal Brennero raggiunge il Lago di Garda e la città scaligera, mentre nei prossimi anni l’intendo è di giungere fino a Roma. Il terzo progetto approvato è la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, un tratto di 500 km che corre lungo il Canale Principale dell’Acquedotto pugliese attraversando tre Regioni da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE). Un percorso in buona parte già esistente poiché ricavato dalla strada di servizio utilizzata per la manutenzione dell’Acquedotto, oggi ad accesso vietato ai non addetti al lavoro. I 91 milioni di euro saranno erogati in tre anni con la parte più consistente distribuita tra 2017 e 2018 quando dovrebbero essere completate le opere. L’intento è di promuovere la mobilità ciclabile e avviare il cicloturismo in Italia, settore che in Europa vale più di 44 miliardi di euro, in Germania 9 miliardi e che nel nostra Paese ha un potenziale di 3,2 miliardi di euro all’anno.
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