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Le batterie del futuro saranno di “vetro”?

John Goodenough dell’Università del Texas ha sviluppato una nuova tecnologia con elettroliti di vetro che promette ricariche più veloci, accumulo di energia triplicato e migliore funzionamento alle basse temperature. Tra i vantaggi ci sarebbero pure la riduzione del rischio esplosione e costi di produzione inferiori. Ora si attende la produzione di prototipi per la sperimentazione sui veicoli
Il sodio al posto del litio
Si chiama John Goodenough, ha 94 anni ed è noto per avere contribuito allo sviluppo delle batterie oggi più diffuse, quelle al litio. Non soddisfatto del successo professionale passato e dei riconoscimenti ricevuti, come il Premio Enrico Fermi o lo Charles Stark Draper Prize, lo studioso di origine tedesca continua a lavorare alla Facoltà d’ingegneria Cockrell di Austin, in Texas, per cercare soluzioni per l’accumulo dell’energia più innovative. Uno sforzo premiato con l’ultima ricerca condotta insieme ai suoi collaboratori dell’Università del Texas che ha portato alla realizzazione di “batterie di vetro” più veloci da ricaricare, più sicure e con maggiore durata. In realtà, di vetro sono solo gli elettroliti che sostituiscono quelli liquidi che generano il rischio esplosioni e difficoltà di accumulo alle temperature estreme, problema risolto con la nuova tecnologia pensata per supportare escursioni comprese tra -20 e +60 gradi centigradi. Secondo quanto comunicato dai relatori della ricerca, l’impiego del vetro consentirebbe di triplicare l’energia immagazzinata rispetto agli attuali modelli al litio e di velocizzare i tempi di ricarica che richiederebbero soltanto pochi minuti. Le batterie allo stato solido di Goodenough, inoltre, potrebbero supportare oltre 1.200 cicli di ricarica, circa il 20% in più delle migliori batterie moderne. Buone prospettive si hanno anche in termini economici. Secondo Maria Helena Braga, ingegnere al vertice del team di Goodenough, l’uso di elettroliti di vetro permette di sostituire il litio con il sodio, elemento largamente disponibile perché estraibile dall’acqua marina a costi molto contenuti. Una soluzione che potrebbe fare scendere i prezzi delle batterie, nonché evitare l’estrazione del litio, costosa e gravosa per l’ambiente. Gli accumulatori di vetro al momento hanno superato le prove in laboratorio, ma per verificarne l’effettiva efficienza i ricercatori stanno stringendo accordi di collaborazione con i produttori di batterie per la realizzazione di prototipi da testare sui veicoli elettrici.
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